Livorno 10.2.2011
A commento di recenti asserzioni dell’assessore regionale all’urbanistica e in esito al depotenziamento del trasporto pubblico il comitato promotore del referendum, nell’intervento pubblicato dal Tirreno il 30 gennaio, si è posizionato su generiche petizioni di principio verso il Piano Strutturale e l’ubicazione dell’ospedale; guardando più avanti, la Rete delle associazioni di sinistra Vertenza Livorno, con le sue scelte, vuole consolidare l’orientamento popolare contro gli sprechi del trasferimento a Montenero Basso, arcor più recriminabili dopo la notizia -guarda caso, diffusa solo a votazione avvenuta!- del ricorso del Comune ad alienazioni patrimoniali, per difficoltà di bilancio.
In più, le disavventure del nuovo distretto sanitario di Salviano sia viarie (lavori di accesso da via dei Pelaghi non ancora terminati) che elettriche (sette mesi di alimentazione con il generatore a gasolio arrivati a costare più della metà delle spese referendarie) hanno dimostrato che non meno perspicace era stato il dubbio sulla capacità degli uffici comunali di gestire il complesso intreccio tra alienazione del patrimonio sanitario dismesso, adattamenti funzionali in viale Alfieri, progressione dei lavori a Montenero, rivoluzionamento della viabilità.
Di fronte a tutto ciò e all’esito del megasondaggio referendario, che ha messo a nudo la desolante frattura tra cittadini ed istituzioni politiche sindacali associative –con buona pace del direttore dell’Asl che si è attribuito il consenso dei non votanti- abbiamo provato a dettagliare con l’assistenza di tecnici edili e sanitari l’ipotesi di ristrutturazione-ampliamento dell’ospedale storico, nei cinque punti successivi, credendo di essere riusciti a confutare gli argomenti principali dell’Amministrazione, l’impossibilità di raggiungere in viale Alfieri standard accettabili e il grave disagio all’attività sanitaria nel corso dei lavori:
1°) costruzione, dietro il pronto soccorso, di un monoblocco di 250-300 posti letto sull’area dell’edificio a due piani adibito a farmacia, magazzino medicinali e laboratorio analisi. Insieme ai limitrofi padiglioni 8° 9° 11° e ai reparti Utic e rianimazione della palazzina del pronto soccorso si raggiunge il numero di letti programmati per Montenero, raccolti nello spazio –si può dire- di un fazzoletto e a venti metri dal pronto soccorso;
2°) chi si straccerà le vesti, per la demolizione dell’edificio di recente costruzione della farmacia ed annessi, mediti sul ben più consistente abbattimento programmato del RSA Pascoli capace di 200 ospiti! Inoltre, con l’accesso diretto da via Del Corona, unitamente all’erezione di barriere fonoassorbenti e a filtri antipolvere, vengono ad essere di molto ridotti i disagi alle attività sanitarie;
3°) agli uffici direzionali sarebbe confermata la sistemazione nel palazzo centrale su viale Alfieri, (abbandonando Monterotondo agli appetiti edificatori), mentre il primo padiglione manterrebbe la destinazione ad hospice. E forse, esaudite tutte le occorrenze sanitarie quali l’ospedale di comunità e la riserva di letti in un periodo di transizione, diventa proponibile un futuro diradamento edilizio a vantaggio di nuovi polmoni verdi nel perimetro ospedaliero;
4°) è sempre apparso pretestuoso l’argomento di assenza di parcheggi, sollevato durante la campagna elettorale attraverso l’occultamento dei 300 nuovi posti complessivi in via Del Corona e piazza Maria Lavagna. In molti hanno già ricordato la disponibilità dei due capannoni in via della Meridiana;
5°) il progetto potrà essere esteso alla riqualificazione dell’intero megaisolato tra viale Carducci, viale Alfieri, via Gramsci e via Del Corona: spostamento dell’accesso al pronto soccorso e nuovi ingressi all’ospedale e al parco Pertini, il cui anfiteatro è adattabile ad eliporto notturno per sicurezza degli atterraggi e rispetto del riposo, risolvendo obiezioni ricevute nel corso dei volantinaggi referendari..
Per mezo dei quali abbiamo colto gli umori di centinaia e centinaia di livornesi, nell’attaccamento a tradizioni amate, contro le megalomanie tipo Ponte sullo Stretto, che in sostanza servono a spostare risorse dai consumi famigliari alle grandi holding finanziarie, e a favore di una incipiente sobrietà ecologica con uso più accurato di risorse da distribuire equamente verso molti servizi.
Ignazio Monterisi per i Cittadini Ecologisti
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