giovedì 15 novembre 2012
E’ passato un mese da quando si è svolta la conferenza stampa (16 ottobre 2012), promossa dall’assessore Mauro Grassi
Osservatorio Trasformazioni Urbane – Livorno
Alla stampa
E’ passato un mese da quando si è svolta la conferenza stampa (16 ottobre 2012), promossa dall’assessore Mauro Grassi con l’obiettivo dichiarato di fornire alla città (ed all’Osservatorio Trasformazioni Urbane che l’aveva ripetutamente sollecitato) un quadro aggiornato delle realizzazioni di edilizia, servizi ed infrastrutture conseguenti l’attuale Piano Strutturale (ed il derivato Regolamento Urbanistico) e le Varianti approvate in questi anni.
In quella occasione sono stati forniti dei dati che, fin dalla prima e immediata lettura, si mostravano di estrema sintesi, assolutamente non in grado di dare notizie chiare ed esaurienti dei cambiamenti avvenuti nelle varie zone della città, definite, in conformità alla normativa regionale, Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE): praticamente impossibile, quindi, ricavare una lettura del dove, quanto ed in che modo, avessero subito modifiche il tessuto urbano e la vivibilità cittadina.
In base ai dati forniti, esaminando tutte le tipologie e i relativi valori massimi previsti, confrontati con le superfici concessionate, risultano saturati i valori consentiti nei settori produttivi e turistici ricettivi. Rimarrebbe un ampio margine di nuove strutture commerciali, ma il dato è discutibile perché non tiene conto delle migliaia di mq di trasformazioni concesse.
Sarebbe, a nostro avviso, utile ed opportuno conoscere che cosa hanno spostato rispetto alle previsioni di piano (non solo quantitative, ma anche di destinazione): la trasformazione di sale cinematografiche (Odeon, Gran Guardia, Moderno, Metropolitan) in altro (parcheggi, strutture commerciali e abitative, banca); l’operazione Nuovo Centro e la Porta a Mare, che appare sempre più un nuovo quartiere residenziale, nonostante la previsione di porto turistico.
E sarebbe altrettanto utile, per quanto riguarda la tipologia residenziale, conoscere non solo il totale dei metri quadri concessionati, ma anche la rilevanza dei fenomeni di cambio di destinazione d’uso e di divisione dei grandi appartamenti storici in mono bi-tri-locali, fenomeni non quantificati e localizzati nel materiale fornito, ma che producono un notevole aggravio del carico urbanistico.
Nonostante gli errori di computo, il limite max consentito per civile abitazione, è così alto (500.000mq) da non essere forse ancora raggiunto: in compenso ci ha pensato la crisi a fermare le costruzioni.
Abbiamo già manifestato nel corso dell’incontro-conferenza stampa la nostra insoddisfazione per il materiale fornito ed avanzato la richiesta di avere un quadro chiaro, leggibile della situazione di fatto, convinti come siamo che la conoscenza e l’informazione siano elementi fondamentali per l’esercizio di piena cittadinanza e per poter partecipare davvero a decisioni che incidono nel trasformare il luogo dove si abita, si lavora, si studia, si ama, ci si diverte, ci prendiamo cura della nostra e altrui salute, si stringono relazioni etc.
Ci interessa conoscere che cosa hanno prodotto fino ad ora le trasformazioni urbane in ordine al rapporto tra insediamenti abitativi e servizi, alla compatibilità delle strutture produttive e delle grandi strutture commerciali con l'igiene e la salute pubblica e con le opere di urbanizzazione atte a scongiurare aggravamenti di inquinamento da traffico etc.
Certo ciò non è esprimibile solo con numeri e indici, ma anche le quantità, se fornite in ordine a questo obbiettivo, hanno il loro valore.
Diamo atto all’assessore Grassi di aver compreso il senso di queste richieste, tanto che si è assunto l’impegno di un nuovo incontro, indicando in un mese il tempo necessario per fornire dati in sintonia con le richieste.
Pensiamo sia un impegno facilmente mantenibile se l’Amministrazione Comunale rispetta con i suoi Uffici, (così come giustamente pretende da tutti i cittadini il rispetto delle regole stabilite dagli strumenti urbanistici) quanto previsto dall’articolo 32 “Compiti dell’Ufficio tecnico comunale” delle Norme di attuazione del Piano Strutturale, in merito all’aggiornamento puntuale delle informazioni sullo stato di trasformazione, la verifica dello status ambientale e la rispondenza delle scelte urbanistiche rispetto agli obiettivi, alle prescrizioni e ai criteri del Piano Strutturale.
Cordiali Saluti
Osservatorio Trasformazioni Urbane
Leonardo Bertelli, Daria Faggi, Paolo Gangemi e Tommaso Tocchini
Livorno, 14 novembre 2012
martedì 2 ottobre 2012
LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE MAURO GRASSI COMUNE DI LIVORNO
Caro assessore, sono passati ormai 6 mesi dall'incontro , promosso dall'O.T.U. Le scriviamo la lettera, che trova in allegato, per conoscere gli esiti degli impegni che ricordiamo lei si assunse durante quell'incontro.
Nell'attendere una sua risposta, le porgiamo distinti saluti.
Osservatorio trasformazioni Urbane
All’Assessore Mauro Grassi
Il 22 marzo scorso, come sicuramente ricorda, si è svolto l’incontro, promosso dall’Osservatorio Trasformazioni Urbane di Livorno, nei locali della Chiesa degli Armeni, di cui Lei è stato protagonista.
È stata una occasione di scambio di idee, di confronto ed anche, ricordiamo, di richieste da parte di chi ha organizzato e di chi ha partecipato, e di assunzione di impegni da parte sua.
In modo particolare, desideriamo qui sottolineare due questioni sollevate nel corso dell’incontro.
La prima:
assenza di dati certi, chiari, verificabili della attività di edificazione sul territorio cittadino nel corso della vigenza degli attuali strumenti urbanistici.
Appare banale, ma non inutile, affermare che, nel momento in cui si avvia un nuovo strumento urbanistico, è essenziale conoscere lo stato di fatto e le differenze tra il previsto ed il realizzato ( o in corso di realizzazione), anche alla luce del ricorso non episodico alle “Varianti”, che ha caratterizzato la politica urbanistica della attuale Amministrazione Comunale di Livorno.
Su questa necessità Lei ebbe modo non solo di concordare, ma anche di esprimere un certo suo disagio nell’affermare che la sua stessa richiesta di dati, avanzata da Lei, nella sua qualità di assessore, agli uffici competenti , non aveva ottenuto una risposta adeguata (almeno al momento dello svolgimento dell’incontro, il 22 marzo).
Da qui il suo impegno di presentare alla città un quadro conoscitivo chiaro ed esauriente di lì a poco tempo (entro giugno, ricordiamo).
Questo, ci pare, non è accaduto. Le chiediamo, quindi, quando ritiene che sia possibile mantenere fede a quel suo impegno.
Seconda questione:
avviare un processo partecipativo sul nuovo strumento urbanistico. Al momento dell’incontro, si era appena chiuso il bando di gara per l’affidamento di “Servizi per la realizzazione dei processi partecipativi nell’ambito della revisione del Piano Strutturale e del Regolamento urbanistico”.
L’indizione del bando ci era sembrato un segnale positivo da parte della Amministrazione, più volte da noi sollecitata, senza esito, sul terreno della partecipazione. Era stato questo silenzio a indurci a predisporre un nostro progetto di processi partecipativi in materia urbanistica, da presentare alla Regione Toscana, ai sensi della Legge sulla Partecipazione (L.R.69 del 27/12/2007)
Il nuovo scenario che si apriva con il bando ci aveva indotto a sospendere questo nostro progetto, e tuttavia la sospensione non significava rinunciare o attenuare il nostro impegno sul terreno dell’urbanistica partecipata.
Nell’incontro del marzo, quindi, sottolineammo di nuovo la necessità di non considerare i processi partecipativi con una “aggiunta” , più o meno gradita ad Amministratori e tecnici, ma come parte integrante e sostanziale della definizione e gestione degli strumenti urbanistici.
In questo senso chiedemmo di avviare i processi di partecipazione nei tempi più brevi possibili, sottolineando che ormai un tratto di percorso, cioè la definizione delle Linee guida, già approvate in
Consiglio Comunale , era stato realizzato senza attivare reali forme di coinvolgimento. Ci parve di comprendere che era per lei non solo possibile, ma anche utile dare seguito a questa richiesta.
Ad oggi non sappiamo neppure quale sia l’esito di quel bando , né tanto meno quali siano i termini e l’iter previsto per l’attivazione di processi partecipativi.
Siamo certi che vorrà dare in tempi brevi una risposta alle questioni che le poniamo in questa lettera.
Cordiali Saluti
Osservatorio Trasformazioni Urbane
Livorno, 21 settembre 2012
O
martedì 28 agosto 2012
È morto l'arch. Insolera il grande urbanista
È morto l'arch. Insolera il grande urbanista che fu incaricato di redigere il prg di Livorno,che non firmò mai il suo progetto stravolto dall'espansione della prima Leccia. Il resto è storia:la metropolitana di superficie da nord a sud lungo il tracciato del trenino non fu mai presa sul serio in considerazione e al recupero della città costruita si è preferita una dissennata espansione nelle campagne e nei poderi e sulle colline. Da allora lo stravolgimento dei prg è lo sport di governo locale più diffuso.
Daria Faggi dell'Osservatorio Trasformazione Urbane. LIVORNO
venerdì 25 maggio 2012
REPORTER DEL INCONTRO DEL 21 MAGGIO 2012
Car@ amic@ e compagn@ dell’osservatorio trasformazioni urbane,
certo pare assai in calo la partecipazione attiva degli iscritti al gruppo. Il dato confrontato con il proliferare di tavoli e osservatori di partito, che da una parte ci dicono di una attenzione crescente nei confronti delle trasformazioni urbane, ma anche della volontà di ogni partito e formazione politica, di controllare il dibattito ognuno in casa propria, non è molto rassicurante.
