sabato 15 ottobre 2022

A PROPOSITO DI PARTECIPAZIONE E “NUOVO OSPEDALE”- UNA ESPERIENZA SURREALE Per Osservatorio Trasformazioni Urbane Daniela Bertelli e Daria Faggi

 Come Osservatorio Trasformazioni Urbane da anni sosteniamo che la partecipazione attiva è uno degli elementi imprescindibili di un buon governo e siamo intervenuti più volte, criticamente,  sulle modalità adottate dalla Amministrazione Comunale di Livorno nel promuovere il coinvolgimento di chi abita nella nostra città rispetto alla annosa questione del “Nuovo Ospedale”.

 Due anni fa parlammo di simulacro di partecipazione; oggi di fronte a un nuovo “percorso partecipativo” in tre atti (dal  29 luglio 2022 al 29 settembre 2022), “supportato operativamente” dalla società Cantieri Animati ( un soggetto altro rispetto alla  prima esperienza),  che è riuscito a coinvolgere , pur in modalità online, al massimo (incontro n.1) 35 persone, possiamo parlare di “Racconto surreale”.

Il cosiddetto percorso partecipativo concluso alla fine di settembre ha non solo  messo in evidenza una palese difficoltà ( o incapacità? o volontà?) nel  promuovere una partecipazione significativa, (35 persone nel momento di massima presenza, rispetto alle 122.555 aventi diritto al voto e che non sono le sole che vivono in città),  ma anche e soprattutto ha fatto emergere una serie di elementi inquietanti rispetto all’idea che della partecipazione stessa hanno l’Amministrazione Comunale e l’Azienda Usl Toscana nord ovest.

Chi ha risposto all’invito a partecipare ha scoperto che, nonostante il nome dato al percorso “Percorso partecipativo Variante al R.U. nuovo Ospedale”  in realtà non poteva vedere in concreto quella variante: i tecnici hanno spiegato che questa era legata al progetto  del nuovo ospedale che ancora non è definito. È parso legittimo chiedersi e chiedere, a questo punto, su che cosa ci si stava confrontando. 

Ma..sorpresa! i partecipanti al percorso  apprendono dalla stampa che dopo 12 giorni dall’ultimo incontro “…ieri,(cioè 11 ottobre 2022) a palazzo civico, è stata inserita all'albo la delibera della variante urbanistica, strumento indispensabile per dare corso all'iter per la realizzazione del nuovo ospedale nell'area ex Pirelli. La variante, che dopo il passaggio in commissione arriverà in aula per l'adozione il 28 ottobre Livorno…”( Fonte Il Tirreno Cronaca di Livorno 12 ottobre 2022). 

Ed ancora, le persone di buona volontà che hanno deciso si esercitare il loro ruolo di cittadini/e attive, hanno anche verificato che non era possibile introdurre alcuna ipotesi alternativa a ciò che veniva indicato dalle Amministrazioni come intoccabile, pur in presenza di una variante, a loro dire, ancora non definita. Così come hanno potuto constatare che qualsiasi domanda su questioni specifiche veniva  elusa. Un caso emblematico  è la questione del torrente Riseccoli, ormai tombato, che scorre sotto l’area dove dovrebbe sorgere la nuova costruzione. A domande precise relative a possibili rischi, nell’incontro del 15 settembre u.s., è stato risposto che non esisteva nessun rischio.

Ma …sorpresa! ,  qualche giorno dopo la stampa informa la città  che l’8 ottobre era stata sottoscritta una Convenzione tra Comune di Livorno, ASA Spa e Gruppo Iren  che riguarda “ l’attività di indagine, progettazione e realizzazione di un intervento prioritario volto alla riduzione del rischio idraulico e degli allagamenti diffusi lungo il tratto di collettore tombato del “Riseccoli”

Ed altri esempi potremmo fare, come la questione dei parcheggi e della viabilità, insomma di fronte  alle affermazioni rassicuranti fatte dai tecnici in sede di “percorso partecipativo” scopriamo a posteriori che esistono problemi di fattibilità. Ma tutto ciò sembra non avere importanza, della serie prima facciamo poi studiamo ed eventualmente ci preoccupiamo, comportamento discutibile e talvolta pericoloso  anche nella gestione della vita personale. 

Tutto ciò  ha suscitato un senso di profonda frustrazione denunciato dalla maggior parte delle persone che con grande pazienza hanno seguito quel percorso e che hanno vissuto una esperienza da racconto surreale in cui l' atmosfera è inquietante perché i fatti narrati assumono contorni strani e paradossali. 


Livorno 14 Ottobre 2022


lunedì 8 agosto 2022

Da anni abbiamo assistito ad un progressivo svuotamento del senso e del ruolo dell’Urbanistica. A cura dell'OTU.

