Livorno 24 gennaio 2021
È quella che avvertiamo dopo aver letto l’articolo comparso sulla stampa cittadina che riporta le dichiarazioni del Sindaco e dell’ Assessora all’Urbanistica del Comune di Livorno a proposito di possibili future scelte sul territorio.
Per memoria e per riflessioni e valutazioni, ci sembra opportuno fare un po’ di storia recente.
Era il maggio del 2019 quando Luca Salvetti, candidato sindaco, presentava pubblicamente il suo programma elettorale, in cui, per quanto riguardava le intenzioni sul terreno delle politiche urbanistiche non si faceva cenno ad una espansione del costruito al di là della Variante Aurelia; anzi, in alcuni passaggi del documento sembrava di poter intravedere la scelta responsabile di riuso e recupero della città costruita e di rinuncia a espandere la cementificazione in aree extra urbane.
Grande lo spazio dedicato al tema della partecipazione nel campo del governo del territorio e riportiamo qui, sempre per memoria, alcuni passi
“Crediamo nella informazione e nella partecipazione consapevole ed attiva di singoli cittadini, delle associazioni culturali e sociali e delle categorie economiche…... La partecipazione deve avvenire “prima” che determinate scelte siano fatte. E definiremo parametri a questo proposito. Definiremo quando e come favorire la partecipazione. Intendiamo favorire l’ascolto critico e le buone pratiche, sperimentando nuove forme di cittadinanza attiva e di democrazia urbana. Un nuovo progetto urbano deve saper leggere bisogni, accogliere nuove pratiche di confronto, interpretare e agire….
Una nuova cultura di governo della città farà della partecipazione anche un argine ad interessi di parte ed a personalismi. L’ Urban Center sino ad adesso è stato soprattutto utilizzato, salvo rari casi, come un luogo della comunicazione istituzionale. Possiamo e soprattutto dobbiamo invece far si che la Casa della Città si apra alla città tutta, sia avvertita come luogo di studio e informazione finalizzata al “conoscere per decidere”.
Affermazioni assai condivisibi, almeno da noi dell’OTU che da anni interveniamo perché questo si realizzi, non solo per una declinazione del termine democrazia nel senso di democrazia reale, ma anche nella convinzione che la partecipazione sia “anche un argine ad interessi di parte ed a personalismi. “, come è scritto nel sopracitato programma elettorale.
Sembrava, questa affermazione, una critica, anche se non esplicita, alla cosiddetta urbanistica contrattata che ha dato una patente di liceità alla pratica di favorire corposi interessi privati al posto dell’interesse della collettività.
Arriviamo al dicembre 2020 e sindaco e assessora all’Urbanistica ci informano attraverso una conferenza stampa, i cui contenuti sono riportati su Il Tirreno in un articolo di Mauro Zucchelli, dal significativo titolo “Prg, in ballo la fine del tabù della Variante Aurelia…”, che non è da escludere l’occupazione e l’edificazione al di là della Variante perché, se è presente l’intenzione di non consumare altro suolo si vuole altresì evitare che la riconversione di aree all’interno della città provochi quello che l’assessora chiama, usando un termine di difficile comprensione per chi non è addentro al linguaggio tecnico, l’appiccicume
Non sappiamo quanto l’assessora frequenti le strade della nostra città e quanto abbia avuto tempo e modo per vedere i numerosi cartelli di vendita di immobili, gli appartamenti vuoti, i fondi commerciali chiusi da anni
Il sindaco, poi, aggiunge che “..sono state decine le occasioni in cui qualcuno è venuto a chiedermi aree per insediamenti produttivi…”: pensavamo, evidentemente a torto, che le scelte di chi è chiamato a “governare” fossero conseguenza di studi e analisi dei fabbisogni, delle valutazioni dei guadagni e delle perdite che possono comportare per la collettività e non di richieste individuali.
Il riferimento, poi, alla partecipazione sul terreno del governo del territorio è quasi offensivo per chi a questo crede, perché confonde la partecipazione con l’organizzazione di alcuni incontri, per altro assai poco frequentati, almeno quelli aperti alla “semplice” cittadinanza,
Emblematica è la vicenda del nuovo ospedale, di cui l’OTU e parte consistente della cittadinanza attiva si stanno occupando da tempo ,cercando di fermare una localizzazione ( tra l’altro in contrasto con il piano strutturale di Livorno) che arreca danni gravi a un importante parco, il Pertini/Parterre, cementificando un’ ampia area di verde attrezzato, contro ogni logica di sviluppo sostenibile,e che determina l’abbandono alla speculazione o al degrado del bell’ospedale di viale Alfieri.
Profonda la preoccupazione che le dichiarazioni contenute nell’articolo, a cui abbiamo fatto più volte riferimento, destano perché possono preludere a scelte che vanno in totale controtendenza rispetto alla ormai ineludibile necessità di risanare, bonificare i siti inquinati, rendere abitabile in sicurezza la città con grandi opere di prevenzione eliminando il rischio idrogeologico e sismico, trasformando le reti idriche per adeguarle alle mutazioni climatiche, rispettando e incrementando le aree a verde e alberate esistenti, riconvertendo le fonti energetiche inquinanti in energia rinnovabile e riducendo gli sprechi .
Sono operazioni queste che costituiscono un rilancio virtuoso di una economia finalmente centrata sul benessere e sul rispetto e la cura dei beni comuni.
Osservatorio Trasformazione urbane
Daniela Bertelli Daria Faggi Tommaso Tocchini