Il 16 ottobre 2020 si è svolto un
incontro, richiesto da tempo dall’Osservatorio Trasformazioni Urbane, tra
quest’ultimo e l’Amministrazione Comunale sul tema del “Nuovo Ospedale”.
Erano presenti per l’OTU Daria Faggi,
Leonardo Bertelli, Tommaso Tocchini e per l’Amministrazione Comunale Luca
Salvetti, sindaco, Silvia Viviani, assessora all’Urbanistica, Leonardo
Gonnelli, dirigente Dipartimento Lavori pubblici e assetto del
territorio e Pietro Contorno “addetto
alla segreteria politica”.
Quello che segue non è un verbale
dell’incontro quanto piuttosto una nota degli argomenti affrontati e delle impressioni di chi ha partecipato per l’OTU e
sarà quindi usato da qui in avanti il
noi, quando riportiamo le posizioni espresse dai tre portavoce dell’OTU.
In apertura di incontro abbiamo
illustrato, consegnandole, le tre lettere spedite alle competenti autorità
regionali e nazionali, per segnalare quelle che ci sono sembrate irregolarità,
incongruità o inadempienze nell’iter avviato dal comune di Livorno per la costruzione di un
nuovo ospedale. Alcuni dei rilievi e osservazioni più rilevanti sono state
riprese e riassunte per chiarire motivi e natura dell’incontro.
L’iniziativa dell’invio delle tre
lettere
ha, perlomeno, indotto all’impegno gli uffici comunali per controllare la
plausibilità delle argomentazioni
contenute nelle lettere stesse e questo, forse, dovrebbe assicurarci la
massima attenzione da parte della Amministrazione Comunale nello sviluppo del
procedimento avviato con la firma del protocollo di accordo, specialmente
riguardo alle questioni più delicate. Secondo il Sindaco la denuncia dell’OTU
sarebbe originata da un pregiudizio, per cui sarebbe stata imbastita una specie
di azione preliminare fondata su fatti non consumati. In sostanza le notizie in
base alla quali abbiamo promosso le suddette iniziative, tratte dai media
locali, non rispondevano alla realtà dei fatti, ma solamente a congetture
deducibili dai documenti e dalle comunicazioni ufficiali; questo prova l’approssimazione
dei media stessi e, implicitamente, l’insufficiente capacità comunicativa del
Comune.
Su questo punto il Sindaco
ha affermato di aver voluto l’avvio del cosiddetto percorso di informazione e partecipazione nonostante che in questo caso non fosse
obbligatorio (sic!); noi abbiamo dichiarato di non ritenere che con questo si
possa riparare all’esclusione della cittadinanza da una decisione di tale
portata, dove il coinvolgimento di un bene pubblico come il Parco diventa
dirimente, con un’azione tardiva e dalle prime avvisaglie inerte rispetto a decisioni non reversibili ed
abbiamo ribadito l’elusione agli obblighi alla partecipazione di tutte le
Amministrazioni che si sono succedute dalla istituzione del regolamento.
Comunque se è vero che il tipo di percorso è di secondo grado ovvero di consultazione/ascolto – fonte SIMURG- (
che da quanto ci risulta dovrebbe essere “un
approccio che prevede una fase di informazione sulle scelte operate, poi una fase di ascolto
degli stakeholder individuati rispetto all’ambito considerato, in seguito alle
quali potranno poi essere considerate dall’Amministrazione le osservazioni
emerse per una valutazione della
qualità delle politiche e per una eventuale rimodulazione delle stesse”) con una opportuna azione di vasta
condivisione non si possono escludere ripensamenti se non proprio inversioni di
rotta.
Il sindaco ha sostanzialmente ribadito la volontà di
realizzare “finalmente un nuovo ospedale per la città” , scelta che abbiamo più
volte ribadito anche noi, e la sua convinta
adesione al nuovo percorso proposto dalla regione, in quanto le motivazioni (
troppi vincoli nell’area dell’attuale ospedale, tempi troppo lunghi e difficile
gestione dei cantieri ) gli sono sembrate inoppugnabili.
