giovedì 29 ottobre 2009

Luogo Pio: un’operazione urbanistica pesante senza pubblica utilità.

La distanza tra società e politica s’iscrive tutta nell’incapacità di mantenere le promesse, nella arrendevolezza nei confronti dei poteri forti, che si traduce in subalternità rispetto al soggetto attuatore delle trasformazioni urbane, nell’ascolto negato alla popolazione e alle fasce deboli. Inutile garantire, come è solito fare di recente il Sindaco di Livorno, che si volterà pagina sull’urbanistica, inaugurando un nuovo regolamento trasparente e partecipato, se poi nei progetti di riqualificazione in corso, così rilevanti da mutare il disegno e la percezione del quartiere seicentesco della città, non si presta orecchio alle diverse proposte emerse nel confronto con la popolazione.
Il voto di maggioranza sulle modifiche del piano urbanistico per le varianti di Viale Caprera e Luogo Pio ha di fatto escluso dal confronto, nella commissione comunale, le opposizioni, a causa della documentazione parziale e carente, fornita all’ultimo momento, che non ha consentito di esprimere un parere di merito.
Tra l’altro oltre a non avere a disposizione il progetto di massima, che sicuramente esiste, non è possibile quantificare gli standard di servizio nella zona, su cui insistono pesanti aumenti di carico urbanistico.
Chi sostiene l’intervento parla di un ritorno alla forma antica del quartiere; è un’operazione pretestuosa ed illusoria, e a testimoniarlo vi è il nuovo ponte di Santa Trinità in cemento armato che nasconde alla vista la Fortezza Vecchia.
Nell’area attuale di Via Caprera, un’operazione di sventramento del 1908, ha diradato il tessuto fittissimo e insalubre delle abitazioni, che si addossavano alla Chiesa di San Ferdinando e di Santa Anna; non c’è ragione oggi di saturare ogni spazio libero pubblico con costruzioni di case private.
Questa scelta che non risponde in alcun modo al bisogno di case a prezzi equi, renderà del tutto invivibile il quartiere, dove già il traffico è eccessivo e i parcheggi inesistenti.
Tra la fine degli anni ‘90 fino ad oggi sono state registrate centinaia di nuove abitazioni in Venezia, a seguito di cambi di destinazione d’uso e di frazionamenti della propria immobiliare.
Inoltre si continua a procedere a compartimenti stagni: un'operazione così rilevante deve avere un respiro più ampio, interessando anche il complesso della Fortezza Vecchia e i piazzali comunali della stazione marittima.
Appare ormai indifferibile la sistemazione del percorso ad ostacoli tra il quartiere e il Forte del San Gallo, percorso oggi costretto tra vecchie rovine storiche, asfalto e reti da pollaio.
Infine continua l’emorragia d’aree pubbliche di valore: si regalano pezzi di città di pregio, e si acquisiscono scarti d’aree private, scarabocchiando a caso l’accrescimento della città.
Occorre utilizzare le circoscrizioni per processi reali di partecipazioni organizzando forum pubblici a salvaguardia del territorio, Bene Comune di tutti i cittadini residenti.

Daria Faggi
Sergio Nieri

Livorno 30 maggio 2007

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