martedì 10 novembre 2015

RESOCONTO DELL’INIZIATIVA SULL’ URBAN CENTER DEL 6 NOVEMBRE 2015 DI DARIA FAGGI

Osservatorio Trasformazioni Urbane
Livorno

RESOCONTO DELL’INIZIATIVA SULL’ URBAN CENTER
DEL 6 NOVEMBRE 2015 DI DARIA FAGGI

Venerdi 6 novembre si è svolta in circoscrizione 2, la prima discussione pubblica sulla nuova struttura di partecipazione che aprirà presto a Livorno: l'agognato URBAN CENTER, nome non poi molto difficile per definire il centro dell'urbanistica democratica, dove amministrazione comunale e tecnici spiegano e illustrano le proprie idee di cambiamento della città, e le confrontano con i livornesi.
Una vera rivoluzione visto che finora le scelte sono state spesso sottratte al dibattito, perfino agli organi elettivi,e ridotte a decisioni prese da pochi in private riunioni svolte in segrete stanze.
Dello spostamento dell'ospedale abbiamo appreso dalla cronaca del tirreno, e non certo da discussioni in aula di consiglio, dell'isola di Gorgona che approderebbe davanti ai 4 mori, se qualcuno fosse così sconsiderato da realizzare l'intera darsena Europa, e non solo il pezzo che pudicamente viene illustrato mediante stampa, nessun cittadino è davvero informato, e tanto meno della nuova speculazione edilizia sui moli medicei e vicino alla fortezza vecchia, pietra tombale del promesso porto ( e non approdo ) turistico e delle sue ambizioni europee.
Dunque stabilire un luogo dove si incrociano informazione e partecipazione alla trasformazione della città, è una buona premessa, oltre che la realizzazione della promessa elettorale del nuovo sindaco, e la notizia non può che soddisfare tutti noi dell'OTU.
Semmai la preoccupazione nasce dalle scelte o meglio NON scelte gestionali, dalla vaghezza dei problemi di sostenibilità economica della nuova struttura, che per ora appare un ibrido in bilico tra  spazio espositivo culturale, ufficio del piano urbanistico,e laboratori non ben definiti.
Su questo, dopo la proiezione dell'interessante filmato sull'urban center di Bologna( uno dei migliori e meglio funzionanti del nostro paese )  si è incentrata la discussione, assai animata e partecipata,dove brillava l'assenza di sindaco, pur invitato ,e assessore all'urbanistica.
Assenti anche i consiglieri grillini e della sinistra.
Avranno certo il modo e l'occasione di rifarsi, ma non è un buon auspicio.
Molti e variegati gli interventi,e le proposte iniziali assai prudenti, individuano un percorso di costruzione partecipata, a partire da una mostra documentazione sull'analisi del piano Cagnardi e successive varianti, illustrando i punti realizzati, le parti incompiute o modificate, gli elementi critici che hanno consigliato la revisione delle scelte adottando un nuovo PRG. ( PS e RU secondo le normative vigenti ). Magari con una presentazione delle nuove linee programmatiche del piano e della svolta del nuovo strumento di governo del territorio....che nel frattempo viaggia indisturbato nelle imperscrutabili stanze dello studio Cagnardi, con qualche gustoso ed estemporaneo momento di comunicazione, dove si sentono strabilianti proposte i cui presupposti sono quantomeno poco chiari.
Giustamente i rappresentanti di LAB LAB e i partecipanti al progetto cisternino 2020, hanno ricordato che una parte delle spese di ristrutturazione ( la parte finale ) erano legati al progetto giovani, ma si sono detti disponibili alla costruzione dell'urban center, in quanto compatibile con un uso partecipato e propositivo della struttura che apra spazi ai giovani .
Lascia molto perplessi la scelta di ospitare i manufatti artistici donati al comune dagli autori, già esposti in piazza Luogo Pio, perché gli spazi paiono poco indicati, vista poi la ricchezza di luoghi espositivi  di cui dispone la città, per lo più inutilizzati o sottoutilizzati.
Apprendere che la esperienza di S Jacopo, si sta estendendo in altri quartieri, fa ben sperare per una operazione importante e necessaria di creazione di centri civici di aggregazione svago  e  promozione culturale negli edifici in disuso delle ex circoscrizioni, appare peraltro necessario migliorare la divulgazione di una cultura di base urbanistica,che risulta assai carente.
Sarebbe interessante approfondire con i giovani questo tema cruciale.
Per i tecnici è intervenuto a spiegare l'attuale fase di progettazione e i problemi di coordinamento tra spazi urbanistici culturali ed espositivi, l'ing Fantozzi,come sempre disponibile al confronto, che non ha nascosto che i ritardi nell'apertura del cisternino, sono da imputare  a problemi irrisolti di gestione più che a questioni tecniche.
Ci siamo lasciati con l'impegno di costruire nuove occasioni di incontro pubblico e approfondimento dei problemi in sospeso.

