mercoledì 28 ottobre 2020

Informazione sull’incontro del 16 ottobre con il Sindaco Salvetti e l’OTU

 



Il 16 ottobre 2020 si è svolto un incontro, richiesto da tempo dall’Osservatorio Trasformazioni Urbane, tra quest’ultimo e l’Amministrazione Comunale sul tema del “Nuovo Ospedale”.

Erano presenti per l’OTU Daria Faggi, Leonardo Bertelli, Tommaso Tocchini e per l’Amministrazione Comunale Luca Salvetti, sindaco, Silvia Viviani, assessora all’Urbanistica, Leonardo Gonnelli, dirigente  Dipartimento Lavori pubblici e assetto del territorio e  Pietro Contorno  “addetto alla segreteria politica”.

 

 Quello che segue non è un verbale dell’incontro quanto piuttosto una nota degli argomenti affrontati e delle  impressioni di chi ha partecipato per l’OTU e sarà quindi usato da qui in avanti  il noi, quando riportiamo le posizioni espresse dai tre portavoce dell’OTU.

 

In apertura di incontro abbiamo illustrato, consegnandole, le tre lettere spedite alle competenti autorità regionali e nazionali, per segnalare quelle che ci sono sembrate irregolarità, incongruità o inadempienze nell’iter avviato dal  comune di Livorno per la costruzione di un nuovo ospedale. Alcuni dei rilievi e osservazioni più rilevanti sono state riprese e riassunte per chiarire motivi e natura dell’incontro.

 

L’iniziativa dell’invio delle tre lettere ha, perlomeno, indotto all’impegno gli uffici comunali per controllare la plausibilità delle argomentazioni  contenute nelle lettere stesse e questo, forse, dovrebbe assicurarci la massima attenzione da parte della Amministrazione Comunale nello sviluppo del procedimento avviato con la firma del protocollo di accordo, specialmente riguardo alle questioni più delicate. Secondo il Sindaco la denuncia dell’OTU sarebbe originata da un pregiudizio, per cui sarebbe stata imbastita una specie di azione preliminare fondata su fatti non consumati. In sostanza le notizie in base alla quali abbiamo promosso le suddette iniziative, tratte dai media locali, non rispondevano alla realtà dei fatti, ma solamente a congetture deducibili dai documenti e dalle comunicazioni ufficiali; questo prova l’approssimazione dei media stessi e,  implicitamente,  l’insufficiente capacità comunicativa del Comune.

Su questo punto il Sindaco ha affermato di aver voluto l’avvio del cosiddetto percorso di informazione e partecipazione  nonostante che in questo caso non fosse obbligatorio (sic!); noi abbiamo dichiarato di non ritenere che con questo si possa riparare all’esclusione della cittadinanza da una decisione di tale portata, dove il coinvolgimento di un bene pubblico come il Parco diventa dirimente, con un’azione tardiva e dalle prime avvisaglie inerte  rispetto a decisioni non reversibili ed abbiamo ribadito l’elusione agli obblighi alla partecipazione di tutte le Amministrazioni che si sono succedute dalla istituzione del regolamento. Comunque se è vero che il tipo di percorso è di secondo grado ovvero di consultazione/ascolto – fonte SIMURG-  ( che da quanto ci risulta dovrebbe essere “un approccio che prevede una fase di informazione sulle scelte operate, poi  una fase di ascolto degli stakeholder individuati rispetto all’ambito considerato, in seguito alle quali potranno poi essere considerate dall’Amministrazione le osservazioni emerse  per una valutazione della qualità delle politiche e per una eventuale rimodulazione delle stesse)  con una opportuna azione di vasta condivisione non si possono escludere ripensamenti se non proprio inversioni di rotta.

Il sindaco ha sostanzialmente ribadito la volontà di realizzare “finalmente un nuovo ospedale per la città” , scelta che abbiamo più volte ribadito anche noi, e  la sua convinta adesione al nuovo percorso proposto dalla regione, in quanto le motivazioni ( troppi vincoli nell’area dell’attuale ospedale, tempi troppo lunghi e difficile gestione dei cantieri ) gli sono sembrate inoppugnabili.

 

Nota: notiamo una contraddizione tra l’affermazione della esistenza di troppi vincoli e la facile rimozione di questi quando nell’  attuale  progetto si manomettono  pesantemente gli edifici di valore storico e testimoniale e pure un parco ottocentesco.