 Quando si fanno scelte che trasformano, più o meno pesantemente il volto e la vita di una città, dovrebbe esserci almeno  la consapevolezza che quelle scelte incideranno su chi quella città la abita, non solo nel presente, ma per molti, molti anni nel futuro.

È una grande responsabilità per chi amministra la cosa pubblica, che ovviamente non deve improvvisare né essere condizionato/a da interessi “particolari”, che, per loro natura, non per malvagità, si contrappongono spesso alle necessità e ai desideri di tanta parte della comunità, che in molti casi purtroppo non ha voce.

L’urbanistica moderna, nata in seguito alla seconda rivoluzione industriale, risponde ad una necessità, che è di ogni comunità, cioè quella di impedire una crescita  caotica, portatrice di profondi squilibri, funzionale solo agli interessi di pochi, affermando  la preminenza dell’interesse collettivo, (d’altra parte più volte sottolineato anche nella nostra Costituzione), il valore dei beni comuni, il diritto di ciascuno e ciascuna di vivere in un ambiente accogliente, ben organizzato, di cui sentirsi  a buon diritto cittadino/a.

Ma nell’epoca dell’affermazione del neoliberismo, che ha investito tutti i campi, mettendo a rischio se non distruggendo gran parte delle conquiste sul terreno dell’equità e di una maggiore giustizia sociale, anche per quanto riguarda il governo del territorio abbiamo assistito ad un progressivo svuotamento del senso e del ruolo dell’Urbanistica. 

Anche a Livorno

Per anni i piani regolatori adottati sono stati disarticolati da una serie di varianti, tanto che la variante al Piano ha sostituito lo stesso PRG, arrivando al paradosso delle VARIANTI ANTICIPATRICI. La pratica  dell’urbanistica “contrattata” ovvero la scelta di operare la trasformazione di aree strategiche delle città, attraverso la concertazione tra interessi privati e interesse pubblico ha prodotto, a nostro avviso, risultati negativi evidenti e pesanti: la Porta a mare e la Porta terra nonché il Nuovo Centro, sono il frutto malato di questa stagione. Intendiamoci è ben vero che spesso buona  parte dei PRG restava sulla carta senza realizzarsi, per strutturali carenze di strumenti legislativi (Legge sul regime dei suoli, che rendesse praticabile l’esproprio per pubblico interesse) e per carenza di finanziamento statale, e dunque le parti di piano più facilmente attuate erano quelle che attiravano interessi e dunque investimenti privati.

Oggi stiamo andando, nella nostra città, anche oltre: stiamo assistendo ad un rovesciamento dei principi ispiratori dell’urbanistica ed ad una nuova fase in cui le scelte di governo del territorio sono motivate dal giustificare “a  posteriori”, cioè a cose già decise, progetti di trasformazione urbana ideati e finanziati al di fuori di uno studio generale di pubblico interesse.

Caso esemplare e significativo  il “progetto” del nuovo ospedale di Livorno, localizzato in un’area in contrasto con le previsioni di piano in vigore, che richiede comunque, per essere legittimato di una variante urbanistica.

E così, con una disinvolta pratica di “urbanistica passo dopo passo”, più volte richiamata e apprezzata dalla assessora Viviani, si fa perno su un progetto di edilizia ospedaliera, la cui tipologia ha già mostrato molti limiti negli ospedali dello stesso tipo costruiti in questi ultimi anni in Toscana e su finanziamenti promessi, per stravolgere pesantemente un comparto non trascurabile della città attraverso indicazioni che sembrano contraddire ogni criterio del buon governo del territorio, come il rispetto del patrimonio ambientale e architettonico, l’eliminazione del consumo di suolo, la mitigazione del traffico urbano.

Non è necessario essere amministratori esperti per individuare le oscurità, le contraddizioni ed i limiti di questa operazione complessiva e ci chiediamo: perché la localizzazione del nuovo ospedale viene sostenuta dalla Amministrazione comunale come scelta blindata?

Perché non si fa conoscere, se esiste, alla città lo studio propedeutico all’idea di nuovo ospedale sulle esigenze socio-sanitarie attuali e di prospettiva della città, soprattutto alla luce di quanto è avvenuto con la pandemia?

Perché non si riconosce che assai fumoso è  il destino di ciò che sembra condannato all’abbandono e che anche quando si fanno ipotesi, queste non sono supportate da alcuna certezza in ordine ai finanziamenti ed ai soggetti che dovrebbero intervenire?

E soprattutto perché l’Amministrazione Comunale rinuncia al suo ruolo nella  pianificazione territoriale e perché questa resa incondizionata dell’urbanistica alla fattibilità (e ricattabilità) degli investimenti?