La costruzione del nuovo
blocco ospedaliero di Livorno, in un’area sottratta al Parco Pubblico prossimo
al complesso ospedaliero storico, è l’oggetto dell’accordo sottoscritto il 10
Giugno 2020 da USL6, Regione Toscana, Comune di Livorno e perfino dalla
Soprintendenza A.B.A.P. che, si
ricorda, è l’organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, che avrebbe il compito istituzionale di tutelare il patrimonio
architettonico, paesaggistico, storico e artistico oltre a cooperare con la Regione
e gli enti territoriali per la sua valorizzazione.
Il Parco coinvolto nel
progetto, si trova sulla direttrice dell’acquedotto Leopoldino, in prossimità
della “Gran Conserva”, ovvero il Cisternone, realizzato come gli altri due
capisaldi del sistema di approvvigionamento idrico della città ( il Cisternino di città e il purgatoio di
Pian di Rota ) nella prima metà dell’800
dall’architetto Pasquale Poccianti, lungo il viale e “passeggiata” degli Acquedotti,
oggi viale Carducci.
Il Parco, conosciuto come
Parterre, anch’esso progettato da Poccianti, primo esempio di parco pubblico in
Europa, fu realizzato a protezione e valorizzazione del Cisternone, come
espansione della fascia di verde della passeggiata che usciva dalla città in
storica in direzione delle sorgenti; negli anni 80 il parco fu ampliato, ad
est, con un’area compresa nei parametri urbanistici per l’intervento residenziale
attuato sull’area di demolizione di buona parte degli stabilimenti della ex
Pirelli adiacente ad esso; questa zona ceduta al Comune di Livorno, fu
naturalizzata ed attrezzata con spazi ludici e l’intero parco rinominato Parco
Pertini, secondo il progetto dell’architetto paesaggista Guido Ferrara.
L’area pertanto si connota
come zona di particolare pregio urbanistico e culturale ed un bene ambientale
per le essenze arboree presenti e per l’architettura del verde del parco,
insieme ai fabbricati contemporanei alla realizzazione del viale di epoca
ottocentesca.
Le sopracitate
considerazioni, ed il dovuto riguardo alla tutela e salvaguardia del parco, e
dell’immagine storica presente per tutto lo sviluppo del viale Carducci, compresi
gli edifici rimasti dell’opificio Pirelli (complesso
tutelato come archeologia industriale), devono indurre a rivedere la
collocazione del nuovo ospedale prevista dallo studio di fattibilità.
L’integrità dell’intero
Parco Pertini va infatti conservata e mantenuta e con questa tutte le attuali aree
permeabili e tutte le essenze arboree presenti, comprensivo dell’area ludica
eseguita dal Comune di Livorno sull’area ex Pirelli; ciò e soprattutto in considerazione
che esistono all’interno dell’attuale perimetro ospedaliero superfici già
asfaltate o edificate da liberare dove inserire il nuovo progetto di struttura.
E ad ulteriore motivazione va
considerato che la posizione prevista per una volumetria così importante (il prospetto è di circa 100 m x 16 m), priva
totalmente il parco dell’intera parte più recente e delle sue attrezzature, ed essendo
posta a ridosso dell’ottocentesca sua parte storica, ne pregiudicherebbe
fortemente anche l’apertura visuale e la luminosità, garantita dall’ampio circo
di pattinaggio, condizionandone la godibilità e l’uso con la sua presenza
incombente.
Il concetto di patrimonio comune
e storico coinvolge non solo i monumenti e gli edifici di un territorio ma
anche il suo paesaggio naturale o costruito, elementi che sono intrinsecamente
connessi nel processo storico che va avanti, ma che di questi valori deve far
tesoro specialmente allorquando costituiscano parte rappresentativa di una
città e luogo vitale e tradizionale dei suoi abitanti, ed il parco
Pertini/Parterre lo è.
Ridurre le aree verdi e
ipotizzare nuove edificazioni ci sembra, inoltre, una scelta incapace di cogliere quel
rinnovato e forte interesse per le questioni ambientali, espresso anche e
soprattutto dalle giovani generazioni, il cui futuro dovrebbe stare a cuore a
chi opera scelte che inevitabilmente si ripercuoteranno lungamente sull’assetto
urbano futuro.
In questa vicenda emerge
anche l’incapacità o la rinuncia, in fase di progettazione, a confrontarsi con
il contesto e ad affrontare un processo più complesso di comprensione
attraverso l'osservazione e l'ascolto, a chiedersi cosa rappresenta l’impianto
ospedaliero storico e come questa permanenza può dialogare con una nuova fase
di ampliamento e ristrutturazione che consenta di stratificare funzionalmente
in continuità anche il contrasto di linguaggio tra il patrimonio storicizzato e
gli indirizzi funzionali contemporanei della cultura architettonica.
La soluzione scelta,
dettata dalla semplificazione e dall’adozione di un modello standard che si
cala facendosi spazio in un contesto fragile e prezioso, non prelude certamente
a costituire motivo di orgoglio cittadino (come lo fu peraltro per la
realizzazione dell’attuale ospedale) ma ribadisce una tendenza locale alla
massima convenienza dell’attività edilizia, sia privata che pubblica, lasciando
intravedere una prospettiva speculativa nella separazione fisica del nuovo dall’ospedale
storico, che al di la delle buone intenzioni ventilate dalle autorità locali
per un loro riuso sanitario e sociale, rimarrà una preziosa risorsa immobiliare
da convertire in mano ad un soggetto di fatto privato che è l’Azienda USL.
Non si affrontano qui gli
altri aspetti controversi della questione legati al rispetto degli strumenti urbanistici
o la loro corretta gestione, alla giusta interpretazione delle nuove esigenze
dell’organizzazione sanitaria, od alla salvaguardia del patrimonio comune e
storico rappresentato dal vecchio nosocomio, alle pesanti ripercussioni di
questa soluzione sull’assetto viario, cui come Osservatorio abbiamo dedicato
numerosi interventi.
È certo che se dovesse
realizzarsi questa previsione infausta la città subirebbe una profonda ferita per
l’incapacità di leggere il suo tessuto e la sua anima, perseguendo in una
gestione urbana e del territorio distratta miope.
TT per O.T.U.
(Osservatorio delle Trasformazioni Urbane,)
TABELLA PARCO PERTINI/PARTERRE
superficie totale |
mq 40.200 |
superficie a prato |
mq 17.800 |
piante altofusto |
n. 810 |
Macchia mediterranea |
mq 2.630 |
piante a siepe |
mq 810 |
parcheggio verde |
mq 1.265 |
superfici pavimentate |
mq 11.406 |
principali essenze
arboree o arbustive |
leccio, pino
domestico, bagolaro, magnolia, tiglio, palma delle canarie, pioppo nero,
ippocastano, platano, acacia rustica, acacia dealbata, canfora, cipresso,
uscus, cotonaster, viburno, corbezzolo, mirto, alloro, plumbago |
tipologia d'uso |
ricreativo - culturale |
I dati della tabella sono
dello stato attuale dell’intera area del parco Parterre/Pertini.
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