lunedì 25 gennaio 2021

Una profonda preoccupazione

Livorno  24 gennaio 2021

È quella che avvertiamo dopo aver letto l’articolo comparso sulla stampa cittadina che riporta le dichiarazioni del Sindaco e dell’ Assessora all’Urbanistica  del Comune di Livorno a proposito di possibili future scelte sul territorio.

Per memoria e per riflessioni e valutazioni, ci sembra opportuno fare un po’ di storia recente.

Era il maggio del 2019 quando Luca Salvetti, candidato sindaco, presentava pubblicamente il suo programma elettorale, in  cui, per quanto riguardava le intenzioni sul terreno delle politiche urbanistiche  non si faceva cenno ad una espansione del costruito al di là della Variante Aurelia; anzi, in alcuni passaggi del documento sembrava di poter intravedere la scelta responsabile di riuso e recupero della città costruita e di rinuncia a espandere la cementificazione in aree extra urbane. 

Grande lo spazio dedicato al tema della partecipazione nel campo del governo del territorio e riportiamo qui, sempre per memoria, alcuni passi

“Crediamo nella informazione e nella partecipazione consapevole ed attiva di singoli cittadini, delle associazioni culturali e sociali e delle categorie economiche…... La partecipazione deve avvenire “prima” che determinate scelte siano fatte. E definiremo parametri a questo proposito. Definiremo quando e come favorire la partecipazione. Intendiamo favorire l’ascolto critico e le buone pratiche, sperimentando nuove forme di cittadinanza attiva e di democrazia urbana. Un nuovo progetto urbano deve saper leggere bisogni, accogliere nuove pratiche di confronto, interpretare e agire….

Una nuova cultura di governo della città farà della partecipazione anche un argine ad interessi di parte ed a personalismi. L’ Urban Center  sino ad adesso è stato soprattutto utilizzato, salvo rari casi, come un luogo della comunicazione istituzionale. Possiamo e soprattutto dobbiamo invece far si che la Casa della Città si apra alla città tutta, sia avvertita come luogo di studio e informazione finalizzata al “conoscere per decidere”. 

Affermazioni assai condivisibi, almeno da noi dell’OTU che da anni interveniamo perché questo si realizzi, non solo per una declinazione del termine democrazia nel senso di democrazia reale, ma anche nella convinzione  che la partecipazione  sia “anche un argine ad interessi di parte ed a personalismi. “, come è scritto nel sopracitato programma elettorale.   

Sembrava, questa affermazione, una critica, anche se non esplicita,  alla cosiddetta urbanistica contrattata che ha dato una patente di liceità alla pratica di favorire corposi interessi privati al posto dell’interesse della collettività.

Arriviamo al dicembre 2020 e sindaco e assessora all’Urbanistica ci informano attraverso una conferenza stampa, i cui contenuti sono riportati su Il Tirreno in un articolo   di Mauro Zucchelli, dal significativo titolo  “Prg, in ballo   la fine del tabù della Variante Aurelia…”, che non è da escludere l’occupazione e l’edificazione al di là della Variante perché, se  è presente l’intenzione di non consumare altro suolo si vuole altresì evitare che la riconversione di aree all’interno della città provochi quello che l’assessora  chiama,  usando un termine di difficile comprensione per chi non è addentro al linguaggio tecnico,  l’appiccicume 

Non sappiamo quanto l’assessora frequenti le strade della nostra città e quanto abbia avuto tempo e modo per vedere i numerosi cartelli di vendita di immobili, gli appartamenti vuoti, i fondi commerciali chiusi da anni

Il sindaco, poi, aggiunge che “..sono state decine le occasioni in cui qualcuno è venuto a chiedermi aree per insediamenti produttivi…”: pensavamo, evidentemente a torto, che le scelte di chi è chiamato a “governare”  fossero conseguenza di studi e analisi dei fabbisogni, delle valutazioni dei guadagni e delle perdite che possono comportare per la collettività e non di richieste individuali.


Il riferimento, poi, alla partecipazione sul terreno del governo del territorio è quasi offensivo per chi a questo crede, perché confonde la partecipazione con l’organizzazione di alcuni incontri, per altro assai poco frequentati, almeno quelli aperti alla “semplice” cittadinanza, 

Emblematica è la vicenda del nuovo ospedale, di cui l’OTU e parte consistente della cittadinanza attiva si stanno occupando da tempo ,cercando di fermare una localizzazione  ( tra l’altro in contrasto con il piano strutturale di Livorno) che arreca danni gravi a un importante parco, il  Pertini/Parterre, cementificando un’ ampia area di verde attrezzato, contro ogni logica di sviluppo sostenibile,e che determina l’abbandono alla speculazione o al degrado del bell’ospedale di viale Alfieri.

