lunedì 8 dicembre 2014

APPROVAZIONE AL BUIO DEL PIANO REGOLATORE DEL PORTO di Daria Faggi


A quanto pare le elezioni sono considerate da Rossi poco più che un noioso rito per dare la sensazione ai cittadini particolarmente ottimisti, di contare qualcosa e di essere in democrazia.
Poiché Nogarin è stato eletto sindaco per un programma condiviso da moltissimi livornesi, e non per volontà divina o per autoincoronazione, e poiché il suo programma prevedeva dei cambiamenti radicali, specie in materia di governo del territorio e di ambientalismo, è offensivo prima di tutto nei confronti dei cittadini insistere su continuità di programmi e scelte che in maggioranza riteniamo contrarie al bene comune.
Tralasciamo per il momento la scandalosa insistenza sullo spostamento dell'ospedale, che con tutta evidenza i livornesi non apprezzano e che è stato oggetto di un esposto alla procura della  repubblica (consultabile sul sito di urbanistica partecipata) con rilievi dettagliati sulla procedura errata in contrasto con le normative urbanistiche regionali, in aggiunta alle critiche di merito, rese pubbliche sulla stampa prima nella campagna referendaria, e dopo nel corso di mesi di raccolta delle 11.000 firme, ai tavoli che hanno distribuito materiali di controinformazione.
Dunque non pretestuose opposizioni contro un partito sconfitto per una politica fallimentare, ma precise analisi di una scelta sbagliata urbanisticamente ed economicamente.
Sul PR portuale per onesta non siamo mai scesi nel dettaglio, ma sulla variante al PRG per il porto, ci sono stati da parte dell’osservatorio molti interventi precisi e puntuali, che spiegavano bene le ragioni della nostra contrarietà, e da nessuno confutati fino ad oggi.
Bisogna anche dire che l'oggetto sconosciuto ai più, il Piano Regolatore del Porto, non è di facile reperibilità, non è facile prendere contatto con i redattori del piano, ma questo conferma che gli operatori economici del porto, siamo stati più attenti al manuale Cencelli per dividersi le aree d’influenza e marcare i reciproci interessi, che a far partecipare i livornesi di una scelta fondamentale per tutti, in una città di mare e di porto.
Insomma quello che chiedono i portatori d’interesse economico è l'approvazione veloce al buio  senza partecipazione alcuna, caldeggiata da Rossi con metodi di dubbia correttezza istituzionale, inventando normative ad civitatem con modalità del tutto inedite nella storia urbanistica.
E chi pensa con un po’ d’ingenuità che cambiare un piano una volta approvato, sia semplice e indolore, evidentemente ignora proprio i principi basilari e le finalità della pianificazione.
Proprio la deregolamentazione continua con varianti che vanificano ogni studio generale (condivisibile o meno) sono la causa del disastro urbanistico.
Per cui insistere nelle forzature di approvare un piano di cui il poco che si sa non è positivo ci sembra una scelta poco saggia, fare una piattaforma di dimensioni gigantesche, grande come tutta la città ai primi del 900 comporta certamente un po’ di problemi, rispetto ai quali lo scavo dei fondali e i fanghi inquinati sono solo una parte del problema.
Una cosa è del tutto evidente; il PRP non è allineato agli strumenti urbanistici in vigore, in poche parole non rispetta il PRG della città, costretta a subire una variante che stravolge le scelte generali invarianti, peggiorando il rapporto tra edificazione e servizi.
Pare evidente il rischio di compromettere in modo definitivo (dopo gli abusi urbanistici consentiti della Porta a Mare) la realizzazione di un vero porto turistico nel Mediceo, tra i più belli di Europa, che nel piano è condiviso tra panfili e traghetti, ed è altrettanto chiaro che si è persa la terza gamba cioè le riparazioni navali, dal momento che non si è affrontato per tempo l’incompatibilità tra strutture alberghiere e commerciali e il bacino grande di carenaggio.
Non e' previsto un sito idoneo per il trasferimento del Rivellino lasciando così irrisolto lo scempio del depuratore nel cuore del centro storico.
A quanto pare si vuole continuare a sottomettere l'interesse comune agli interessi d’impresa. Imprese che peraltro non hanno garantito altro che progressiva desertificazione di attività e di lavoro.
Noi vorremmo cambiare e per questo la maggioranza dei livornesi  ha scelto al ballottaggio Nogarin, che proprio questo ha promesso alla città.
Pare che il PD abbia perso il governo della città ma non il potere e continua a pretendere di dettare legge, imponendo al Sindaco le scelte bocciate dalle elezioni.
Se questa è democrazia.
Daria Faggi
d
ell’Osservatorio Trasformazione Urbane Livorno


Livorno 8 gennaio 2014