Nota: notiamo una contraddizione tra l’affermazione della esistenza di troppi
vincoli e la facile rimozione di questi quando nell’ attuale progetto si manomettono pesantemente gli edifici di valore storico e
testimoniale e pure un parco ottocentesco.
In sostanza si è potuto
evincere dall’incontro che:
·
per i finanziamenti ed i tempi non ci sono
dati certi,
·
che nessuna cessione d’area sarà eseguita
fino a che non sia concluso l’iter di adeguamento urbanistico (Leonardo
Gonnelli),
·
che il masterplan è perfettibile (Sindaco),
·
e questi sono elementi che possono aprire uno
spiraglio a possibili ripensamenti, almeno parziali.
·
non va negato comunque che le risposte sulle
scelte progettuali che noi abbiamo fortemente contestato non ci hanno
rassicurato:
1)
l’occupazione del parco Pertini, come avevo
presunto fin da subito, è stata giustificata dal fatto che la superficie
interessata coincide all’area ex STICE, corrispondente all’ampliamento del
Parterre effettuato negli anni 80 su progetto dell’arch. Ferrara, quindi non
“storicizzata” ed evidentemente non ritenuta soggetta a vincolo dalla
Soprintendenza che è tra i firmatari del protocollo; il ché vuol dire che si è
mirato alla soluzione facile, occupando un parco pubblico da barattare alla
fine del gioco con un’area edificata da convertire a parco, evitando di
affrontare la complessità di un puzzle interno al perimetro ospedaliero, che
avrebbe obbligato all’abbandono di un modello standard, ma che avrebbe condotto
a soluzioni meno banali e soprattutto avrebbe dato maggiore importanza al
recupero della vecchia struttura, tema del secondo aspetto poco rassicurante.
Peraltro abbiamo tenuto a precisare che la parete dell’edificio ospedaliero che
sarà alta minimo
2)
È accertato che il vecchio ospedale non manterrà
la sua funzione (esclusi alcuni edifici periferici); la sua
conversione non ha ancora una finalità certa, ci è stato riferito che gli edifici saranno
destinati ad attività compatibili con la sanità e con le attività ospedaliere,
attività che vanno dai centri di ricerca medica (CNR – Sant’Anna) al
trasferimento delle RSA (centro Pascoli) agli alloggi temporanei (di isolamento post-covid). Intanto sulle
planimetrie vi sono indicazioni dell’abbattimento dei corridoi vetrati,
elementi fondamentali per mantenere la visione unitaria del complesso e la sua
memoria storico-architettonica.
Chiederemo la rettifica di tale previsione (il Sindaco, a cui
evidentemente era sfuggita questa
previsione, ha garantito il mantenimento dell’integrità del complesso) e chiederemo
che tutto ciò sia sottoscritto nell’accordo finale, perché sarà l’USL,
proprietaria degli immobili, a dover realizzare la conversione, chiederemo
inoltre che nell’accordo sia compreso il relativo piano finanziario o che
questo sia collegato ad un contratto con i vari soggetti interessati alla
gestione, che ne sancisca il mantenimento dell’integrità architettonica e
compatibilità delle destinazioni al complesso sanitario.
Infine una nota sull’intervento dell’Assessora Viviani e la sua supponenza rispetto all’orientamento urbanistico da seguire che per sintesi definiremmo urbanistica disinvolta. La questione meriterebbe un commento a parte, dal momento che questo modo di gestire la pianificazione rischia di produrre alla città più danni dell’urbanistica contrattata (vedi varianti anticipatrici). Questo atteggiamento è generato infatti dall’incapacità di esprimere un’idea di città e territorio, dalla creazione di un vuoto decisionale per la sua gestione che viene occupato da iniziative private che per natura non sono in grado di contabilizzare i danni che un investimento potrebbe produrre nel lungo periodo, ma solo il profitto immediato.
Ultimissima, e amara, notazione: Contorno rispondendo alla domanda sul fabbisogno di letti in ospedale in rapporto alla popolazione ha detto che i letti non servono se non c'è il personale e dunque è un falso problema ....
Battuta infelice che ben esprime lo stato delle cose
presenti .
OTU
LIVORNO 16 OTTOBRE 2020