mercoledì 4 marzo 2015

Basta cementificazioni sul fronte del Porto di Livorno di Paolo Gangemi



Il Consiglio Comunale deve stralciare alla variante al Piano Strutturale l’aree di Fronte Porto limitatamente agli ambiti 5C1, 5C2, 5C3, 5C4, confermando l’attuale destinazione stabilita nel PS vigente per evitare nuove inutili cementificazioni; e permettendo all’Autorità Portuale di continuare lo sviluppo del Porto con la Darsena Europa così come previsto nel PRP.
Di tutto si può dire in merito alla variante, salvo che abbia attinenza con le questioni cruciali per il Porto, quali il problema degli alti fondali e della Darsena Europa, la logistica, l’operatività, il trasporto merci e passeggeri, la riorganizzazione in terminal specializzati.
Al contrario è inconfutabile il fatto che il PRP non ha rispettato il vigente PRG, come suggeriva la legge (i PRP devono conformarsi ai PRG e non viceversa!).
È stato lo spostamento di territorio comunale già normato, dall'ambito comunale a quello portuale a creare la necessità di fare una variante: più precisamente l’area della Bellana, la porta a mare (area ex cantiere) e la Fortezza vecchia, declassata a Terminal dentro la stazione marittima, mentre l'obiettivo primario del Porto almeno quello dichiarato erano la Darsena Europa e i miglioramenti per la logistica con interporto, aeroporto e area retro portuale, e non certo la speculazione edilizia fronte mare
E dunque chiaro che se oggi la definitiva approvazione del PRP dipende dall'approvazione della variante, è a causa di una scorrettezza procedurale nella redazione del piano portuale, che prevede la sottrazione di aree strategiche al Comune e alla sua pianificazione, indebitamente annesse al territorio demaniale.
Le modifiche aggiunte all'ultimo minuto sono con tutta evidenza poco essenziali per lo sviluppo commerciale industriale del porto, la trasgressione della legge urbanistica, appare legata a motivi diversi, rispetto alle esigenze degli operatori portuali.
Nell'attuale strumento urbanistico, l’interfaccia con il porto rappresenta il cardine per la ricomposizione dell'ambito urbano con quello portuale ed è definito come SISTEMA DELLA CENTRALITÀ e comprende l'ex cantiere, porta a mare e stazione marittima. Insomma la filosofia generale del piano, con la cancellazione di questo obiettivo centrale, viene completamente stravolta, trasferendo l'area dal SISTEMA INSEDIATIVO, al SISTEMA PORTUALE E DELLE ATTIVITÀ, e come ovvio, il nuovo e diverso inquadramento modifica prescrizioni e normative. Anche la Bellana passa da AREA A SERVIZI nel SISTEMA INSEDIATIVO, all'AREA PORTUALE, infine la variante determina modifiche all'intero impianto del PS e RU, producendo un aumento dei vani totali da 15.300 a 17.700.
È evidente che il vero obbiettivo, dietro lo specchietto della Darsena Europa è il raddoppio della Porta a Mare nella nuova Stazione Marittima, che ingloba anche la Fortezza Vecchia. Questi i numeri della variante nella tipologia commerciale si passa da 3.500 mq a 12.500, il terziario passa da 20000 a 22000 mq, il turistico ricettivo da 10.000 a 11.000 mq, mentre i servizi pubblici decrescono da 76.000 a 55.000 mq.
Non si sa se tutto questo commercio, ad esempio, sarà fatto di negozi singoli, centri commerciali e medie strutture. Da ultimo una nota a parte merita la questione della Bellana, progetto lanciato alla fine degli anni 70, giunto all'approvazione a metà degli anni 80, criticato all'epoca dalla grande maggioranza, che oggi riaffiora come un inquietante fantasma, mentre la realizzazione del porto Mediceo, che doveva costituire il cuore pulsante della Porta a Mare, viene continuamente bloccata e procrastinata con miope ostruzionismo.
Con questa scelta si potrà riqualificare il centro storico e la Venezia, con il nuovo piano strutturale.

Paolo Gangemi  

Livorno 4 marzo 2015

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