Il nostro tentativo era tra l'altro (insieme a una necessaria sensibilizzazione sui temi dell'urbanistica) quello di rivendicare il diritto di tutti i cittadini a partecipare criticamente al ridisegno della propria città. Non abbiamo mai ritenuto secondario il confronto con i partiti e le istituzioni, tanto da aver sempre dialogato con tutta la sinistra. Anche con i comitati abbiamo in più casi avviato collaborazioni soddisfacenti. Basta ricordare il referendum sull'ospedale e la denuncia dello stravolgimento del piano strutturale per la porta a mare. Proprio ora che siamo riusciti a ottenere l'adozione di un nuovo PRG e di un progetto di partecipazione della cittadinanza ci sarebbe bisogno della massima unità intorno al raggiungimento di un obbiettivo affatto scontato: adottare una corretta politica di salvaguardia, sospendendo qualsiasi trasformazione non ancora iniziata e cessando di procedere allo stravolgimento del territorio con varianti al vecchio piano. Se così non fosse ci chiediamo che senso avrebbe sperperare soldi per ridisegnare una città già definita con continui colpi di mano. Per questo ci chiediamo se non sia opportuno stabilire in una assemblea plenaria le modalità di lavoro che superino la preoccupante frammentazione in piccoli gruppi di partito e riaprire una linea di collaborazione e di confronto. Lanciamo dunque questa provocazione per sollecitare il dibattito e capire le intenzioni di partiti associazioni etc. Come gruppo di lavoro ci siamo dati tre obbiettivi: preparare un dossier sul Sonnino da mettere a disposizione di tutti. Secondo, preparare un documento con l'elenco di tutte le più gravi criticità del territorio comunale, elenco che potrà essere ampliato e arricchito nel dibattito successivo. Terzo, preparare la documentazione per il prossimo appuntamento dell'osservatorio che avrà a tema la porta a terra e cercherà di esaminare le varianti in atto. Spero che questo reportage possa essere utile e riaprire una partecipazione attiva all'interno e tra i molti compagni e amici che seguono da tempo i nostri lavori e interventi C'e molto bisogno delle riflessioni di tutti per decidere al meglio.
Ciao a tutt@ Daria Faggi
martedì 24 aprile 2012
Il ciclo di quattro conferenze INTERVENTO DI RUGGERO MORELLI
INTERVENTO DI RUGGERO MORELLI
Il ciclo di quattro conferenze, sul tema della partecipazione organizzata, è stato un corollario alla delibera del Comune di Livorno che ha accolto la proposta dell'Osservatorio delle trasformazioni urbane ed altre associazioni, in vista della redazione del nuovo Piano Strutturale.
Il prof. Rodolfo Lewanski ha concluso la tornata parlando della legge recente regionale n.69 del 2007 e della sua esperienza di garante dei circa cento procedimenti autorizzati e quindi della corretta attuazione della legge stessa – si veda: www.consiglio.regione.toscana.it/partecipazione/default.aspx - .
La legge tende a favorire il dialogo tra cittadini ed istituzioni, con una attenzione all'ascolto. Riconosce inoltre il valore delle esperienze delle persone 'comuni', le loro conoscenze – indicate con la parola 'saperi' – utili al formarsi delle decisioni.
Per Livorno è stata ricordata la esperienza di Cisternino 2020 che attende una conclusione da parte dell'Amministrazione Comunale.
C'è stata diffidenza verso la legge sia da parte dei vari comitati spontanei, nati spesso per contrastare l'ubicazione di impianti invasivi o presunti nocivi, che hanno temuto una perdita di libertà di espressione. C'è stata anche diffidenza da parte degli eletti che hanno visto una diminuzione della loro rappresentanza.
La nuova normativa è considerata il punto più avanzato nel panorama italiano e quindi, puntando in 'alto' ha necessità di tempo per affermarsi appieno.
Molti paesi offrono una ricca casistica di esperienze di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte collettive, ma esempi di promozione attiva e sulla scala e della tipologia quali quelle previste dalla legislazione della Toscana sono assai rari. Dunque è verosimile che l’esperienza toscana sarà osservata con attenzione da molte altre amministrazioni italiane e non.
Per questo si teme che alla scadenza del 31 dicembre prossimo non sia deliberata la sua proroga. Infatti la legge stessa prevede la sua decadenza automatica salvo il risultato delle prevista verifica dei risultati. Proprio questa verifica deve ancora essere effettuata, e per promuoverla alcuni consiglieri hanno presentato una mozione. La cosa ha destato un certo stupore perchè il Consiglio ben avrebbe dovuto procedere senza necessità di 'stimoli' per agire in conformità a quanto da internamente stabilito.
In tempo di crisi economica tanto grave, si è di fronte ad una crisi altrettanto seria della fiducia nelle istituzione e nei partiti politici. I recenti sondaggi - alcuni autorevoli ed affidabili - ci dicono che mentre la fiducia verso i partiti è scesa al minimo storico del 4%, anche i comuni col 41% e le regioni col 31% non godono di adeguato favore.
A questa carenza partecipazione e di democrazia, secondo il prof. Lewanski si può rispondere solo con più democrazia. E ciò per evitare i rischi ben noti che da situazioni del genere si esca con soluzioni autoritarie. Attenzione quindi. Perchè come ricordava Piero Gobetti il fascismo ha vinto le democrazie senza combatterle.
Il ciclo di quattro conferenze, sul tema della partecipazione organizzata, è stato un corollario alla delibera del Comune di Livorno che ha accolto la proposta dell'Osservatorio delle trasformazioni urbane ed altre associazioni, in vista della redazione del nuovo Piano Strutturale.
Il prof. Rodolfo Lewanski ha concluso la tornata parlando della legge recente regionale n.69 del 2007 e della sua esperienza di garante dei circa cento procedimenti autorizzati e quindi della corretta attuazione della legge stessa – si veda: www.consiglio.regione.toscana.it/partecipazione/default.aspx - .
La legge tende a favorire il dialogo tra cittadini ed istituzioni, con una attenzione all'ascolto. Riconosce inoltre il valore delle esperienze delle persone 'comuni', le loro conoscenze – indicate con la parola 'saperi' – utili al formarsi delle decisioni.
Per Livorno è stata ricordata la esperienza di Cisternino 2020 che attende una conclusione da parte dell'Amministrazione Comunale.
C'è stata diffidenza verso la legge sia da parte dei vari comitati spontanei, nati spesso per contrastare l'ubicazione di impianti invasivi o presunti nocivi, che hanno temuto una perdita di libertà di espressione. C'è stata anche diffidenza da parte degli eletti che hanno visto una diminuzione della loro rappresentanza.
La nuova normativa è considerata il punto più avanzato nel panorama italiano e quindi, puntando in 'alto' ha necessità di tempo per affermarsi appieno.
Molti paesi offrono una ricca casistica di esperienze di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte collettive, ma esempi di promozione attiva e sulla scala e della tipologia quali quelle previste dalla legislazione della Toscana sono assai rari. Dunque è verosimile che l’esperienza toscana sarà osservata con attenzione da molte altre amministrazioni italiane e non.
Per questo si teme che alla scadenza del 31 dicembre prossimo non sia deliberata la sua proroga. Infatti la legge stessa prevede la sua decadenza automatica salvo il risultato delle prevista verifica dei risultati. Proprio questa verifica deve ancora essere effettuata, e per promuoverla alcuni consiglieri hanno presentato una mozione. La cosa ha destato un certo stupore perchè il Consiglio ben avrebbe dovuto procedere senza necessità di 'stimoli' per agire in conformità a quanto da internamente stabilito.
In tempo di crisi economica tanto grave, si è di fronte ad una crisi altrettanto seria della fiducia nelle istituzione e nei partiti politici. I recenti sondaggi - alcuni autorevoli ed affidabili - ci dicono che mentre la fiducia verso i partiti è scesa al minimo storico del 4%, anche i comuni col 41% e le regioni col 31% non godono di adeguato favore.
A questa carenza partecipazione e di democrazia, secondo il prof. Lewanski si può rispondere solo con più democrazia. E ciò per evitare i rischi ben noti che da situazioni del genere si esca con soluzioni autoritarie. Attenzione quindi. Perchè come ricordava Piero Gobetti il fascismo ha vinto le democrazie senza combatterle.
lunedì 2 aprile 2012
Giovedì 5 aprile 2012 ore 17,30 presso Ex Chiesa degli Armeni, (g.c.) Via della Madonna 32 – Livorno incontro con Teresa Lapis
Diritto alla città futura
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio.
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città.
Giovedì 5 aprile 2012 ore 17,30
presso
Ex Chiesa degli Armeni, (g.c.)
Via della Madonna 32 – Livorno
Sala Riunioni
Dopo che l’Amministrazione Comunale ha avviato il processo di partecipazione che
accompagnerà le scelte e le decisioni in merito ai nuovi strumenti urbanistici cittadini
(nuovo Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico)
Incontriamo una esperta di diritti di cittadinanza e dei rapporti tra tali diritti e la
progettazione e gestione delle modifiche territoriali
incontro con
Teresa Lapis
Giurista e ricercatrice allo I.U.A.V. Difensore Civica in vari comuni ed alla Provincia di
Venezia
Teresa Lapis giurista esperta in diritti umani è stata difensore civica a Venezia ed è attualmente
ricercatrice di urbanistica sugli spazi di giustizia, è docente allo IUAV in materie giuridiche ed è stata
docente alla scuola superiore in discipline giuridiche ed economiche. Fa parte del direttivo dell’Associazione
Italiana per la Partecipazione Pubblica (AIP2)
Osservatorio Trasformazioni Urbane Livorno
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio.
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città.
Giovedì 5 aprile 2012 ore 17,30
presso
Ex Chiesa degli Armeni, (g.c.)
