giovedì 29 ottobre 2009

Uso culturale e sociale per la Casa della Cultura di Livorno

OSSERVATORIO TRASFORMAZIONI URBANE LIVORNESE

Premessa necessaria per un progetto d’uso culturale e sociale per la Casa della Cultura di Livorno, è il riconoscimento che il valore irriducibile della cultura è la sua autonomia. Quando il mercato o la politica cercano di governarla o indirizzarla rigidamente, il risultato è spesso un intollerabile appiattimento di nessuna utilità sociale (meglio rischiare qualche eresia!). Senza pluralità senza conflitto, si approderebbe presto alla forma di censura e autocensura, che il potere chiama consenso. La mediazione dei conflitti d’idee dovrebbe pertanto riuscire a non spegnere o estirpare il dissenso che se ricondotto dentro comuni regole democratiche e dunque di rispetto reciproco, è vitale e irrinunciabile.

I PROBLEMI E LE DOMANDE CHE E’ OPPORTUNO PORSI RIGUARDO L’ORGANIZZAZIONE E L’ATTIVITA DELLA CASA DELLA CULTURA.
Quale sarà il soggetto gestore, uno o più soggetti o addirittura una rete di soggetti?
Come realizzare una partecipazione aperta all’interno di finalità ben definite?
Chi decide, chi è responsabile, e chi produce l’attività culturale, sono lo stesso soggetto o no?
Chi controlla che le attività siano conseguenti alla finalità predefinite?
Che ruolo ha il pubblico, che rapporto c’è con i gestori etc.?

LE COSE DA EVITARE
Non deve esistere alcuna imposizione politica, istituzionale o partitica, al contrario va garantito il pluralismo, e la libertà, salvo la messa al bando di ogni forma di razzismo integralismo, autoritarismo, pratiche violente.
Non è accettabile alcuna censura che limiti la libera espressione culturale – artistica, nessun controllo può essere burocratico e permanente. Il protagonismo giovanile non può essere motivo d’esclusione, di scambi con soggetti che esprimono livelli culturali interessati, indipendentemente dall’età.

LE COSE DA GARANTIRE
Chi lavora e gestisce all’interno delle comuni finalità, deve poter decidere le modalità di lavoro. Le verifiche del lavoro svolto dovrebbero servire ad analizzare la corrispondenza tra le proposte e le realizzazioni, tra gli obbiettivi stabiliti e la pratica adottata, e devono essere partecipate e aperte. Le finalità generali comuni saranno stabilite con la massima partecipazione. Potrebbero essere: promuovere, incoraggiare, produrre liberamente cultura, nelle molteplici espressioni visive audiovisive di comunicazione multimediale musicali etc. con uno sguardo attento e critico alla città, sviluppare la capacità di leggere (e demistificare) il complesso mondo delle comunicazioni tramite tv giornali blog ed altri media. Le priorità di attività e intervento dovrebbero essere stabilite secondo finalità sociali definite con la massima partecipazione. Partendo dal presupposto che la qualità artistica è difficilmente misurabile, la selezione dovrebbe privilegiare programmi di lavoro in grado di interagire e di inserirsi in circuiti più ampi nazionali e internazionali.
Tali finalità o comunque le finalità comuni stabilite nel corso del confronto devono concretizzarsi in uno statuto che fissi i lineamenti generali delle modalità d’adesione di funzionamento e di gestione anche economica. Lo statuto dovrebbe essere sottoscritto dai soggetti che si propongono come gestori della Casa della Cultura.
Chi gestisce dovrebbe formulare le proposte attraverso un processo capace di coinvolgere almeno la rete di soggetti attivi sul territorio elaborando con la massima partecipazione un progetto a medio termine, coerente con le finalità scelte, e capace di connettere le pluralità delle espressioni artistiche.
Il processo decisionale sull’uso della Casa della Cultura dovrebbe essere un’occasione per favorire lo scambio e il confronto con tutta la rete d’attività di produzione artistica e culturale, già esistenti nel territorio, per valorizzare e far crescere le esperienze oggi quantomeno sconnesse e/o in dannosa competizione.

USO DEGLI SPAZI
Gli spazi della casa della cultura suggeriscono alcune attività e né limitano altre: al piano superiore potrebbero trovare spazio un centro d’informazione e formazione, produzione audiovisiva e ricerca multiculturale, e organizzazione di teleconferenze.
Potrebbero essere allestiti dei laboratori creativi e formativi di arte multimediale. Si può ipotizzare anche una funzione museale -espositiva, per video installazioni e altre forme d’arte legate all'audiovisivo in genere. E’ auspicabile la formazione di giovani operatori culturali, artisti, videomaker, musicisti, poeti, scrittori, per dare un'opportunità e una possibilità, a chi cerca di esplorare e interrogare in modo creativo la realtà circostante, spazio urbano compreso.
La parte inferiore tradizionalmente luogo di conferenza e incontri culturali, politici e artistici di formazione informazione, potrebbe continuare ad essere utilizzata in tal senso.
Il progetto della rete di gestione può sviluppare i propri programmi estendendo l’attività in altri spazi ed altri luoghi, per incontrare o mettersi in rete con soggetti attivi del territorio; ad esempio: Fortezza Nuova per concerti musicali all’aperto (mostre e convegni, riprendendo l’interessante stagione dei concerti di primavera), Villa Morazzana convegnistica internazionale, Fortezza Vecchia sede di concerti ed altri eventi culturali, incontri, teatro, cinema e ricerca sul cinema dal Kino Desse all’Agi-Plas, e ancora Teatro delle Commedie, Centri Sociali e Circoli Arci, Refugio, Piazze, Strade spesso teatro d’eventi, non sempre esaltanti (effetto Venezia).
Mettere in rete e far dialogare le realtà territoriali esistenti, in un circuito più ampio nazionale ed internazionale, questa è la scommessa per valorizzare e rilanciare il circuito culturale livornese.

Livorno - Aprile 2008

Nessun commento:

Posta un commento