La linea oggi dominante è quella di consegnarsi ai “salvatori della patria”, e il Sindaco di Livorno, anche in questa risposta, ne interpreta il ruolo presentandosi come il risolutore di tutti i problemi accumulatisi negli anni, con una rimozione della memoria delle scelte e delle responsabilità a cui nessuna amministrazione succedutasi da decenni risulta estranea. Ostacolato, in questa sua opera, dalla voce di cittadine e cittadini che esprimono come possono il disaccordo su alcune delle sue scelte, non ascolta e reagisce dimenticando il suo stesso programma elettorale che molto insisteva sulla necessità della partecipazione attiva.
Così la retorica politica e la semplificazione dei problemi impera, si mette tutto nello stesso calderone senza distinzione di merito e peso delle problematiche.
Si accostano operazioni di ordinaria gestione con decisioni fondamentali per il futuro della città: non distinguendo il grande coraggio di un divieto di sosta, con il doveroso riconoscimento postumo di prestigiosi personaggi livornesi, con la gestione temporanea dell’emergenza abitativa, con gli annunci periodici di bizzarre soluzioni per il riuso dell’ippodromo, con il continuo instillare tra le righe delle dichiarazioni la tenacia a ribadire l’atteggiamento sordo ai richiami alla ragione sull’accordo di programma per l’ospedale.
Per questo l’OTU a conferma del suo sdegno per la previsione del nuovo blocco ospedaliero dentro il parco Parterre/Pertini e a dimostrazione della propria convinzione che il nuovo ospedale va assolutamente fatto, ma con un impegno progettuale ed una prospettiva ambiziosa che coinvolga, implementi e rigeneri il complesso storico, per la creazione un nosocomio a misura di una città come Livorno e non come un ospedale satellite, si trasmette un’ulteriore riflessione sulle problematiche rilevate nel programma sottoscritto da ASL/RT/AC/Mibac mina occulta nel cuore della città a rischio metastasi.