Via della Madonna 32 – Livorno
Sala Riunioni
Dopo che l’Amministrazione Comunale ha avviato il processo di partecipazione che
accompagnerà le scelte e le decisioni in merito ai nuovi strumenti urbanistici cittadini
(nuovo Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico)
Incontriamo una esperta di diritti di cittadinanza e dei rapporti tra tali diritti e la
progettazione e gestione delle modifiche territoriali
incontro con
Teresa Lapis
Giurista e ricercatrice allo I.U.A.V. Difensore Civica in vari comuni ed alla Provincia di
Venezia
Teresa Lapis giurista esperta in diritti umani è stata difensore civica a Venezia ed è attualmente
ricercatrice di urbanistica sugli spazi di giustizia, è docente allo IUAV in materie giuridiche ed è stata
docente alla scuola superiore in discipline giuridiche ed economiche. Fa parte del direttivo dell’Associazione
Italiana per la Partecipazione Pubblica (AIP2)
Osservatorio Trasformazioni Urbane Livorno
Il costo e il tempo della democrazia di Daria Faggi
Si è svolto a Firenze un incontro sulla "Partecipazione e democrazia, osservazioni e proposte verso la revisione della Legge regionale sulla partecipazione" organizzato dal Gruppo Consiliare Regionale Federazione della Sinistra - Verdi.
Monica Sgherri (che ha partecipato a un recente incontro con l'osservatorio trasformazioni urbane), introducendo l’iniziativa ha sottolineato l'importanza per la Toscana, di rinnovare la legge 69 del 2007 che regolamenta i processi partecipativi finanziati dalla Regione.
Dibattito assai interessante e ospiti autorevoli: tra gli altri il Presidente Enrico Rossi e l’assessore Alberto Lucarelli della giunta napoletana di De Magistris.
Vale la pena di comunicarvi le parti a mio avviso più significative. Intanto si è detto che i tagli del numero degli eletti e l'abolizione di province e circoscrizioni sono manovre gravissime e tagli alla democrazia. Alcuni interventi hanno rilanciato la proposta di tagliare stipendi troppo alti e privilegi e sprechi inaccettabili ma non il diritto alla rappresentanza. Appena accennato un tema importante come i costi della politica e il finanziamento dei partiti e di tutte le altre forme associate e organizzate della democrazia. Noi come sempre preferiremmo forme di sostegno garantite e sicure che consentano ai partiti e non solo di avere gratuitamente i mezzi per riunirsi far conoscere le proprie idee organizzare lotte e la propaganda elettorale. Certamente non concordiamo con chi è contrario alla spesa pubblica per la democrazia. Non vogliamo che solo i ricchi facciano politica ma non ci piace che ci si possa arricchire facendo politica. Sulla legge vi è stato un convergere di opinioni riguardo al fatto che oggi la partecipazione dei cittadini è diventata elemento essenziale per tutte le scelte importanti, che intervengono direttamente sulla qualità della vita della collettività. Democrazia rappresentativa e democrazia diretta possono e devono integrarsi e alimentarsi a vicenda.
Certo non si sono approfonditi tutti i problemi, ma gli interventi di tutti sono stati a sostegno di forme di confronto per rispondere a questa nuova domanda di partecipazione della cittadinanza, riconoscendo che c’è bisogno di un’articolazione più complessa della democrazia in presenza di una società sempre più complessa e meticcia, per cui bisogna trovare forme inedite di scambio tra amministratori e residenti.
Per ora possiamo essere soddisfatti delle dichiarazioni di intenti circa la necessità di continuare a coltivare la pratica della partecipazione. Distinguendo magari in modo migliore, nelle forme nei luoghi e nei tempi tra il confronto con le lobby di portatori di interessi economici (legittimi) e i portatori di diritti universali, quali il diritto alla socialità alla sicurezza ambientale, alla salute e alla giustizia sociale. Queste istanze devono costituire la bussola per ogni scelta economica e di trasformazione del territorio. Il tempo speso per fare scelte più consapevoli e condivise è tempo ben speso per il bene comune e la convivenza democratica.
Daria Faggi
dell’Osservatorio trasformazioni urbane - Livorno
Firenze 31 marzo 2012
Monica Sgherri (che ha partecipato a un recente incontro con l'osservatorio trasformazioni urbane), introducendo l’iniziativa ha sottolineato l'importanza per la Toscana, di rinnovare la legge 69 del 2007 che regolamenta i processi partecipativi finanziati dalla Regione.
Dibattito assai interessante e ospiti autorevoli: tra gli altri il Presidente Enrico Rossi e l’assessore Alberto Lucarelli della giunta napoletana di De Magistris.
Vale la pena di comunicarvi le parti a mio avviso più significative. Intanto si è detto che i tagli del numero degli eletti e l'abolizione di province e circoscrizioni sono manovre gravissime e tagli alla democrazia. Alcuni interventi hanno rilanciato la proposta di tagliare stipendi troppo alti e privilegi e sprechi inaccettabili ma non il diritto alla rappresentanza. Appena accennato un tema importante come i costi della politica e il finanziamento dei partiti e di tutte le altre forme associate e organizzate della democrazia. Noi come sempre preferiremmo forme di sostegno garantite e sicure che consentano ai partiti e non solo di avere gratuitamente i mezzi per riunirsi far conoscere le proprie idee organizzare lotte e la propaganda elettorale. Certamente non concordiamo con chi è contrario alla spesa pubblica per la democrazia. Non vogliamo che solo i ricchi facciano politica ma non ci piace che ci si possa arricchire facendo politica. Sulla legge vi è stato un convergere di opinioni riguardo al fatto che oggi la partecipazione dei cittadini è diventata elemento essenziale per tutte le scelte importanti, che intervengono direttamente sulla qualità della vita della collettività. Democrazia rappresentativa e democrazia diretta possono e devono integrarsi e alimentarsi a vicenda.
Certo non si sono approfonditi tutti i problemi, ma gli interventi di tutti sono stati a sostegno di forme di confronto per rispondere a questa nuova domanda di partecipazione della cittadinanza, riconoscendo che c’è bisogno di un’articolazione più complessa della democrazia in presenza di una società sempre più complessa e meticcia, per cui bisogna trovare forme inedite di scambio tra amministratori e residenti.
Per ora possiamo essere soddisfatti delle dichiarazioni di intenti circa la necessità di continuare a coltivare la pratica della partecipazione. Distinguendo magari in modo migliore, nelle forme nei luoghi e nei tempi tra il confronto con le lobby di portatori di interessi economici (legittimi) e i portatori di diritti universali, quali il diritto alla socialità alla sicurezza ambientale, alla salute e alla giustizia sociale. Queste istanze devono costituire la bussola per ogni scelta economica e di trasformazione del territorio. Il tempo speso per fare scelte più consapevoli e condivise è tempo ben speso per il bene comune e la convivenza democratica.
Daria Faggi
dell’Osservatorio trasformazioni urbane - Livorno
Firenze 31 marzo 2012
martedì 13 marzo 2012
Monica Sgherri: “Grandi nuvole nere sulla legge regionale sulla partecipazione”
CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Monica Sgherri: “Grandi nuvole nere sulla legge regionale sulla partecipazione”
La Capogruppo regionale di “Federazione della Sinistra – Verdi” interviene nel dibattito che si è aperto sulla legge e sulla sua revisione.
Firenze, 13 marzo. La legge regionale sulla partecipazione (LR 69/2007) rappresenta un esempio assai rilevante ed innovativo nel panorama legislativo non solo nazionale, in quanto traduce in norma il principio indicato nell’art.1 comma 1 della legge medesima secondo cui “la partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali è un diritto: la presente legge promuove forme e strumenti di partecipazione democratica che rendano effettivo questo diritto”.
Proprio per tutelare l'innovazione e le peculiarità della legge, ho lo scorso gennaio promosso un ordine del giorno in Consiglio – poi approvato - che impegnava Giunta Regionale ad indicare “e condividere con il Consiglio Regionale entro 15 giorni dall’approvazione della presente mozione le modalità con cui dare attuazione a quanto stabilito..” ossia promuovere e svolgere percorsi partecipativi per la valutazione conferma o modifica di tale legge.
Si tratta di un percorso ben più ricco e articolato della manutenzione a cui ha accennato l'assessore Nencini – secondo quanto riportato dalla stampa - e che dovrà essere capace di riportare alla luce tutto il sostegno, le aspettative e il protagonismo dal basso che caratterizzò l'elaborazione della prima versione della legge.
Certo dobbiamo interrogarci sui suoi limiti, sui risultati raggiunti, ma indicare – come emergerebbe dalle dichiarazioni stampa - una strada che faccia della partecipazione uno strumento le sole grandi opere e per legittimare un consenso che la politica non ha su alcune scelte tanto strategiche quanto discutibili significa stravolgere il senso della revisione che stiamo avviando e su cui noi ora, come allora, ci impegneremo al massimo.
L’approvazione della legge fu all’epoca l’atto finale di un percorso molto partecipato e coinvolgente, dentro il Consiglio e nella società. La non limitazione dell’applicazione della legge alle sole “grandi opere”, come invece annuncia volere l’assessore Nencini - secondo quanto riportato dalla stampa -, fu scelta discussa approfonditamente e fu optato, in tutta consapevolezza, nel senso contrario proprio perché consapevoli, in Consiglio, della possibilità di ottenere processi partecipativi con esiti positivi, ossia l’accoglimento delle risoluzioni del processo, proprio su interventi più piccoli, ma che riconsegnavano alle popolazioni la possibilità di progettare il proprio presente e futuro dell’abitare. Ridurre il percorso partecipativo alle soli grandi opere sembra più corrispondere alla volontà di cancellare nei fatti la legge stessa.
La legge è stata dicevo molto discussa, studiata e verificata. Non sono accettabili scorciatoie o mistificazioni. La partecipazione è cosa diversa dalla informazione e dalla buona informazione. L’informazione è presupposto essenziale della partecipazione ma non la sostituisce. La legge non voleva neanche sostituirsi ai decisori (gli Enti Locali): si vedeva nel processo di partecipazione uno strumento di arricchimento per i decisori non di svuotamento del proprio potere decisorio. Però rimane punto centrale cosa i decisori delegano al processo partecipativo, questo deve essere chiaro fin dall’inizio.