Profonda la preoccupazione che le dichiarazioni contenute nell’articolo, a cui abbiamo fatto più volte riferimento, destano perché possono preludere a scelte che  vanno in totale controtendenza rispetto alla ormai ineludibile necessità di risanare,  bonificare i siti inquinati, rendere abitabile in sicurezza la città con grandi opere di prevenzione eliminando il rischio idrogeologico e sismico, trasformando le reti idriche per adeguarle alle mutazioni climatiche, rispettando e incrementando le aree a verde e alberate esistenti, riconvertendo le fonti energetiche inquinanti in energia rinnovabile e riducendo gli sprechi .

Sono operazioni queste che costituiscono un rilancio virtuoso di una economia finalmente centrata sul benessere e sul rispetto e la cura dei beni comuni.

Osservatorio Trasformazione urbane

Daniela Bertelli Daria Faggi Tommaso Tocchini


Un simulacro di partecipazione - Livorno ed il nuovo ospedale

 

 Livorno 23 settembre 2020

All’ Avv. Francesca De Santis Garante  regionale  

dell'informazione e della partecipazione Regione Toscana

Come Osservatorio Trasformazioni Urbane da anni sosteniamo che la partecipazione attiva è uno degli elementi imprescindibili di un buon governo: sul nostro blog sono presenti documenti e proposte in tal senso. http://urbanisticapartecipatali.blogspot.com/

Ci permettiamo quindi di segnalare i comportamenti e le scelte adottate dal Comune di Livorno nell’iter che dovrebbe portare alla realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella nostra città, che ci sembrano poco coerenti con quel  principio di partecipazione che ridefinisce in chiave democratica il rapporto tra amministratori e amministrati trasformando questi ultimi da spettatori a protagonisti dell’operato dei pubblici poteri. 

Pensiamo che un’opera come quella definita “Nuovo Ospedale” sia sicuramente degna di essere accompagnata fin dalla sua ideazione da un progetto di seria e coinvolgente partecipazione, soprattutto quando la sua realizzazione comporta:

varianti al piano strutturale  di recente approvazione, senza una adeguata valutazione dell’impatto urbanistico ambientale su una vasta zona della città,

smantellamento di un parco pubblico la cui realizzazione è costata, solo 30 anni fa, 2 miliardi di lire, 

pesante intervento su un parco storico (del 1845) tutelato.

E, in  ultimo, ma non meno importante, il progetto non è accompagnato da una benché minima ipotesi  di un modello complessivo di sanità sul territorio, se si escludono retoriche quanto inconsistenti affermazioni.

Che cosa è accaduto a Livorno?

Dopo una tragicomica vicenda ormai decennale, in cui se c’è stata continuità è stata quella di non aver voluto o saputo attivare forme di partecipazione decenti, arriviamo alle vicende a partire dal marzo 2019.

Marzo 2019

Un progetto è  approvato, come schema di realizzazione, dalla giunta regionale e da quella comunale (senza nessuna forma di reale partecipazione. Ne abbiamo notizia dalla stampa) 

Ottobre 2019 

La giunta regionale toscana  delinea  il piano di investimenti del sistema sanitario per il triennio 2019-2021: per l’ospedale di Livorno sono previsti  circa 260 milioni (tra quanti ne serviranno per la costruzione, ovvero quasi 200 compresa la casa della salute e per i macchinari). Si presume che il progetto sia quello del marzo 2019 

Dicembre 2019

Firma dell’accordo per il Nuovo ospedale di Livorno,  tra Regione Toscana-Comune di Livorno –Asl:  si parla di  245 milioni  e di alcune non sostanziali modifiche: quali?

21 aprile 2020

 Da poco uscita dal lockdown,  la città è informata dai media locali che è pronto un nuovo progetto alternativo al precedente.

10 giugno:

Firma nuovo accordo tra Regione Toscana, Comune di Livorno, Asl Toscana nord ovest, Provincia di Livorno,  Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etno antropologici per le province di Pisa e Livorno. Lo apprendiamo dalla stampa e nell’articolo comparso sulla Gazzetta di Livorno  siamo informati per bocca del sindaco che i primari ospedalieri e gli operatori  sanitari hanno espresso parere favorevole all'ipotesi del nuovo ospedale, ma senza che vengano specificate date e modalità degli incontri  (riunione dipartimentale, unità operative…). 

Ma..

Non tutti dovevano essere così entusiasti, dal momento che nel Luglio compaiono, sempre sulla stampa, articoli che riportano le critiche espresse dalla Fials.