In sostanza si è potuto evincere dall’incontro che:

·         per i finanziamenti ed i tempi non ci sono dati certi,

·         che nessuna cessione d’area sarà eseguita fino a che non sia concluso l’iter di adeguamento urbanistico (Leonardo Gonnelli),

·         che il masterplan  è perfettibile (Sindaco),

·         e questi sono elementi che possono aprire uno spiraglio a possibili ripensamenti, almeno parziali.

·         non va negato comunque che le risposte sulle scelte progettuali che noi abbiamo fortemente contestato non ci hanno rassicurato:

 

1)           l’occupazione del parco Pertini, come avevo presunto fin da subito, è stata giustificata dal fatto che la superficie interessata coincide all’area ex STICE, corrispondente all’ampliamento del Parterre effettuato negli anni 80 su progetto dell’arch. Ferrara, quindi non “storicizzata” ed evidentemente non ritenuta soggetta a vincolo dalla Soprintendenza che è tra i firmatari del protocollo; il ché vuol dire che si è mirato alla soluzione facile, occupando un parco pubblico da barattare alla fine del gioco con un’area edificata da convertire a parco, evitando di affrontare la complessità di un puzzle interno al perimetro ospedaliero, che avrebbe obbligato all’abbandono di un modello standard, ma che avrebbe condotto a soluzioni meno banali e soprattutto avrebbe dato maggiore importanza al recupero della vecchia struttura, tema del secondo aspetto poco rassicurante. Peraltro abbiamo tenuto a precisare che la parete dell’edificio ospedaliero che sarà alta minimo 15 metri e lunga 150, sarà di enorme impatto rispetto al Parterre, perché praticamente coincidente con il confine, sempre che non sia necessaria, come riteniamo, una fascia di rispetto e servizio periferica all’ospedale nuovo che sconfinerebbe sulla zona del parco ottocentesco; comunque sarà una presenza ingombrante per i frequentatori del parco, che creerà un cono d’ombra per una buona parte del giorno e sostituirà la fonte di luce permanente che attualmente si gode dal cielo aperto sopra la pista e l’anfiteatro.

2)           È accertato che il vecchio ospedale non manterrà la sua funzione (esclusi alcuni edifici periferici);  la sua  conversione non ha ancora una finalità certa,  ci è stato riferito che gli edifici saranno destinati ad attività compatibili con la sanità e con le attività ospedaliere, attività che vanno dai centri di ricerca medica (CNR – Sant’Anna) al trasferimento delle RSA (centro Pascoli) agli alloggi temporanei   (di isolamento post-covid). Intanto sulle planimetrie vi sono indicazioni dell’abbattimento dei corridoi vetrati, elementi fondamentali per mantenere la visione unitaria del complesso e la sua memoria storico-architettonica.  Chiederemo la rettifica di tale previsione (il Sindaco, a cui evidentemente era sfuggita  questa previsione, ha garantito il mantenimento dell’integrità del complesso)  e chiederemo  che tutto ciò sia sottoscritto nell’accordo finale, perché sarà l’USL, proprietaria degli immobili, a dover realizzare la conversione, chiederemo inoltre che nell’accordo sia compreso il relativo piano finanziario o che questo sia collegato ad un contratto con i vari soggetti interessati alla gestione, che ne sancisca il mantenimento dell’integrità architettonica e compatibilità delle destinazioni al complesso sanitario.

Infine una nota sull’intervento dell’Assessora Viviani e la sua supponenza rispetto all’orientamento urbanistico da seguire che per sintesi  definiremmo urbanistica disinvolta. La questione meriterebbe un commento a parte, dal momento che questo modo di gestire la pianificazione rischia di produrre alla città più danni dell’urbanistica contrattata (vedi varianti anticipatrici). Questo atteggiamento è generato infatti dall’incapacità di esprimere un’idea di città e territorio, dalla creazione di un vuoto decisionale per la sua gestione che viene occupato da iniziative private che per natura non sono  in grado di contabilizzare i danni che un investimento potrebbe produrre nel lungo periodo, ma solo il profitto immediato.

Ultimissima, e amara, notazione: Contorno rispondendo alla domanda sul fabbisogno di letti in ospedale in rapporto alla popolazione ha detto che i letti non servono se non c'è il personale e dunque è un falso problema ....

Battuta infelice che ben esprime lo stato delle cose presenti .

 OTU

 

LIVORNO 16 OTTOBRE 2020

 

 

 

Osservatorio Trasformazioni Urbane abbiamo inviato alle diverse autorità competenti, tre documenti

 


Come Osservatorio Trasformazioni Urbane abbiamo inviato alle diverse autorità competenti, tre documenti  in cui segnaliamo gli aspetti di criticità dell’iter adottato da Amministrazione Comunale livornese in relazione alla  complessa operazione per  brevità chiamata “  nuovo ospedale, e esprimiamo le motivazioni e i contenuti del nostro dissenso .