Infine – più in generale - attribuire ai percorsi partecipativi, alla vitalità e al protagonismo della società toscana, dei suoi tanti comitati la responsabilità del fermo delle tante opere infrastrutturali, elencate nel rapporto 2011 di Nimby Forum è un’operazione non accettabile. Non si può mettere sullo stesso piano l’opposizione, che per molte di queste opere c’è, con le responsabilità della loro paralisi. Troppo facile, e troppo sbagliato! E’ piuttosto nei tentativi illusori di forzare i regolamenti, bypassare le valutazioni ambientali, forzare i vincoli sulle aree e ancora evitare le varianti, aggiungere i carichi urbanistici, che vanno individuate quelle pratiche che per far veloce fan rimanere fermi per anni! Ma per carità non aiuterà ad andare più veloci nascondere le responsabilità. Al contrario la partecipazione, se può essere più lenta nella fase di formazione della decisione permette dopo di recuperare il ritardo ed andare speditamente, proprio perché l’opera è condivisa.
La capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale
Monica Sgherri
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Monica Sgherri: “Grandi nuvole nere sulla legge regionale sulla partecipazione”
La Capogruppo regionale di “Federazione della Sinistra – Verdi” interviene nel dibattito che si è aperto sulla legge e sulla sua revisione.
Firenze, 13 marzo. La legge regionale sulla partecipazione (LR 69/2007) rappresenta un esempio assai rilevante ed innovativo nel panorama legislativo non solo nazionale, in quanto traduce in norma il principio indicato nell’art.1 comma 1 della legge medesima secondo cui “la partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali è un diritto: la presente legge promuove forme e strumenti di partecipazione democratica che rendano effettivo questo diritto”.
Proprio per tutelare l'innovazione e le peculiarità della legge, ho lo scorso gennaio promosso un ordine del giorno in Consiglio – poi approvato - che impegnava Giunta Regionale ad indicare “e condividere con il Consiglio Regionale entro 15 giorni dall’approvazione della presente mozione le modalità con cui dare attuazione a quanto stabilito..” ossia promuovere e svolgere percorsi partecipativi per la valutazione conferma o modifica di tale legge.
Si tratta di un percorso ben più ricco e articolato della manutenzione a cui ha accennato l'assessore Nencini – secondo quanto riportato dalla stampa - e che dovrà essere capace di riportare alla luce tutto il sostegno, le aspettative e il protagonismo dal basso che caratterizzò l'elaborazione della prima versione della legge.
Certo dobbiamo interrogarci sui suoi limiti, sui risultati raggiunti, ma indicare – come emergerebbe dalle dichiarazioni stampa - una strada che faccia della partecipazione uno strumento le sole grandi opere e per legittimare un consenso che la politica non ha su alcune scelte tanto strategiche quanto discutibili significa stravolgere il senso della revisione che stiamo avviando e su cui noi ora, come allora, ci impegneremo al massimo.
L’approvazione della legge fu all’epoca l’atto finale di un percorso molto partecipato e coinvolgente, dentro il Consiglio e nella società. La non limitazione dell’applicazione della legge alle sole “grandi opere”, come invece annuncia volere l’assessore Nencini - secondo quanto riportato dalla stampa -, fu scelta discussa approfonditamente e fu optato, in tutta consapevolezza, nel senso contrario proprio perché consapevoli, in Consiglio, della possibilità di ottenere processi partecipativi con esiti positivi, ossia l’accoglimento delle risoluzioni del processo, proprio su interventi più piccoli, ma che riconsegnavano alle popolazioni la possibilità di progettare il proprio presente e futuro dell’abitare. Ridurre il percorso partecipativo alle soli grandi opere sembra più corrispondere alla volontà di cancellare nei fatti la legge stessa.
La legge è stata dicevo molto discussa, studiata e verificata. Non sono accettabili scorciatoie o mistificazioni. La partecipazione è cosa diversa dalla informazione e dalla buona informazione. L’informazione è presupposto essenziale della partecipazione ma non la sostituisce. La legge non voleva neanche sostituirsi ai decisori (gli Enti Locali): si vedeva nel processo di partecipazione uno strumento di arricchimento per i decisori non di svuotamento del proprio potere decisorio. Però rimane punto centrale cosa i decisori delegano al processo partecipativo, questo deve essere chiaro fin dall’inizio.
Infine – più in generale - attribuire ai percorsi partecipativi, alla vitalità e al protagonismo della società toscana, dei suoi tanti comitati la responsabilità del fermo delle tante opere infrastrutturali, elencate nel rapporto 2011 di Nimby Forum è un’operazione non accettabile. Non si può mettere sullo stesso piano l’opposizione, che per molte di queste opere c’è, con le responsabilità della loro paralisi. Troppo facile, e troppo sbagliato! E’ piuttosto nei tentativi illusori di forzare i regolamenti, bypassare le valutazioni ambientali, forzare i vincoli sulle aree e ancora evitare le varianti, aggiungere i carichi urbanistici, che vanno individuate quelle pratiche che per far veloce fan rimanere fermi per anni! Ma per carità non aiuterà ad andare più veloci nascondere le responsabilità. Al contrario la partecipazione, se può essere più lenta nella fase di formazione della decisione permette dopo di recuperare il ritardo ed andare speditamente, proprio perché l’opera è condivisa.
La capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale
Monica Sgherri
domenica 11 marzo 2012
Venerdì 16 marzo 2012 ore 17,30 Ex Chiesa degli Armeniincontro pubblico con Monica Sgherri Capogruppo Federazione della Sinistra - Verdi
Diritto alla città futura.
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio.
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città.
Venerdì 16 marzo 2012 ore 17,30
presso
Ex Chiesa degli Armeni, (g.c.)
Via della Madonna 32 – Livorno
Sala Riunioni
Dopo l’approvazione della mozione in merito alla celere attivazione dei percorsi di valutazione della n° 69/2007 Legge Regionale per la partecipazione in ottemperanza dell'art. 26 c. 2 della legge medesima (vedi link in basso) .
Incontriamo la prima presentatrice per un bilancio politico di cinque anni di attuazione e sua prosecuzione, dopo l’approvazione in Consiglio Regionale.
incontro pubblico con
Monica Sgherri
Capogruppo consiliare "Federazione della Sinistra - Verdi" della Regione Toscana.
TESTO DELLA MOZIONE APPROVATA IN CONSIGLIO REGIONALE
http://prcgruppotoscana.it/AreaRiservata/atti-approvati-in-consiglio/mozioni/n-337-in-merito-alla-celere-attivazione-dei-percorsi-di-valutazione-dell-efficacia-della-legge-69-2007-in-ottemperanza-dell-art-26-c-2-della-legge-medesima
Osservatorio Trasformazioni Urbane Livorno
Monica Sgherri. Nata a Firenze. Laureata in architettura. Ha collaborato con la Facoltà di architettura dell’Università degli studi di Firenze. Ha fondato una cooperativa di servizi culturali dove ha collaborato fino al 1985. E’ dipendente della Provincia di Firenze. Dal 2002 è nel direttivo nazionale del Forum ambientalista e dal 2003 è nel Consiglio di Contratto mondiale sull’acqua, Comitato italiano. Iscritta al Partito della Rifondazione Comunista - PRC. E’ membro del Comitato nazionale del partito e Responsabile per l’ambiente nella Segreteria regionale Toscana. Già militante nel Partito Comunista Italiano – PCI. Consigliere comunale a Firenze dal 1990 fino alla elezione in Consiglio regionale. Eletta nelle consultazioni regionali del 3-4 aprile 2005, Lista regionale Sinistra Europea Rifondazione. E' componente della 6° Commissione - territorio e ambiente ed è Capo del Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista - Sinistra Europea.
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio.
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città.
Venerdì 16 marzo 2012 ore 17,30
presso
Ex Chiesa degli Armeni, (g.c.)
Via della Madonna 32 – Livorno
Sala Riunioni
Dopo l’approvazione della mozione in merito alla celere attivazione dei percorsi di valutazione della n° 69/2007 Legge Regionale per la partecipazione in ottemperanza dell'art. 26 c. 2 della legge medesima (vedi link in basso) .
Incontriamo la prima presentatrice per un bilancio politico di cinque anni di attuazione e sua prosecuzione, dopo l’approvazione in Consiglio Regionale.
incontro pubblico con
Monica Sgherri
Capogruppo consiliare "Federazione della Sinistra - Verdi" della Regione Toscana.
TESTO DELLA MOZIONE APPROVATA IN CONSIGLIO REGIONALE
http://prcgruppotoscana.it/AreaRiservata/atti-approvati-in-consiglio/mozioni/n-337-in-merito-alla-celere-attivazione-dei-percorsi-di-valutazione-dell-efficacia-della-legge-69-2007-in-ottemperanza-dell-art-26-c-2-della-legge-medesima
Osservatorio Trasformazioni Urbane Livorno
Monica Sgherri. Nata a Firenze. Laureata in architettura. Ha collaborato con la Facoltà di architettura dell’Università degli studi di Firenze. Ha fondato una cooperativa di servizi culturali dove ha collaborato fino al 1985. E’ dipendente della Provincia di Firenze. Dal 2002 è nel direttivo nazionale del Forum ambientalista e dal 2003 è nel Consiglio di Contratto mondiale sull’acqua, Comitato italiano. Iscritta al Partito della Rifondazione Comunista - PRC. E’ membro del Comitato nazionale del partito e Responsabile per l’ambiente nella Segreteria regionale Toscana. Già militante nel Partito Comunista Italiano – PCI. Consigliere comunale a Firenze dal 1990 fino alla elezione in Consiglio regionale. Eletta nelle consultazioni regionali del 3-4 aprile 2005, Lista regionale Sinistra Europea Rifondazione. E' componente della 6° Commissione - territorio e ambiente ed è Capo del Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista - Sinistra Europea.
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città
Diritto alla città futura
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città
presso la sala riunioni della ex Chiesa degli Armeni, via della Madonna
1. 16 marzo 2012 ore 17,30 incontro con Monica Sgherri , consigliera della regione Toscana, sulla legge regionale per la partecipazione n° 69/2007, bilancio politico di cinque anni di attuazione e sua prosecuzione.
2. 22 marzo 2012 ore 17,30 incontro con Mauro Grassi , assessore comunale alle politiche del territorio, sul modello di sviluppo della città e la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali per l'urbanistica livornese.
