Ancora una nuova
scelta, senza prospettive dell’attuale Amministrazione Comunale, che ritarda solo
la realizzazione del nuovo ospedale in Viale Alfieri. L’Asl chiudendo i
distretti mette a rischio la qualità e le quantità delle prestazioni
socio-sanitarie, attuali e future del nostro territorio.
Oggi è opportuno accantonare l'idea di spostamento dell'area
ospedaliera, continuando l'opera di ristrutturazione dello storico nosocomio di
via Alfieri, opera iniziata con il Progetto Mariotti (già costata 100 milioni
delle vecchie lire), occorrono ancora altri 80 milioni di euro per realizzarlo.
Servirebbero 300 milioni, per costruire un piccolo ospedale in Via Mondolfi in
una posizione decentrata, spostamento mai previsto urbanisticamente, anzi, in
contrasto con le normative e le invarianti del piano strutturale Cagnardi, consumando
altro prezioso territorio collinare.
I livornesi sanno per esperienza diretta, come la posizione centrale dell’attuale
ospedale lungo viali di scorrimento veloce, consentano una buona accessibilità
anche con i mezzi pubblici, inoltre nella zona retrostante esistono molte aree
libere e pubbliche che consentono di creare nuovi accessi, e di dotare di ampio
parcheggio l'attuale ospedale, mentre la viabilità e la fruibilità per gli
anziani senza auto privata, peggiorerebbe nella nuova localizzazione. Inoltre,
con il decentramento si andrebbe a impattare con nuova massiccia
cementificazione l'area pedecollinare e collinare, assai delicata per l'assetto
idrogeologico a rischio medio alto, con aree franose già segnalate e
conosciute.
Sappiamo inoltre che dove nasce una struttura ospedaliera, nascono
cementificazioni secondarie, dovute alle opere di urbanizzazione rese
necessarie dall'opera di rilevante interesse pubblico. Ville e villini
potrebbero saturare le colline fino a Monterotondo, dove è in vendita la
splendida area dell’ex villa Rodocanacchi.
Non ci sono finanziamenti regionali o europei: la regione ha garantito
un prestito e nulla più, e non ci saranno penali da pagare, sospendendo
l'operazione, perché come si legge con chiarezza nell'appalto stesso, la
costruzione è subordinata al reperimento dei fondi necessari, al momento
inesistenti. Lo stesso dott. Porfido, nuovo direttore Asl, ha recentemente
sottoposto alla regione le problematiche legate al buco di bilancio prodottosi
con le gestioni precedenti, e le evidenti difficoltà a reperire i finanziamenti
previsti, tramite la vendita del patrimonio, dismesso a tale scopo, dall'ASL.
Le cause sono evidenti visto il collasso del mercato immobiliare per la crisi.
Si possono ristrutturare e sostituire in parte gli edifici dell'ospedale
storico con nuove strutture, come è stato per la piastra chirurgica. Una volta
salvaguardato l'impianto planimetrico, le belle gallerie vetrate di
collegamento, l'edificio centrale prospettante sul viale Alfieri, niente vieta,
sentito il parere della Sovraintendenza (niente ha vietato in passato, niente
vieta ora), adeguamenti funzionali resi necessari per il miglioramento
dell'efficienza e della messa a norma del nosocomio; migliorando il confort
creando camere a due letti al posto delle attuali camerate, che un modesto
architetto o ingegnere può realizzare senza difficoltà, e senza bisogno di
ricorrere a grandi progettisti di fama internazionale.
Il referendum del 2010 è stato dichiarato nullo per insufficiente
affluenza di votanti (abbiamo raggiunto poco meno del 30%), ma di la a dire che
i promotori lo abbiano perso ce ne corre, se il'73% dei votanti ha votato
contro lo spostamento.
Oggi ai livornesi manca un confronto partecipato sul modello sanitario
pubblico, da adottare per il futuro (bloccando le privatizzazioni della sanità,
scelta antipopolare), non si comprende bene quale idea complessiva di servizio
sanitario abbiano i dirigenti sanitari.
Confidando nel sostegno dei tanti operatori sanitari che hanno a cuore
il diritto democratico dell'accesso di tutti alle cure necessarie, è il caso di
riprendere un dibattito pubblico e trasparente, su un interesse che ci riguarda
tutti. E’ ora di
cambiare.
fa parte di dell’Osservatorio
Trasformazioni Urbane
Livorno 30 ottobre 2013