A quanto
pare le elezioni sono considerate da Rossi poco più che un noioso rito per dare
la sensazione ai cittadini particolarmente ottimisti, di contare qualcosa e di
essere in democrazia.
Poiché Nogarin
è stato eletto sindaco per un programma condiviso da moltissimi livornesi, e
non per volontà divina o per autoincoronazione, e poiché il suo programma
prevedeva dei cambiamenti radicali, specie in materia di governo del territorio
e di ambientalismo, è offensivo prima di tutto nei confronti dei cittadini
insistere su continuità di programmi e scelte che in maggioranza riteniamo
contrarie al bene comune.
Tralasciamo
per il momento la scandalosa insistenza sullo spostamento dell'ospedale, che
con tutta evidenza i livornesi non apprezzano e che è stato oggetto di un
esposto alla procura della repubblica (consultabile
sul sito di urbanistica partecipata) con rilievi dettagliati sulla procedura
errata in contrasto con le normative urbanistiche regionali, in aggiunta alle
critiche di merito, rese pubbliche sulla stampa prima nella campagna
referendaria, e dopo nel corso di mesi di raccolta delle 11.000 firme, ai
tavoli che hanno distribuito materiali di controinformazione.
Dunque non
pretestuose opposizioni contro un partito sconfitto per una politica
fallimentare, ma precise analisi di una scelta sbagliata urbanisticamente ed
economicamente.
Sul PR
portuale per onesta non siamo mai scesi nel dettaglio, ma sulla variante al PRG
per il porto, ci sono stati da parte dell’osservatorio molti interventi precisi
e puntuali, che spiegavano bene le ragioni della nostra contrarietà, e da
nessuno confutati fino ad oggi.
Bisogna
anche dire che l'oggetto sconosciuto ai più, il Piano Regolatore del Porto, non
è di facile reperibilità, non è facile prendere contatto con i redattori del
piano, ma questo conferma che gli operatori economici del porto, siamo stati
più attenti al manuale Cencelli per dividersi le aree d’influenza e marcare i
reciproci interessi, che a far partecipare i livornesi di una scelta
fondamentale per tutti, in una città di mare e di porto.
Insomma
quello che chiedono i portatori d’interesse economico è l'approvazione veloce
al buio senza partecipazione alcuna, caldeggiata
da Rossi con metodi di dubbia correttezza istituzionale, inventando normative ad
civitatem con modalità del tutto inedite nella storia urbanistica.
E chi pensa con
un po’ d’ingenuità che cambiare un piano una volta approvato, sia semplice e
indolore, evidentemente ignora proprio i principi basilari e le finalità della
pianificazione.
Proprio la
deregolamentazione continua con varianti che vanificano ogni studio generale
(condivisibile o meno) sono la causa del disastro urbanistico.
Per cui
insistere nelle forzature di approvare un piano di cui il poco che si sa non è
positivo ci sembra una scelta poco saggia, fare una piattaforma di dimensioni
gigantesche, grande come tutta la città ai primi del 900 comporta certamente un
po’ di problemi, rispetto ai quali lo scavo dei fondali e i fanghi inquinati sono
solo una parte del problema.
Una cosa è
del tutto evidente; il PRP non è allineato agli strumenti urbanistici in
vigore, in poche parole non rispetta il PRG della città, costretta a subire una
variante che stravolge le scelte generali invarianti, peggiorando il rapporto
tra edificazione e servizi.
Pare
evidente il rischio di compromettere in modo definitivo (dopo gli abusi
urbanistici consentiti della Porta a Mare) la realizzazione di un vero porto
turistico nel Mediceo, tra i più belli di Europa, che nel piano è condiviso tra
panfili e traghetti, ed è altrettanto chiaro che si è persa la terza gamba cioè
le riparazioni navali, dal momento che non si è affrontato per tempo l’incompatibilità
tra strutture alberghiere e commerciali e il bacino grande di carenaggio.
Non e'
previsto un sito idoneo per il trasferimento del Rivellino lasciando così
irrisolto lo scempio del depuratore nel cuore del centro storico.
A quanto
pare si vuole continuare a sottomettere l'interesse comune agli interessi d’impresa.
Imprese che peraltro non hanno garantito altro che progressiva desertificazione
di attività e di lavoro.
Noi vorremmo
cambiare e per questo la maggioranza dei livornesi ha scelto al ballottaggio Nogarin, che
proprio questo ha promesso alla città.
Pare
che il PD abbia perso il governo della città ma non il potere e continua a
pretendere di dettare legge, imponendo al Sindaco le scelte bocciate dalle elezioni.
Se
questa è democrazia.
Daria Faggi
d
ell’Osservatorio Trasformazione
Urbane Livorno
Livorno 8 gennaio 2014