di Daria Faggi dell’OTU
Come si vede bene dalla planimetria che
illustra il progetto del nuovo ospedale, la nuova struttura divora mezzo Parco Pertini, e poiché l’area
dove sono previste le demolizioni dell’attuale nosocomio (in arancio
chiaro) è ampia e potrebbe contenere anche l’ospedale nuovo, non si comprende
proprio lo spostamento della localizzazione.
Se fosse costruito dentro l’area di Viale
Alfieri si eviterebbe la distruzione di
un parco, e non sarebbe necessario redigere un nuovo piano regolatore, senza il
quale non si può muovere foglia.
In blu sono identificate le strutture che
verranno dismesse, senza peraltro indicare la nuova destinazione d’uso, a
quanto pare i progettisti non hanno idea di come utilizzare buona parte (quasi la
metà) dell’attuale ospedale.
Solo di tre padiglioni storici è indicata la
nuova funzione socio sanitaria (color arancio scuro).
Incredibile è poi la prevista demolizione dei
collegamenti tra padiglioni (arancio chiaro) ignorando con disinvoltura le
tutele previste per il valore architettonico testimoniale dell’ospedale storico
.
Infine in tempi di Covid questo progetto
appare totalmente inadeguato.
Questa stagione drammatica di pandemia
suggerirebbe più lungimiranza e cautela nelle proposte di nuova sanità
pubblica, che in questo modo viene ulteriormente ridotta, contavamo su
una moderna struttura ospedaliera (350 posti letto) in aggiunta
all’attuale ospedale una volta terminata la ristrutturazione (400/500
posti letto), mentre al termine di questa
operazione ci troveremo con un ospedaletto da 450 posti letto, e
l’abbandono di tutto o quasi il grande ospedale di viale Alfieri.
Livorno
16 novembre 2020
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