 

Il primo:  è inviato alla  Garante regionale toscana della informazione e della partecipazione, titolato significativamente “un  simulacro di partecipazione “.

Pensiamo infatti che un’ opera di tale impegno

  • che richiede un complesso iter di variazione del vigente piano strutturale e dunque una adeguata valutazione di impatto urbanistico e ambientale,
  • che prevede tra l’altro   lo smantellamento di un parco pubblico la cui realizzazione è costata, 30 anni fa , 2 miliardi di lire,
  • che implica un intervento pesante su un parco storico ( 1845 ) 
  • che comporta la dismissione dell’attuale ospedale di viale Alfieri,

meritasse un progetto serio di  vera partecipazione della cittadinanza fin dalle prime mosse.

Invece, a scelte fatte e non condivise (l’accordo di programma è sottoscritto nel giugno 2020) , a settembre 2020 con una conferenza stampa ci viene comunicato che entra nel vivo il percorso di informazione e  partecipazione, in prima battuta definito di informazione e ascolto, promosso dal comune di Livorno in accordo con l’azienda USL Toscana nord ovest.

 

Il secondo documento è una istanza inviata alla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali  per segnalare l’inosservanza delle norme di conservazione dei beni storici  architettonici di valore testimoniale. 

Infatti viene intaccata pesantemente la morfologia dell’ospedale storico ( anni 30 )

 distruggendo le gallerie vetrate che collegano i padiglioni e costituiscono la caratteristica tipologica del nosocomio livornese .

Subiscono pesanti variazioni per essere inglobati nella nuova struttura ospedaliera

i capannoni della ex Pirelli, fin qui “tutelati”  ( sono state respinte proposte funzioni di parcheggi a servizio della zona ospedaliera che comportavano interventi molto leggeri).

Pesante è l’impatto sul parco storico ottocentesco noto come Parterre che dovrebbe essere soggetto a rispetto e tutela .

 

 

Il terzo documento è stato inviato alla  Corte dei Conti  per segnalare il sospetto di irregolarità nella gestione del denaro e  del patrimonio pubblico, almeno da quanto è dato di conoscere attraverso le notizie di stampa.

Il 9 settembre 2020 veniva annunciato che il comune di Livorno, attraverso una operazione di permuta dai connotati vaghi,  aveva  provveduto a cedere un’area comprendente il parco pubblico in zona ex Pirelli, una striscia del Parterre,

i capannoni lungo via della Meridiana, gli edifici siti in viale Carducci: la palazzina oggi destinata a scuola, la sede dell’AUSER e l‘attuale sede degli uffici parchi e giardini. L’operazione, strettamente legata al progetto nuovo ospedale, veniva compiuta senza predisposizione di varianti agli attuali strumenti di pianificazione,

 senza le  quali la costruzione della struttura progettata costituirebbe un grave abuso edilizio. 

Senza variante e dunque senza variazione della destinazione d’uso risulta che il comune ha ceduto all’Azienda sanitaria  (che dal ‘93 ha perso il carattere di organo della regione, per assumere a fine anni 90 la natura di ente pubblico economico con piena autonomia imprenditoriale) beni di demanio pubblico non alienabili  (parco, edificio scolastico e sedi di uffici e magazzini pubblici ) 

Come se non bastasse il Comune  per il carotaggio (finalizzato a quantificare il livello dell’inquinamento su terreni che sono stati alienati) sostiene una  spesa che, a nostro avviso, toccherebbe ai nuovi possessori .

 

 

 

In conclusione, ogni pretesa di coinvolgimento in processi tardivamente adottati che sembrano foglie di fico per nascondere l’irritualità e la dubbia correttezza amministrativa dell’intera operazione  “ nuovo ospedale “ appare poco convincente

 e non cambia la sostanza di un agire arrogante e decisionista che è  l’opposto di una urbanistica trasparente e partecipata .

Di fatto la grande maggioranza della popolazione  livornese  non è stata messa in grado di capire le trasformazioni in progetto, che consistono  tra l’altro  nello smantellamento dell’ospedale storico, destinato a diverso e non ben definito uso, 

insomma non è stata adeguatamente informata del fatto che la nuova struttura non si aggiunge al vecchio ospedale ma lo sostituisce interamente ( fatto salvo l’ottavo padiglione ) .