Osservatorio
Trasformazioni Urbane
Livorno
17 febbraio 2015
Perché a Livorno per approvare il Piano
Regolatore Portuale (PRP) è indispensabile una variante al Piano Strutturale
(PS) , cioè allo strumento di pianificazione urbanistica del Comune?
Visto che il PS è in vigore, seppur
ampiamente rimaneggiato e variato, dal
1997, sarebbe stato buon senso, rispetto
delle istituzioni democratiche, nonché
delle indicazioni presenti in
dottrina e giurisprudenza, ribadite
nella recente legge urbanistica della Regione Toscana (Norme per il governo del
territorio, L.R. 65/2014), che il PRP si
adeguasse al PS.
Nella realtà, con la Variante al PS,
adottata dalla precedente Amministrazione e non ancora approvata, c’è
stato uno spostamento di parte del territorio comunale, già normato,
dall'ambito comunale a quello portuale, con il conseguente e inopportuno
spostamento di competenze dalla autorità comunale alla autorità portuale. Questo riguarda l’area della Bellana, la porta a mare (area
ex cantiere) e la fortezza vecchia, declassata a Terminal dentro la stazione
marittima, insomma quella parte di territorio che, nell'attuale strumento
urbanistico, rappresenta il cardine per la ricomposizione dell'ambito urbano
con quello portuale ed è definito come SISTEMA DELLA CENTRALITÀ. Insomma la
filosofia generale del piano, con la cancellazione di questo obiettivo
centrale, viene completamente stravolta, trasferendo l'area dal SISTEMA
INSEDIATIVO al SISTEMA PORTUALE E DELLE
ATTIVITÀ, e come ovvio, il nuovo e diverso inquadramento modifica prescrizioni
e normative. pregiudicando il futuro piano di riassetto della città.
Alcuni esempi:
·
l’area ex Cantiere
e Bellana passa da area a servizi nel
sistema insediativo, ad area portuale, grazie alla variante che, contestualmente, determina
modifiche all'intero impianto del PS e del Regolamento Urbanistico (RU),
producendo un aumento dei vani totali da 15.300 a 17.700.
·
la nuova Stazione
Marittima, che ingloba anche la Fortezza
Vecchia, determina il passaggio nella tipologia commerciale da 3.500 mq a
12.500 (senza per altro nessuna indicazione su quale tipo di strutture
commerciali- grandi?, medie? piccole?), il terziario passa da 20000 a 22000 mq,
il turistico ricettivo da 10.000 a 11.000 mq, mentre i servizi pubblici
decrescono da 76.000 a 55.000 mq. Va inoltre sottolineato che, se vogliamo
salvaguardare i valori storico-artistici, la destinazione del più importante
monumento architettonico della città, la Fortezza
Vecchia, il cui restauro è ancora da completare, non può certo essere
consegnato all’ambito portuale e tantomeno si può pensare di contaminare il
capolavoro del Sangallo, usandolo impropriamente come Terminal nella Stazione
Marittima.
·
Porto turistico: riaffiora come
un inquietante fantasma l’indicazione della Bellana, progetto lanciato alla fine degli anni 70,
riproposto a metà degli anni 80, affondato all'epoca a grande maggioranza,
mentre viene continuamente bloccata e procrastinata con miope ostruzionismo. la
realizzazione del Porto Mediceo, che ha giustificato l’operazione Porta a Mare
di cui doveva costituire il cuore pulsante.
Cosa ha a che vedere questo spostamento
con le questioni cruciali per il porto, quali il problema degli alti fondali e
della darsena Europa, la logistica, l’operatività, il trasporto merci e
passeggeri su ferro, l'intermodalità, la riorganizzazione in terminal
specializzati?
Interverremo con un apposito
documento sui contenuti del PRP; intanto desideriamo sottolineare che appare
assai grave, comunque, la scelta di rinchiudere il dibattito sul piano portuale
e sulla variante a una ristretta cerchia
di operatori. Per la città il porto è, al di là delle competenze, una questione
di primaria importanza così come la
destinazione delle aree di cerniera tra città e porto e dunque escludere per
anni la cittadinanza dal confronto e dalla partecipazione è davvero
inconcepibile. Tra l'altro nel dibattito, forse a qualcuno sarebbe tornata alla
mente una promessa fatta da almeno due sindaci ai veneziani, di liberare il
quartiere dal depuratore al Rivellino, in pieno centro storico, e l’opportunità
di spostarlo in area portuale industriale, come auspicato dalla stessa Regione
Toscana nel parere del 2012 al rapporto preliminare. Oppure sarebbe emersa la
necessità, per pedonalizzare il quartiere Venezia, di reperire spazi di
parcheggi oltre la cinta esterna, appena fuori piazza del Luogo Pio, oggi
impropriamente ridotta a informe area ingombra di automobili.
Oggi in molti si chiedono se c’è ancora il
tempo per cambiare vecchi indirizzi non più condivisi.
Il sindaco, alla luce del titolo V della
costituzione, che esclude la possibilità di sostituzione di competenze tra le
istituzioni, potrebbe ricorrere al Tar, chiedendo una sospensiva, anche alla
luce delle leggi regionali recentemente approvate.
In effetti proprio in autunno la Toscana
si è dotata di un nuovo Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) e di una nuova
legislazione urbanistica, che ribadisce che i piani portuali devono rispettare gli
strumenti urbanistici in vigore: a Livorno sta avvenendo esattamente l'opposto,
si modifica il PS per adattarlo al PRP.
Appare necessario anche il raffronto degli
strumenti, non ancora approvati, con il nuovo piano paesaggistico, onde evitare
il rischio di adottare strumenti nuovi già in contrasto con la legislazione
vigente, specie in mancanza di una specifica
Valutazione Ambientale Strategica ( VAS) per l'area più impattante prevista: la
Darsena Europa.
Dunque a nostro avviso la Giunta Comunale,
previa indicazione della volontà di procedere
a un nuovo indirizzo riguardo alla pianificazione del territorio comunale e
della volontà di evitare opere sovradimensionate e nuove cementificazione in
mare e in città, ha gli strumenti istituzionali per chiedere modifiche e
prescrivere adeguamenti della pianificazione ai nuovi indirizzi del comune e
alle nuove leggi regionali.
Certo si deve tener presente un concetto
ben espresso da una frase di Rigoni Stern: «Nessun
vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per chi lo sa anche la brezza
sarà preziosa»