3. 5 aprile 2012 ore 17,30 incontro con Teresa Lapis , giurista e ricercatrice allo I.U.A.V., sulla “città giusta”, la città valida ed efficace, i diritti di cittadinanza, i rapporti tra tali diritti e la progettazione e gestione delle modifiche territoriali
4. 19 aprile 2012 ore 17,30 incontro con Rodolfo Lewanski, Autorità per la partecipazione della Toscana, sulla esperienza e valutazione di cinque anni di attività, la democrazia deliberativa nelle politiche ambientali della Regione e nella gestione dei conflitti ambientali.
Osservatorio Trasformazioni Urbane – Livorno
Marzo - Aprile 2012
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio
Quattro incontri pubblici per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città
presso la sala riunioni della ex Chiesa degli Armeni, via della Madonna
1. 16 marzo 2012 ore 17,30 incontro con Monica Sgherri , consigliera della regione Toscana, sulla legge regionale per la partecipazione n° 69/2007, bilancio politico di cinque anni di attuazione e sua prosecuzione.
2. 22 marzo 2012 ore 17,30 incontro con Mauro Grassi , assessore comunale alle politiche del territorio, sul modello di sviluppo della città e la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali per l'urbanistica livornese.
3. 5 aprile 2012 ore 17,30 incontro con Teresa Lapis , giurista e ricercatrice allo I.U.A.V., sulla “città giusta”, la città valida ed efficace, i diritti di cittadinanza, i rapporti tra tali diritti e la progettazione e gestione delle modifiche territoriali
4. 19 aprile 2012 ore 17,30 incontro con Rodolfo Lewanski, Autorità per la partecipazione della Toscana, sulla esperienza e valutazione di cinque anni di attività, la democrazia deliberativa nelle politiche ambientali della Regione e nella gestione dei conflitti ambientali.
Osservatorio Trasformazioni Urbane – Livorno
Marzo - Aprile 2012
venerdì 27 gennaio 2012
Dibattito pubblico
Diritto alla città futura
Un contributo alla progettazione di un processo partecipativo
sul Piano Regolatore della città di Livorno.
Dibattito pubblico
Livorno - Mercoledì 8 febbraio 2012 ore 17,30
Libreria Gaia Scienza Via di Franco 12
Abbiamo completato la stesura della scheda per la richiesta di finanziamento regionale a progetto di partecipazione. In occasione (se ci sarà !) del Prg. Abbiamo cercato di modificarlo secondo i suggerimenti che ci sono pervenuti. Esaurito il compito che avevamo concordato riteniamo di doverci incontrare per stabilire come proseguire e come utilizzare il progetto.
Ci sono novità in Regione sulla legge di cui discutere.
Ci vediamo tutte e tutti i firmatari della lettera alla Gaia Scienza a presto.
Osservatorio Trasformazione Urbane - Livorno
Un contributo alla progettazione di un processo partecipativo
sul Piano Regolatore della città di Livorno.
Dibattito pubblico
Livorno - Mercoledì 8 febbraio 2012 ore 17,30
Libreria Gaia Scienza Via di Franco 12
Abbiamo completato la stesura della scheda per la richiesta di finanziamento regionale a progetto di partecipazione. In occasione (se ci sarà !) del Prg. Abbiamo cercato di modificarlo secondo i suggerimenti che ci sono pervenuti. Esaurito il compito che avevamo concordato riteniamo di doverci incontrare per stabilire come proseguire e come utilizzare il progetto.
Ci sono novità in Regione sulla legge di cui discutere.
Ci vediamo tutte e tutti i firmatari della lettera alla Gaia Scienza a presto.
Osservatorio Trasformazione Urbane - Livorno
Un contributo alla progettazione di un processo partecipativo
Diritto alla città futura
Un contributo alla progettazione di un processo partecipativo
sul Piano Regolatore della città di Livorno.
Premessa : lettera aperta alla Amministrazione Comunale.
Con questo progetto, redatto nei termini previsti dalla attuale legislazione regionale, intendiamo sollecitare il sindaco di Livorno a mettere in pratica gli intendimenti, più volte espressi, di promuovere la partecipazione attiva della cittadinanza in occasione della redazione del nuovo Piano Strutturale e mettere in campo il nostro impegno per la realizzazione di un progetto costruito con la reale collaborazione della cittadinanza, senza la quale sarà difficile colmare la distanza tra istituzioni e livornesi (per nascita, per scelta, per avventura o per caso).
Il progetto, che presentiamo in forma di bozza (e dunque emendabile e migliorabile), si fonda sul presupposto di un lavoro di collaborazione costante tra Amministrazione Comunale e cittadinanza e prevede, quindi:
1. La creazione di un Urban Center dove consultare in tempo reale tutta la documentazione prodotta e richiesta.
2. La possibilità di utilizzo dei locali delle circoscrizioni e del personale.
3. La disponibilità dei redattori del piano e degli uffici del piano a collaborare per la realizzazione del progetto di partecipazione.
Da parte nostra ci impegnano a :
1. raccogliere le firme perché la proposta diventi rappresentativa della volontà e del convincimento di un campione significativo di livornesi, nei termini previsti dall’attuale legislatura regionale,
2. mettere a disposizione professionalità e competenze a titolo volontario e gratuito per agevolare il lavoro degli esperti selezionati o scelti dall'amministrazione comunale.
La costruzione di una “città delle cittadine e dei cittadini” è fondata sulla possibilità di coinvolgere la cittadinanza attiva, e tendenzialmente tutti gli abitanti, a partecipare al governo della città fin dai primi momenti della sua progettazione, ad esprimere le esigenze ed ad esprimersi sulle scelte per orientare, verificare, correggere momento per momento le azioni ed i risultati di chi è preposto dall'amministrazione alla redazione del piano.
Ambito territoriale di riferimento
L’ambito territoriale di riferimento per il progetto dovrebbe essere quello del Comune di Livorno, comprendendo con questo anche l’area costiera e portuale; la popolazione residente nell’area è quindi di 161.131 abitanti, di cui femmine 84.242 e maschi 76.889.
Sarà da verificare successivamente l’influenza con le aree connesse dei comuni contermini (Collesalvetti, Rosignano, Pisa).
Oggetto e obiettivi
Proponiamo che in occasione della predisposizione dei nuovi strumenti urbanistici (piano strutturale e regolamento urbanistico) della città venga attivato un processo partecipativo, predisponendo un progetto di coinvolgimento della cittadinanza in tutte le fasi.
Oggetto di tale processo dovrebbe essere tutto il percorso amministrativo e tecnico che, dall'esame dello stato di fatto corredato di dati numerici ed oggettivi, attraverso l'indicazione di finalità ed obbiettivi generali, porta alla redazione del nuovo piano strutturale e del relativo regolamento urbanistico, nonché alla loro attuazione.
Dovrebbero essere comprese quindi
• la discussione e l’approfondimento delle “linee guida” già approvate dal Consiglio Comunale senza coinvolgimento dei cittadini nella formazione delle scelte, confrontandole con i sogni e bisogni espressi dalla popolazione;
• la messa in campo, nelle fasi di predisposizione, redazione, adozione/approvazione, attuazione, di molteplici forme e modelli di partecipazione attiva tali da migliorare le relazioni cittadini-Amministrazione Comunale.
L'Amministrazione Comunale ha già fornito indicazioni di finalità ed obbiettivi generali nella fase di avvio del procedimento della revisione del Piano Strutturale e ha predisposto la gara per l'affidamento dell'incarico di redazione del nuovo piano con tempi previsti per tale redazione di 36 mesi. Intendiamo inserirci in tale percorso per dare voce ai cittadini fino dalle fasi iniziali delle scelte dei tecnici e della Amministrazione Comunale.
Obiettivi specifici:
- cessazione di varianti al piano vigente e di scelte di assetto territoriale in assenza di partecipazione dei cittadini e in assenza di linee di piano partecipate
- scelte sull'assetto territoriale futuro vincolate ai risultati della partecipazione
- realizzazione di un “urban center” per una forma di partecipazione permanente sulle trasformazioni urbane
- sviluppo di modalità di educazione all'uso della città per giungere ad una appropriazione cosciente del diritto alla città come “bene comune”
Contesto di riferimento
La città di Livorno è stata investita in questi ultimi anni da processi che ne hanno profondamente mutato la fisionomia economica-produttiva nel segno di un depauperamento del tradizionale apparato economico: crisi della cantieristica, delle attività portuali; delocalizzazione di realtà industriali non bilanciata da interventi atti a far decollare servizi, turismo, commercio; chiusura di attività commerciali nel centro cittadino.
In questo quadro è naturale che siano numerosi gli elementi di disagio sociale, tra cui:
1- il territorio soffre di carenza di abitazioni per una utenza a reddito basso o nullo (giovani singoli, coppie di giovani disoccupati o sottoccupati, anziani con pensioni insufficienti, immigrati etc.) a fronte di una presenza eccessiva di “seconde case” vuote; inoltre ad oggi la crisi sociale durissima ha provocato rilevanti perdite di lavoro e casa specie per le nuove famiglie e difficoltà di trovare occupazione per i giovani in uscita dal mondo della scuola, con conseguenti fenomeni di marginalità sociale e aumento di intolleranza razzista.
2- parte del territorio agricolo è interessato da occupazione frazionata ed abusiva ;
3- la nascita di comitati per singoli problemi di modifiche territoriali (rigassificatore off shore, sede del nuovo ospedale, cava del Limoncino, via Grande, aria pulita quartieri nord…), se da una parte testimonia la volontà di numerose persone di non essere solo oggetto di decisioni, dall’altra sono il sintomo del mancato coinvolgimento della cittadinanza da parte delle Istituzioni, con il risultato di un rapporto conflittuale tra governanti e governati, che genera spesso “rabbia” e senso di frustrazione e sfiducia tra la cittadinanza e incapacità da parte degli organi di governo di esercitare il proprio ruolo con autorevolezza e concrete prassi democratiche.