4  settembre 2020: conferenza stampa del Comune di Livorno in cui si comunica che  “Entrano nel vivo le attività del percorso di informazione e partecipazione sul nuovo Ospedale di Livorno; un percorso promosso dal Comune di Livorno in accordo con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest perché i cittadini , attraverso una serie di incontri, possano ricevere le informazioni sulle caratteristiche del nuovo progetto di struttura ospedaliera  nell’attuale fase di redazione dello studio di fattibilità. (fonte https://www.gonews.it/2020/09/03/nuovo-presidio-ospedaliero-di-livorno-al-via-il-percorso-di-informazione-e-partecipazione/ Copyright © gonews.it 

Sembra del tutto chiaro che il Comune di Livorno non ha le idee ben chiare sulla differenza tra informazione e partecipazione.

Tanto è vero che nel periodo precedente all’avvio  del percorso cosiddetto partecipativo, l’Amministrazione Comunale comunica la sua intenzione di “svolgere un'indagine di mercato per acquisire preventivi dagli operatori economici interessati a svolgere il servizio denominato “Esecuzione degli esiti del Piano della Caratterizzazione ed Analisi del Rischio sito specifica dell'Area ex Pirelli Sice Cavi”, cioè l’area di espansione per il nuovo presidio ospedaliero, giudicata dagli uffici tecnici comunali in data 03/12/2009 “potenzialmente contaminata” tanto da giudicare “le operazioni bonifica per la realizzazione di un ospedale particolarmente severe per rispondere ai requisiti di qualità dei terreni” Scadenza per presentazione dei preventivi 27 luglio 2020, spesa prevista 39.000 euro circa.

In data 7 settembre 2020 apprendiamo dalla stampa locale che la settimana precedente il Comune di Livorno ha ceduto all’Asl i terreni ex Pirelli, con un baratto virtuale, che dovrebbe realizzarsi alla fine (quando?) della costruzione del nuovo ospedale. Non compare alcuna indicazione sui passaggi istituzionali attraverso i quali è stata deliberata questa permuta.

Ci pare che sussistano tutte le condizioni di una grande preoccupazione sulla possibilità di poter godere, come abitanti di Livorno,  di una reale democrazia partecipativa.

Grazie per l’attenzione

Distinti saluti  

Osservatorio Trasformazione urbane





domenica 24 gennaio 2021

LA VICENDA DEL PARCO URBANO SCAMBIATO PER AREA EDIFICABILE


Articolo di Tommaso Tocchini pubblicato sulla rivista Ecologia Urbana.


La costruzione del nuovo blocco ospedaliero di Livorno, in un’area sottratta al Parco Pubblico prossimo al complesso ospedaliero storico, è l’oggetto dell’accordo sottoscritto il 10 Giugno 2020 da USL6, Regione Toscana, Comune di Livorno e perfino dalla Soprintendenza A.B.A.P. che, si ricorda, è l’organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che avrebbe il compito istituzionale di tutelare il patrimonio architettonico, paesaggistico, storico e artistico oltre a cooperare con la Regione e gli enti territoriali per la sua valorizzazione.

Il Parco coinvolto nel progetto, si trova sulla direttrice dell’acquedotto Leopoldino, in prossimità della “Gran Conserva”, ovvero il Cisternone, realizzato come gli altri due capisaldi del sistema di approvvigionamento idrico della città  ( il Cisternino di città e il purgatoio di Pian di Rota )  nella prima metà dell’800 dall’architetto Pasquale Poccianti, lungo il viale e “passeggiata” degli Acquedotti, oggi viale Carducci.  

Il Parco, conosciuto come Parterre, anch’esso progettato da Poccianti, primo esempio di parco pubblico in Europa, fu realizzato a protezione e valorizzazione del Cisternone, come espansione della fascia di verde della passeggiata che usciva dalla città in storica in direzione delle sorgenti; negli anni 80 il parco fu ampliato, ad est, con un’area compresa nei parametri urbanistici per l’intervento residenziale attuato sull’area di demolizione di buona parte degli stabilimenti della ex Pirelli adiacente ad esso; questa zona ceduta al Comune di Livorno, fu naturalizzata ed attrezzata con spazi ludici e l’intero parco rinominato Parco Pertini, secondo il progetto dell’architetto paesaggista Guido Ferrara.

L’area pertanto si connota come zona di particolare pregio urbanistico e culturale ed un bene ambientale per le essenze arboree presenti e per l’architettura del verde del parco, insieme ai fabbricati contemporanei alla realizzazione del viale di epoca ottocentesca.

Le sopracitate considerazioni, ed il dovuto riguardo alla tutela e salvaguardia del parco, e dell’immagine storica presente per tutto lo sviluppo del viale Carducci, compresi gli edifici rimasti dell’opificio Pirelli (complesso tutelato come archeologia industriale), devono indurre a rivedere la collocazione del nuovo ospedale prevista dallo studio di fattibilità.

