mercoledì 8 dicembre 2010

CHI HA PERSO IL REFERENDUM SULLA LOCALIZZAZIONE

di Leonardo Bertelli

Dobbiamo essere grati ai 28.317 cittadini livornesi (giovani, anziani, stranieri) che il 28 novembre si sono recati nei seggi a votare, superando difficoltà di reperimento dei seggi stessi, notizie contraddittorie dell'ultima ora nonché il maltempo.
Essi costituiscono la base democratica e consapevole della cittadinanza su cui costruire il futuro attivo e partecipativo di una città che si è dimostrata, in larga parte, indifferente e rinunciataria a fronte di problemi di ambiente e assetto territoriale che devono interessare tutti nello stesso modo.
Dobbiamo farci carico noi, che abbiamo sostenuto il referendum, strumento ultimo a cui costretti a rivolgerci, per una mancata discussione e partecipazione in forme diverse, di non essere riusciti a far capire l'importanza dell'occasione referendaria ed i motivi per difendere con il voto le ragioni del si o del no in modo evidente e costruttivo.
Ancora una volta, ed anche questo è preoccupante per le sorti del sistema democratico in cui viviamo, i partiti, i sindacati, le associazioni che si sono schierate da una parte o dall'altra, non hanno avuto alcuna influenza sugli elettori e sono, ritengo, gli unici che escono sconfitti sonoramente dal referendum.
Il Sindaco ed i consiglieri comunali, tutti rappresentanti delle forze politiche che li hanno designati all'incarico, prendano atto della sconfitta, sconfitta della democrazia, e smettano, gli uni, di esaltarsi in una vittoria (?) che non c'è stata gli altri di tentare di giustificare una sconfitta (?) poco onorevole per tutti.
Solo piaggeria e “captazio benevolentiae” (in livornese ruffianeria e leccaculismo) può far dichiarare al Sindaco che sono “normali” coloro che non hanno votato, proprio lui che nel suo programma di governo aveva dichiarato di volere :
“.....superamento di una visione gerarchica..., idea della partecipazione come motore di cambiamento..., i cittadini non più solo destinatari delle azioni di governo, ma essi stessi azioni di governo..., la partecipazione si evolve a strumento per costruire e mantenere i legami sociali, per riaffermare e difendere una visione comunitaria del territorio...., Livorno “città della partecipazione”.
I cittadini che hanno votato, che hanno esercitato la loro sovranità popolare, sono i soli vincitori del confronto referendario, non intendono essere professionisti della partecipazione, compito che lasciano, pro tempore, al Sindaco, ai consiglieri comunali, ai dirigenti sindacali e delle associazioni, e rimangono in vigile attesa delle conseguenze del loro voto e delle successive occasioni di confronto a partire dal nuovo strumento urbanistico della città.

Nessun commento:

Posta un commento