Elementi di impatto su paesaggio e ambiente
Il nuovo piano strutturale stabilirà le grandi direttrici strategiche (economiche, sociali, territoriali) che orienteranno nei prossimi anni tutti gli interventi di trasformazione e conservazione dei luoghi, nonché le tutele ed i vincoli da applicare alle diverse parti del territorio comunale, ed è un disegno che avrà un forte impatto sulla vita quotidiana e sulle relazioni sociali dei cittadini e delle cittadine che hanno il diritto ed il dovere di essere protagonisti di scelte che li riguardano fortemente.
Il piano strutturale ha, con le sue proposte di trasformazione, impatti fondamentali su territorio e ambiente in quanto ridisegna le invarianti strutturali e le nuove scelte di struttura urbana e ridefinisce lo statuto dei luoghi. Il piano riorganizza viabilità e modalità di spostamenti, urbanizzazioni primarie (sistemi di fognature, raccolta acque piovane, smaltimento rifiuti e siti di stoccaggio, sistemi di risparmio energetico etc ) e urbanizzazioni secondarie (dal verde, alle scuole ai servizi socio sanitari).
Le fasi del progetto, i metodi e le tecniche da utilizzare
Fase a) Analisi preliminari
Si tratta di una fase iniziale comprendente l'analisi dei dati sullo stato di realizzazione del piano in vigore in relazione agli obiettivi qualitativi e quantitativi indicati nelle schede di sintesi e gli scostamenti avuti in corso d'opera; l’obiettivo è la creazione di una base di informazioni condivise per la discussione sulle ipotesi di città nuova, per indicare i parametri comuni per una corretta valutazione di trasformazione migliorativa o peggiorativa.
Verrà costituito un “comitato di garanzia” che monitori tutto il processo durante il suo svolgimento.
Fase b) Informazione
Ha l’obiettivo di
- informare i cittadini livornesi della possibilità di prendere parte alle attività del processo partecipativo
- dare le informazioni di base su cos’è un Piano Strutturale e un Regolamento urbanistico, quali contenuti sono previsti, a cosa servono, quali documenti esistono già.
Verranno preparati materiali cartacei (volantini, manifesti da affissione, guida del partecipante), un sito internet interattivo (con web forum e geoblog), verranno organizzate conferenze stampa e giornate di informazione in piazza.
Fase c) Ascolto del territorio
Verranno realizzate interviste faccia a faccia a testimoni eccellenti della società civile, ai portatori di interesse, ai rappresentanti delle associazioni e ai componenti dell’ufficio di piano (metodo di campionamento “a cascata”), per estrapolare i temi chiave da approfondire nelle fasi successive. Si utilizzeranno anche tecniche di animazione territoriale (es. sociodrammi per luoghi sparsi in centro e nelle periferie).
Fase d) Esplorazione delle alternative
Verranno organizzati eventi di approfondimento di riflessione sulla città del futuro, come future search conferences, camminate di quartiere, interventi specifici per le scuole medie, superiori e per gli studenti universitari (metodo delle “cartoline dal futuro”). Verranno coinvolti gruppi di artisti che lavorino sul futuro della città.
Fase e) Proposte
Verranno organizzati laboratori ed eventi:
1) su temi trasversali individuati nelle fasi precedenti del percorso – come contributo alle linee strategiche del PS. Per esempio
- varianti al piano già approvate e stato di avanzamento di progetto
- relazione sui problemi esistenti e sugli obbiettivi
- proposte dei pianificatori
- confronto con piano del porto
- viabilità
- sviluppo sostenibile (previsione economiche ed energetiche).
- Sistema delle relazioni verde centri civici, centri culturali e di spettacolo, sport.
2) sull’identità del territorio – come contributo allo statuto del territorio del PS
3) su specifiche aree territoriali (la città verrà divisa in aree più piccole del cinque circoscrizioni, corrispondenti ai quartieri storici) – come contributo al quadro conoscitivo del PS e del RU
Fase f) Restituzione
I risultati delle proposte verranno presentati alla città, all’ufficio di piano e all’Amministrazione Comunale.
- verrà preparato un testo finale con le proposte dei partecipanti che sarà presentato in un’assemblea pubblica e a cui verrà data massima diffusione.
- Verrà costituito un “gruppo di garanzia” tra i cittadini partecipanti che continueranno a confrontarsi con l’AC e i redattori del piano.
Al termine del processo il testo finale verrà distribuito ai partecipanti e illustrato in occasione di una assemblea pubblica. Il testo sarà reso disponibile in rete e presso l’U.R.P. del Comune.
Le amministrazioni avranno tempo per riflettere sulle proposte e accettarle o rifiutarle (motivando la scelta) in una assemblea finale.
Le fasi da b) a f) dovranno essere ripetute sia per il Piano Strutturale che per il Regolamento Urbanistico.
Fase g) Monitoraggio partecipato dell’attuazione del piano.
La parità di espressione di tutti i punti di vista sarà garantita attraverso la presenza nei laboratori di facilitatori gestiranno la discussione dei gruppi secondo le regole dell’ascolto attivo e siano in grado di gestire l’eventuale conflittualità in modo costruttivo e trasformativo.
L’eguaglianza di accesso al dibattito sarà garantita attraverso una capillare informazione preventiva mirata a diverse fasce di popolazione) in modo che sia garantita la presenza nel dibattito di tutti i punti di vista.
Lo schema delle fasi di lavoro dovrebbe quindi essere:
PIANIFICA-ZIONE REDAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE Implementazione
REDAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO
PARTECIPA-ZIONE Fase
a Fase
b1 Fase
c1 Fase
d1 Fase
e1 Fase
f1 Fase
g1
Fase
b2 Fase
c2 Fase
d2 Fase
e2 Fase
f2 Fase
g2
Partecipanti
Sarà coinvolto nel processo partecipativo:
- un campione stratificato di cittadini dall’anagrafe cittadina garantendo la parità di genere (800 persone)
- volontari, cittadini attivi (almeno 200 persone) ad iscrizione volontaria
- studenti delle scuole superiori - 300 persone – coinvolgimento di 15 classi in istituti diversi
- studenti universitari (200 persone) garantendo la parità di genere, in collaborazione con UniPi e UniFi
- Residenti stranieri (100 persone) garantendo la parità di genere, estrazione dall’anagrafe cittadina e collaborazione con associazioni e consulta degli stranieri.
Verrà quindi coinvolto circa l’1% della popolazione.
I laboratori, gli eventi e le assemblee verranno svolti in locali completamente accessibili per consentire la partecipazione anche a persone con ridotta capacità motoria.
I volantini ed il materiale informativo verrà tradotto nelle lingue maggiormente diffuse per coinvolgere anche la popolazione immigrata, da valutare anche l’utilizzo di mediatori locali;
Si cercherà di coinvolgere anche la popolazione anziana attraverso le associazioni e le organizzazioni sindacali specifiche radicate sul territorio, utilizzando anche stampa e tv locale
Verranno contattate le associazioni esistenti sul territorio.
Verranno diffuse le informazioni sul processo all’interno della Stazione FS.
Sarà agevolata anche la partecipazione paritaria di genere :
• Stratificando il campione dei cittadini estratti ad hoc
• Articolando le iniziative in orari funzionali ed attivando forme convenzionali e/o di coinvolgimento con asili nido (servizio di baby sitting);
• in collaborazione con le associazioni livornesi che si occupano della cultura femminile anche in relazione alla pianificazione della città.
Neutralità e imparzialità durante e dopo il processo
Verrà costituito un “comitato di garanzia” sin dalle prime fasi del processo, in modo da poter monitorare tutte le fasi successive in modo il più possibile neutrale ed imparziale. Del comitato di garanzia faranno parte soggetti tecnici e/o politici, rappresentanti dei cittadini che hanno proposto il percorso partecipativo e personaggi del territorio di chiara fama e riconoscibilità .
Devono essere previsti meccanismi o procedure di monitoraggio ex post che coinvolgano i partecipanti dopo la fine del processo partecipativo. Al termine del processo sarà costituito un “comitato di monitoraggio” del processo che affiancherà le attività dell’Ufficio di Piano al fine di poter conoscere dettagliatamente le problematiche e le soluzioni emergenti e poterle comunicare ai cittadini. Del comitato di monitoraggio faranno parte i cittadini e gli esperti che ne facciano domanda alla conclusione della scrittura del testo finale.
Forme di comunicazione
• Informazioni tramite U.R.P. del Comune, cartelloni informativi, comunicati stampa, volantini e manifesti, radio e tv locali.
• Utilizzo del web, sia con un sito internet dedicato (che dovrà contenere le informazioni sul processo, i documenti prodotti da scaricare, un blog - geoblog per i cittadini) sia con l’utilizzo del web 2.0, anche in collaborazione con i siti già esistenti e rilevanti per il territorio locale (es. quotidiani on line)
• I documenti principali dovranno essere tradotti nelle lingue più diffuse tra gli immigrati (cinese, albanese, rumeno, arabo).
• Richiesta ai cittadini promotori di farsi “megafoni” del processo.
Continuità dei processi partecipativi: i luoghi della partecipazione
La città di Livorno è già stata animata negli anni precedenti da percorsi partecipativi strutturati di diverse tipologie ed entità, in particolare
- Cisternino 2020, per la destinazione d’uso dell’edificio del Cisternino di città
- Pensiamo in Grande, per la riorganizzazione dell’area del pentagono del Buontalenti
- Io a Livorno l’anno prossimo…, per la progettazione delle politiche giovanili con gli studenti degli istituti superiori di Livorno
A Livorno si sono anche svolti eventi partecipativi di vario tipo.
Nello stesso tempo e sullo stesso territorio si sono però sviluppati anche fenomeni di conflitto sociale diffuso, come nel caso della realizzazione del terminale di rigassificazione off shore e della Cava del Limoncino, oltre che la vicenda del referendum contro la delocalizzazione dell’ospedale di Livorno.
Riteniamo che sia necessario dare continuità alle forme di partecipazione e che queste siano estese ai temi cruciali per il futuro di Livorno, come quelli trattati nel piano strutturale e nel regolamento urbanistico comunali.
Sarà necessario anche rendere permanente la pratica partecipativa, per esempio istituendo dei luoghi prescelti per la partecipazione, che potrebbero essere uno centrale (urban center – Cisternino), e luoghi decentrati nelle sedi delle circoscrizioni.