L’integrità dell’intero Parco Pertini va infatti conservata e mantenuta e con questa tutte le attuali aree permeabili e tutte le essenze arboree presenti, comprensivo dell’area ludica eseguita dal Comune di Livorno sull’area ex Pirelli; ciò e soprattutto in considerazione che esistono all’interno dell’attuale perimetro ospedaliero superfici già asfaltate o edificate da liberare dove inserire il nuovo progetto di struttura.  E ad ulteriore motivazione va considerato che la posizione prevista per una volumetria così importante (il prospetto è di circa 100 m x 16 m), priva totalmente il parco dell’intera parte più recente e delle sue attrezzature, ed essendo posta a ridosso dell’ottocentesca sua parte storica, ne pregiudicherebbe fortemente anche l’apertura visuale e la luminosità, garantita dall’ampio circo di pattinaggio, condizionandone la godibilità e l’uso con la sua presenza incombente.

Il concetto di patrimonio comune e storico coinvolge non solo i monumenti e gli edifici di un territorio ma anche il suo paesaggio naturale o costruito, elementi che sono intrinsecamente connessi nel processo storico che va avanti, ma che di questi valori deve far tesoro specialmente allorquando costituiscano parte rappresentativa di una città e luogo vitale e tradizionale dei suoi abitanti, ed il parco Pertini/Parterre lo è.

Ridurre le aree verdi e ipotizzare nuove edificazioni ci sembra, inoltre,  una scelta incapace di cogliere quel rinnovato e forte interesse per le questioni ambientali, espresso anche e soprattutto dalle giovani generazioni, il cui futuro dovrebbe stare a cuore a chi opera scelte che inevitabilmente si ripercuoteranno lungamente sull’assetto urbano futuro.

In questa vicenda emerge anche l’incapacità o la rinuncia, in fase di progettazione, a confrontarsi con il contesto e ad affrontare un processo più complesso di comprensione attraverso l'osservazione e l'ascolto, a chiedersi cosa rappresenta l’impianto ospedaliero storico e come questa permanenza può dialogare con una nuova fase di ampliamento e ristrutturazione che consenta di stratificare funzionalmente in continuità anche il contrasto di linguaggio tra il patrimonio storicizzato e gli indirizzi funzionali contemporanei della cultura architettonica.

La soluzione scelta, dettata dalla semplificazione e dall’adozione di un modello standard che si cala facendosi spazio in un contesto fragile e prezioso, non prelude certamente a costituire motivo di orgoglio cittadino (come lo fu peraltro per la realizzazione dell’attuale ospedale) ma ribadisce una tendenza locale alla massima convenienza dell’attività edilizia, sia privata che pubblica, lasciando intravedere una prospettiva speculativa nella separazione fisica del nuovo dall’ospedale storico, che al di la delle buone intenzioni ventilate dalle autorità locali per un loro riuso sanitario e sociale, rimarrà una preziosa risorsa immobiliare da convertire in mano ad un soggetto di fatto privato che è l’Azienda USL.

 

Non si affrontano qui gli altri aspetti controversi della questione legati al rispetto degli strumenti urbanistici o la loro corretta gestione, alla giusta interpretazione delle nuove esigenze dell’organizzazione sanitaria, od alla salvaguardia del patrimonio comune e storico rappresentato dal vecchio nosocomio, alle pesanti ripercussioni di questa soluzione sull’assetto viario, cui come Osservatorio abbiamo dedicato numerosi interventi.

È certo che se dovesse realizzarsi questa previsione infausta la città subirebbe una profonda ferita per l’incapacità di leggere il suo tessuto e la sua anima, perseguendo in una gestione urbana e del territorio distratta miope.

TT per  O.T.U.  (Osservatorio delle Trasformazioni Urbane,)


 

TABELLA PARCO PERTINI/PARTERRE

 

superficie totale

mq 40.200

superficie a prato

mq 17.800

piante altofusto

n. 810

Macchia mediterranea

mq 2.630

piante a siepe

mq 810

parcheggio verde

mq 1.265

superfici pavimentate

mq 11.406

principali essenze arboree o arbustive

leccio, pino domestico, bagolaro, magnolia, tiglio, palma delle canarie, pioppo nero, ippocastano, platano, acacia rustica, acacia dealbata, canfora, cipresso, uscus, cotonaster, viburno, corbezzolo, mirto, alloro,  plumbago

tipologia d'uso

ricreativo - culturale

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


 

I dati della tabella sono dello stato attuale dell’intera area del parco Parterre/Pertini.

L’area che verrebbe sottratta al parco corrisponde pressoché all’ampliamento degli anni 80: complessivamente circa 19.550 mq di cui 11.000 mq di superficie pavimentata ( i percorsi e il circo di pattinaggio ) 7.600 mq  aree a verde, sistemate a prato con bordure fiorite e un’ampia fascia a macchia mediterranea e oltre 150 albera