venerdì 18 ottobre 2019

A proposito di nuove ipotesi di localizzazione della struttura ospedaliera. p.O.T.U. Daniela Bertelli e Daria Faggi


Un vuoto di memoria: Non perdere la testa e la memoria è obbligo di tutti. Claudio Magris.


Dopo gli ’articoli comparsi in questi giorni su Il Tirreno riguardanti  una ipotesi di diversa ubicazione dell’ospedale nuovo, diversa da quanto previsto dal Piano Strutturale, ,come Osservatorio Trasformazioni Urbane  riteniamo opportuno  intervenire nuovamente su una questione che ha ormai una storia ultradecennale,  che ha visto scelte,  per usare un eufemismo, avventurose: una localizzazione urbanisticamente assai discutibile, una ipotesi di reperimento di fondi che privava la comunità di molti “beni pubblici”, il ricorso allo strumento  projet financing,  che aveva già mostrato in numerose esperienze di essere fallimentare ed anche molte menzogne (ricordate quando si parlava, ad esempio,del pericolo di perdere i “finanziamenti europei”, mai previsti in realtà ?)

Quelle scelte, su cui non era stato attivato alcun percorso partecipativo, se non confronti   “carsici”, (per usare una espressione del sindaco di allora), hanno comunque provocato una forte reazione: la costituzione di un comitato cittadino contro la localizzazione a Montenero basso, dibattiti, raccolta di oltre 11.000 firme e articoli di architetti , anche dell’osservatorio trasformazioni urbane per l’urbanistica  partecipata, un referendum fortemente osteggiato dalla Amministrazione allora in carica, che dette comunque un risultato inequivocabile contrario alla localizzazione allora individuata.

Infine si è convenuto che il miglior sito dove far nascere il nuovo ospedale, è  e resta l’attuale area ospedaliera di Viale Alfieri., un’area  semicentrale agevolmente raggiungibile da ogni quartiere della città anche in autobus, e  senza patente e auto privata, condizione di molti anziani che sono ovviamente i più assidui frequentatori di ospedale e poliambulatorio; e’  inoltre, possibile una volta aperto l’ingresso in viale Carducci,come già era previsto nel vecchio progetto di ristrutturazione,organizzare spazi di parcheggio per autoambulanze ,il personale e i visitatori .

Abbiamo spiegato fino alla noia che il sistema a padiglioni è adottato anche oggi in altre città e regioni e che i padiglioni si possono perfettamente ristrutturare rendendoli efficienti e rispondenti alle esigenze dei tempi, ma che se si fosse scelto un nuovo ospedale a monoblocco, esisteva la possibilità di costruirlo senza problemi, alle spalle dei padiglioni storici, esattamente come  pochi anni fa è stato possibile costruire la nuova piastra della chirurgia.

Certo questa scelta urbanistica, che, lo ricordiamo è stata recepita nel Piano strutturale, impedisce che l’area di viale Alfieri diventi oggetto di speculazioni edilizie, mentre si colloca all’interno della logica del non consumo del territorio . Riteniamo che a questo punto il gioco di proporre aree nuove d’intervento, serva soltanto a riempire qualche colonna dei quotidiani locali e a ritardare finanziamenti e realizzazioni cosa di cui la popolazione  livornese non ha alcun bisogno; concentriamo la partecipazione sul tipo di sanità che desideriamo e sulle modalità di risposta edilizia a tale tipo di sanità.

Ridurre le aree verdi, ipotizzare nuove edificazioni ci sembra, inoltre,  una scelta incapace di cogliere quel rinnovato e forte interesse per le questioni ambientali, espresso anche e soprattutto dalle giovani generazioni, il cui futuro dovrebbe stare a cuore a chi opera scelte che inevitabilmente si ripercuoteranno lungamente sull’assetto urbano futuro.

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Livorno 18 ottobre 2019