E’ auspicabile anche la predisposizione di un regolamento locale sulla partecipazione sulla base del protocollo d'intesa firmato nel rispetto della legge regionale 69/2007.
Benefici e risultati attesi
Molti e rilevanti sono i risultati di un progetto di reale coinvolgimento di soggetti che non sono portatori di interessi personali ma bensì interessati alla fruizione di luogo pubblico della città, teatro di scambio relazionale e sociale oltre che economico di tutti i cittadini.
1) Riduzione dello spreco sia in termini di immobili pubblici abbandonati al degrado o ceduti a privati ponendo un freno alla svendita di beni comuni (in periodo di carestia è un pensiero verso il futuro e le prossime generazioni).
2) Aumento di servizi come una delle risposte alla rilevante crisi occupazionale. Passare alle energie pulite e rinnovabili è fattore economico di assoluta importanza sia in termini occupazionali che di risparmio di spesa socio sanitaria.
3) Affermazione della priorità del bene collettivo: questo avrà ricadute in termini di aumento del senso civico, della socialità e della cultura della convivenza democratica. Imparare a prendersi cura dello spazio pubblico e degli interessi collettivi può ridare sicurezza a chi soffre di una tremenda solitudine che si trasforma in paura dell'altro.
4) Salvaguardia dinamica del territorio, oggetto non di pratiche consumistiche, ma di azioni di intervento stabile e duraturo di manutenzione ordinaria e straordinaria, di grandi opere di salvaguardia e di messa in sicurezza.
In definitiva potremmo avere città più verdi, meno inquinate, con meno traffico, più rispetto di una città al cui ridisegno si è partecipato, e dunque è sentita come bene collettivo da curare, migliore occupazione, minor spreco di territorio per l’interesse di poche famiglie.
Un contributo alla progettazione di un processo partecipativo
sul Piano Regolatore della città di Livorno.
Premessa : lettera aperta alla Amministrazione Comunale.
Con questo progetto, redatto nei termini previsti dalla attuale legislazione regionale, intendiamo sollecitare il sindaco di Livorno a mettere in pratica gli intendimenti, più volte espressi, di promuovere la partecipazione attiva della cittadinanza in occasione della redazione del nuovo Piano Strutturale e mettere in campo il nostro impegno per la realizzazione di un progetto costruito con la reale collaborazione della cittadinanza, senza la quale sarà difficile colmare la distanza tra istituzioni e livornesi (per nascita, per scelta, per avventura o per caso).
Il progetto, che presentiamo in forma di bozza (e dunque emendabile e migliorabile), si fonda sul presupposto di un lavoro di collaborazione costante tra Amministrazione Comunale e cittadinanza e prevede, quindi:
1. La creazione di un Urban Center dove consultare in tempo reale tutta la documentazione prodotta e richiesta.
2. La possibilità di utilizzo dei locali delle circoscrizioni e del personale.
3. La disponibilità dei redattori del piano e degli uffici del piano a collaborare per la realizzazione del progetto di partecipazione.
Da parte nostra ci impegnano a :
1. raccogliere le firme perché la proposta diventi rappresentativa della volontà e del convincimento di un campione significativo di livornesi, nei termini previsti dall’attuale legislatura regionale,
2. mettere a disposizione professionalità e competenze a titolo volontario e gratuito per agevolare il lavoro degli esperti selezionati o scelti dall'amministrazione comunale.
La costruzione di una “città delle cittadine e dei cittadini” è fondata sulla possibilità di coinvolgere la cittadinanza attiva, e tendenzialmente tutti gli abitanti, a partecipare al governo della città fin dai primi momenti della sua progettazione, ad esprimere le esigenze ed ad esprimersi sulle scelte per orientare, verificare, correggere momento per momento le azioni ed i risultati di chi è preposto dall'amministrazione alla redazione del piano.
Ambito territoriale di riferimento
L’ambito territoriale di riferimento per il progetto dovrebbe essere quello del Comune di Livorno, comprendendo con questo anche l’area costiera e portuale; la popolazione residente nell’area è quindi di 161.131 abitanti, di cui femmine 84.242 e maschi 76.889.
Sarà da verificare successivamente l’influenza con le aree connesse dei comuni contermini (Collesalvetti, Rosignano, Pisa).
Oggetto e obiettivi
Proponiamo che in occasione della predisposizione dei nuovi strumenti urbanistici (piano strutturale e regolamento urbanistico) della città venga attivato un processo partecipativo, predisponendo un progetto di coinvolgimento della cittadinanza in tutte le fasi.
Oggetto di tale processo dovrebbe essere tutto il percorso amministrativo e tecnico che, dall'esame dello stato di fatto corredato di dati numerici ed oggettivi, attraverso l'indicazione di finalità ed obbiettivi generali, porta alla redazione del nuovo piano strutturale e del relativo regolamento urbanistico, nonché alla loro attuazione.
Dovrebbero essere comprese quindi
• la discussione e l’approfondimento delle “linee guida” già approvate dal Consiglio Comunale senza coinvolgimento dei cittadini nella formazione delle scelte, confrontandole con i sogni e bisogni espressi dalla popolazione;
• la messa in campo, nelle fasi di predisposizione, redazione, adozione/approvazione, attuazione, di molteplici forme e modelli di partecipazione attiva tali da migliorare le relazioni cittadini-Amministrazione Comunale.
L'Amministrazione Comunale ha già fornito indicazioni di finalità ed obbiettivi generali nella fase di avvio del procedimento della revisione del Piano Strutturale e ha predisposto la gara per l'affidamento dell'incarico di redazione del nuovo piano con tempi previsti per tale redazione di 36 mesi. Intendiamo inserirci in tale percorso per dare voce ai cittadini fino dalle fasi iniziali delle scelte dei tecnici e della Amministrazione Comunale.
Obiettivi specifici:
- cessazione di varianti al piano vigente e di scelte di assetto territoriale in assenza di partecipazione dei cittadini e in assenza di linee di piano partecipate
- scelte sull'assetto territoriale futuro vincolate ai risultati della partecipazione
- realizzazione di un “urban center” per una forma di partecipazione permanente sulle trasformazioni urbane
- sviluppo di modalità di educazione all'uso della città per giungere ad una appropriazione cosciente del diritto alla città come “bene comune”
Contesto di riferimento
La città di Livorno è stata investita in questi ultimi anni da processi che ne hanno profondamente mutato la fisionomia economica-produttiva nel segno di un depauperamento del tradizionale apparato economico: crisi della cantieristica, delle attività portuali; delocalizzazione di realtà industriali non bilanciata da interventi atti a far decollare servizi, turismo, commercio; chiusura di attività commerciali nel centro cittadino.
In questo quadro è naturale che siano numerosi gli elementi di disagio sociale, tra cui:
1- il territorio soffre di carenza di abitazioni per una utenza a reddito basso o nullo (giovani singoli, coppie di giovani disoccupati o sottoccupati, anziani con pensioni insufficienti, immigrati etc.) a fronte di una presenza eccessiva di “seconde case” vuote; inoltre ad oggi la crisi sociale durissima ha provocato rilevanti perdite di lavoro e casa specie per le nuove famiglie e difficoltà di trovare occupazione per i giovani in uscita dal mondo della scuola, con conseguenti fenomeni di marginalità sociale e aumento di intolleranza razzista.
2- parte del territorio agricolo è interessato da occupazione frazionata ed abusiva ;
3- la nascita di comitati per singoli problemi di modifiche territoriali (rigassificatore off shore, sede del nuovo ospedale, cava del Limoncino, via Grande, aria pulita quartieri nord…), se da una parte testimonia la volontà di numerose persone di non essere solo oggetto di decisioni, dall’altra sono il sintomo del mancato coinvolgimento della cittadinanza da parte delle Istituzioni, con il risultato di un rapporto conflittuale tra governanti e governati, che genera spesso “rabbia” e senso di frustrazione e sfiducia tra la cittadinanza e incapacità da parte degli organi di governo di esercitare il proprio ruolo con autorevolezza e concrete prassi democratiche.
Elementi di impatto su paesaggio e ambiente
Il nuovo piano strutturale stabilirà le grandi direttrici strategiche (economiche, sociali, territoriali) che orienteranno nei prossimi anni tutti gli interventi di trasformazione e conservazione dei luoghi, nonché le tutele ed i vincoli da applicare alle diverse parti del territorio comunale, ed è un disegno che avrà un forte impatto sulla vita quotidiana e sulle relazioni sociali dei cittadini e delle cittadine che hanno il diritto ed il dovere di essere protagonisti di scelte che li riguardano fortemente.
Il piano strutturale ha, con le sue proposte di trasformazione, impatti fondamentali su territorio e ambiente in quanto ridisegna le invarianti strutturali e le nuove scelte di struttura urbana e ridefinisce lo statuto dei luoghi. Il piano riorganizza viabilità e modalità di spostamenti, urbanizzazioni primarie (sistemi di fognature, raccolta acque piovane, smaltimento rifiuti e siti di stoccaggio, sistemi di risparmio energetico etc ) e urbanizzazioni secondarie (dal verde, alle scuole ai servizi socio sanitari).
Le fasi del progetto, i metodi e le tecniche da utilizzare
Fase a) Analisi preliminari
Si tratta di una fase iniziale comprendente l'analisi dei dati sullo stato di realizzazione del piano in vigore in relazione agli obiettivi qualitativi e quantitativi indicati nelle schede di sintesi e gli scostamenti avuti in corso d'opera; l’obiettivo è la creazione di una base di informazioni condivise per la discussione sulle ipotesi di città nuova, per indicare i parametri comuni per una corretta valutazione di trasformazione migliorativa o peggiorativa.
Verrà costituito un “comitato di garanzia” che monitori tutto il processo durante il suo svolgimento.
Fase b) Informazione
Ha l’obiettivo di
- informare i cittadini livornesi della possibilità di prendere parte alle attività del processo partecipativo
- dare le informazioni di base su cos’è un Piano Strutturale e un Regolamento urbanistico, quali contenuti sono previsti, a cosa servono, quali documenti esistono già.