E RIFLESSIONI DI TOMMASO TOCCHINI
Con la riunione  di venerdì  6 / 11  l’OTU ha voluto portare all’attenzione di tutti il programma dell’AC per la creazione dell’Urban Center  e  ritenuto opportuno approfondire il tema della partecipazione e della Struttura che dovrebbe fornire a questo processo lo strumento per il suo sviluppo e continuità.
Questo anche perché vi è preoccupazione  per le notizie pervenute sulle intenzioni di utilizzo del Cisternino di città  (ex Casa della Cultura ) indicato come sede dell’UC,  il cui intervento di restauro e di  funzionalizzazione è in fase di ultimazione.
Questo edificio storico, inutilizzato per decenni, posto nel cuore della città, era stato l’oggetto del processo partecipativo “CISTERNINO 20.20” svoltosi nel 2009 dal quale era scaturito il progetto per farne un centro civico rivolto principalmente ai giovani ( Laboratorio per l’Arte, la Partecipazione, l’Innovazione e la Sostenibilità).  Concretizzare questo risultato avrebbe prodotto un primo passo verso la costituzione dell’ UC  dando senso al protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Livorno e la Regione Toscana, sulla base della  legge regionale 27 dicembre 2007, n.69 “Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali” che afferma, significativamente, all’art. 1 “ la partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali è un diritto…..”.
L’OTU già nel giugno 2011 sollecitava la PA di allora ad ottemperare a quest’impegno in un momento di estrema opportunità visto l’avvio della revisione del PS che avrebbe dovuto trovare nella partecipazione un contributo innovativo per dare forma al futuro della città condividendo gli obiettivi con chi la abita.
 La totale refrattarietà della vecchia politica a questo tipo di cambiamento di gestione dei processi di definizione delle trasformazioni urbane, che non portò nessuna apertura su questo piano, doveva essere superata dalla nuova compagine chiamata a responsabilità di amministrazione che pone  tra i suoi principi distintivi  la comunicazione diretta con la base (meetup) e quindi ancor più avrebbe dovuto puntare su queste esperienze innovative, di trasparenza,  partecipazione e condivisione nel governare la città.
Dopo le nostre iniziative che hanno avuto riconoscimenti , ma non hanno prodotto alcun esito sul dibattito per l’approvazione del PRP, sulla contraddittoria conferma dell’incarico a Cagnardi (che non è “Gregotti Associati”, perché questo studio non esiste più) e la perseveranza nei  vecchi metodi di comunicazione del processo di revisione del PS; e dopo  le iniziative unilaterali dell’AP che ha campo libero nelle decisioni che sovvertono la logica urbanistica e le sue regole elementari  e la persistenza dell’ombra lunga della vecchia dirigenza che non sembra dissolversi ……. riteniamo  sia urgente che il sindaco e la giunta dimostrino con atti concreti la coerenza  con i programmi dichiarati e con le pratiche professate, e smentiscano i timori che siano  afflitti da mancanza di idee o dal coraggio di esprimerle e che per questo si appiattiscano sui vecchi programmi che procedono per inerzia.
abbiamo voluto iniziare l’incontro con la  proiezione del filmato prodotto dalla Simurg sull’Urban Center di Bologna, per stimolare al dibattito i presenti, per  evidenziare l’importanza della partecipazione e la sua stretta relazione con la costituzione di un sistema istituzionale di facilitazione del confronto del governo della città con i cittadini visto che non vi è stato fino ad ancora uno sforzo da parte dell’AC alla comprensione dell’argomento.
Comunque  l’UC di Bologna è solamente un esempio e non necessariamente da ricalcare in quanto ogni città ha peculiarità che nascono dalla sua storia, dalla sua cultura e dal suo corpo sociale e l’UC inteso in senso lato deve adattarsi alle istanze che nascono da questo contesto; in senso stretto è il luogo fisico che interpreta la volontà di procedere verso una nuova modalità di relazioni governo/ territorio  è il punto dove convergono le idee sulla città: quelle di chi la governa e quelle di chi la vive;  svelare le idee che nascono all’interno del municipio, dare voce alle idee che nascono sul territorio, dalle associazioni , dai gruppi o dai singoli componenti di quella cittadinanza attiva che con un UC funzionante può aumentare la sua platea di  partecipazione consapevole, quindi produttiva.
L’efficienza della struttura e della sua rete è infatti subordinata alla disponibilità di mezzi efficaci (hard e soft), di personale dedicato che sia competente di responsabili che non siano espressione di uffici di settore ma che abbiano coscienza della complessità della funzione di un UC.
Da qui la necessità di un impegno economico rilevante che l’AC difficilmente potrebbe affrontare senza un contributo esterno; l’importante è il suggerimento dell’UC di Bologna nel cui comitato presenta soggetti diversi interessati alla città ed al suo sviluppo.


Livorno 10 novembre 2015

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