Verranno preparati materiali cartacei (volantini, manifesti da affissione, guida del partecipante), un sito internet interattivo (con web forum e geoblog), verranno organizzate conferenze stampa e giornate di informazione in piazza.
Fase c) Ascolto del territorio
Verranno realizzate interviste faccia a faccia a testimoni eccellenti della società civile, ai portatori di interesse, ai rappresentanti delle associazioni e ai componenti dell’ufficio di piano (metodo di campionamento “a cascata”), per estrapolare i temi chiave da approfondire nelle fasi successive. Si utilizzeranno anche tecniche di animazione territoriale (es. sociodrammi per luoghi sparsi in centro e nelle periferie).
Fase d) Esplorazione delle alternative
Verranno organizzati eventi di approfondimento di riflessione sulla città del futuro, come future search conferences, camminate di quartiere, interventi specifici per le scuole medie, superiori e per gli studenti universitari (metodo delle “cartoline dal futuro”). Verranno coinvolti gruppi di artisti che lavorino sul futuro della città.
Fase e) Proposte
Verranno organizzati laboratori ed eventi:
1) su temi trasversali individuati nelle fasi precedenti del percorso – come contributo alle linee strategiche del PS. Per esempio
- varianti al piano già approvate e stato di avanzamento di progetto
- relazione sui problemi esistenti e sugli obbiettivi
- proposte dei pianificatori
- confronto con piano del porto
- viabilità
- sviluppo sostenibile (previsione economiche ed energetiche).
- Sistema delle relazioni verde centri civici, centri culturali e di spettacolo, sport.
2) sull’identità del territorio – come contributo allo statuto del territorio del PS
3) su specifiche aree territoriali (la città verrà divisa in aree più piccole del cinque circoscrizioni, corrispondenti ai quartieri storici) – come contributo al quadro conoscitivo del PS e del RU
Fase f) Restituzione
I risultati delle proposte verranno presentati alla città, all’ufficio di piano e all’Amministrazione Comunale.
- verrà preparato un testo finale con le proposte dei partecipanti che sarà presentato in un’assemblea pubblica e a cui verrà data massima diffusione.
- Verrà costituito un “gruppo di garanzia” tra i cittadini partecipanti che continueranno a confrontarsi con l’AC e i redattori del piano.
Al termine del processo il testo finale verrà distribuito ai partecipanti e illustrato in occasione di una assemblea pubblica. Il testo sarà reso disponibile in rete e presso l’U.R.P. del Comune.
Le amministrazioni avranno tempo per riflettere sulle proposte e accettarle o rifiutarle (motivando la scelta) in una assemblea finale.
Le fasi da b) a f) dovranno essere ripetute sia per il Piano Strutturale che per il Regolamento Urbanistico.
Fase g) Monitoraggio partecipato dell’attuazione del piano.
La parità di espressione di tutti i punti di vista sarà garantita attraverso la presenza nei laboratori di facilitatori gestiranno la discussione dei gruppi secondo le regole dell’ascolto attivo e siano in grado di gestire l’eventuale conflittualità in modo costruttivo e trasformativo.
L’eguaglianza di accesso al dibattito sarà garantita attraverso una capillare informazione preventiva mirata a diverse fasce di popolazione) in modo che sia garantita la presenza nel dibattito di tutti i punti di vista.
Lo schema delle fasi di lavoro dovrebbe quindi essere:
PIANIFICA-ZIONE REDAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE Implementazione
REDAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO
PARTECIPA-ZIONE Fase
a Fase
b1 Fase
c1 Fase
d1 Fase
e1 Fase
f1 Fase
g1
Fase
b2 Fase
c2 Fase
d2 Fase
e2 Fase
f2 Fase
g2
Partecipanti
Sarà coinvolto nel processo partecipativo:
- un campione stratificato di cittadini dall’anagrafe cittadina garantendo la parità di genere (800 persone)
- volontari, cittadini attivi (almeno 200 persone) ad iscrizione volontaria
- studenti delle scuole superiori - 300 persone – coinvolgimento di 15 classi in istituti diversi
- studenti universitari (200 persone) garantendo la parità di genere, in collaborazione con UniPi e UniFi
- Residenti stranieri (100 persone) garantendo la parità di genere, estrazione dall’anagrafe cittadina e collaborazione con associazioni e consulta degli stranieri.
Verrà quindi coinvolto circa l’1% della popolazione.
I laboratori, gli eventi e le assemblee verranno svolti in locali completamente accessibili per consentire la partecipazione anche a persone con ridotta capacità motoria.
I volantini ed il materiale informativo verrà tradotto nelle lingue maggiormente diffuse per coinvolgere anche la popolazione immigrata, da valutare anche l’utilizzo di mediatori locali;
Si cercherà di coinvolgere anche la popolazione anziana attraverso le associazioni e le organizzazioni sindacali specifiche radicate sul territorio, utilizzando anche stampa e tv locale
Verranno contattate le associazioni esistenti sul territorio.
Verranno diffuse le informazioni sul processo all’interno della Stazione FS.
Sarà agevolata anche la partecipazione paritaria di genere :
• Stratificando il campione dei cittadini estratti ad hoc
• Articolando le iniziative in orari funzionali ed attivando forme convenzionali e/o di coinvolgimento con asili nido (servizio di baby sitting);
• in collaborazione con le associazioni livornesi che si occupano della cultura femminile anche in relazione alla pianificazione della città.
Neutralità e imparzialità durante e dopo il processo
Verrà costituito un “comitato di garanzia” sin dalle prime fasi del processo, in modo da poter monitorare tutte le fasi successive in modo il più possibile neutrale ed imparziale. Del comitato di garanzia faranno parte soggetti tecnici e/o politici, rappresentanti dei cittadini che hanno proposto il percorso partecipativo e personaggi del territorio di chiara fama e riconoscibilità .
Devono essere previsti meccanismi o procedure di monitoraggio ex post che coinvolgano i partecipanti dopo la fine del processo partecipativo. Al termine del processo sarà costituito un “comitato di monitoraggio” del processo che affiancherà le attività dell’Ufficio di Piano al fine di poter conoscere dettagliatamente le problematiche e le soluzioni emergenti e poterle comunicare ai cittadini. Del comitato di monitoraggio faranno parte i cittadini e gli esperti che ne facciano domanda alla conclusione della scrittura del testo finale.
Forme di comunicazione
• Informazioni tramite U.R.P. del Comune, cartelloni informativi, comunicati stampa, volantini e manifesti, radio e tv locali.
• Utilizzo del web, sia con un sito internet dedicato (che dovrà contenere le informazioni sul processo, i documenti prodotti da scaricare, un blog - geoblog per i cittadini) sia con l’utilizzo del web 2.0, anche in collaborazione con i siti già esistenti e rilevanti per il territorio locale (es. quotidiani on line)
• I documenti principali dovranno essere tradotti nelle lingue più diffuse tra gli immigrati (cinese, albanese, rumeno, arabo).
• Richiesta ai cittadini promotori di farsi “megafoni” del processo.
Continuità dei processi partecipativi: i luoghi della partecipazione
La città di Livorno è già stata animata negli anni precedenti da percorsi partecipativi strutturati di diverse tipologie ed entità, in particolare
- Cisternino 2020, per la destinazione d’uso dell’edificio del Cisternino di città
- Pensiamo in Grande, per la riorganizzazione dell’area del pentagono del Buontalenti
- Io a Livorno l’anno prossimo…, per la progettazione delle politiche giovanili con gli studenti degli istituti superiori di Livorno
A Livorno si sono anche svolti eventi partecipativi di vario tipo.
Nello stesso tempo e sullo stesso territorio si sono però sviluppati anche fenomeni di conflitto sociale diffuso, come nel caso della realizzazione del terminale di rigassificazione off shore e della Cava del Limoncino, oltre che la vicenda del referendum contro la delocalizzazione dell’ospedale di Livorno.
Riteniamo che sia necessario dare continuità alle forme di partecipazione e che queste siano estese ai temi cruciali per il futuro di Livorno, come quelli trattati nel piano strutturale e nel regolamento urbanistico comunali.
Sarà necessario anche rendere permanente la pratica partecipativa, per esempio istituendo dei luoghi prescelti per la partecipazione, che potrebbero essere uno centrale (urban center – Cisternino), e luoghi decentrati nelle sedi delle circoscrizioni.
E’ auspicabile anche la predisposizione di un regolamento locale sulla partecipazione sulla base del protocollo d'intesa firmato nel rispetto della legge regionale 69/2007.
Benefici e risultati attesi
Molti e rilevanti sono i risultati di un progetto di reale coinvolgimento di soggetti che non sono portatori di interessi personali ma bensì interessati alla fruizione di luogo pubblico della città, teatro di scambio relazionale e sociale oltre che economico di tutti i cittadini.
1) Riduzione dello spreco sia in termini di immobili pubblici abbandonati al degrado o ceduti a privati ponendo un freno alla svendita di beni comuni (in periodo di carestia è un pensiero verso il futuro e le prossime generazioni).
2) Aumento di servizi come una delle risposte alla rilevante crisi occupazionale. Passare alle energie pulite e rinnovabili è fattore economico di assoluta importanza sia in termini occupazionali che di risparmio di spesa socio sanitaria.
3) Affermazione della priorità del bene collettivo: questo avrà ricadute in termini di aumento del senso civico, della socialità e della cultura della convivenza democratica. Imparare a prendersi cura dello spazio pubblico e degli interessi collettivi può ridare sicurezza a chi soffre di una tremenda solitudine che si trasforma in paura dell'altro.
4) Salvaguardia dinamica del territorio, oggetto non di pratiche consumistiche, ma di azioni di intervento stabile e duraturo di manutenzione ordinaria e straordinaria, di grandi opere di salvaguardia e di messa in sicurezza.
In definitiva potremmo avere città più verdi, meno inquinate, con meno traffico, più rispetto di una città al cui ridisegno si è partecipato, e dunque è sentita come bene collettivo da curare, migliore occupazione, minor spreco di territorio per l’interesse di poche famiglie.
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