Osservatorio
Trasformazioni Urbane
Livorno
RESOCONTO DELL’INIZIATIVA SULL’ URBAN CENTER
DEL 6 NOVEMBRE 2015 DI DARIA FAGGI
Venerdi 6 novembre si è svolta in circoscrizione 2, la prima
discussione pubblica sulla nuova struttura di partecipazione che aprirà presto
a Livorno: l'agognato URBAN CENTER, nome non poi molto difficile per definire
il centro dell'urbanistica democratica, dove amministrazione comunale e tecnici
spiegano e illustrano le proprie idee di cambiamento della città, e le
confrontano con i livornesi.
Una vera rivoluzione visto che finora le scelte sono state spesso
sottratte al dibattito, perfino agli organi elettivi,e ridotte a decisioni
prese da pochi in private riunioni svolte in segrete stanze.
Dello spostamento dell'ospedale abbiamo appreso dalla cronaca del
tirreno, e non certo da discussioni in aula di consiglio, dell'isola di Gorgona
che approderebbe davanti ai 4 mori, se qualcuno fosse così sconsiderato da
realizzare l'intera darsena Europa, e non solo il pezzo che pudicamente viene
illustrato mediante stampa, nessun cittadino è davvero informato, e tanto meno
della nuova speculazione edilizia sui moli medicei e vicino alla fortezza
vecchia, pietra tombale del promesso porto ( e non approdo ) turistico e delle
sue ambizioni europee.
Dunque stabilire un luogo dove si incrociano informazione e
partecipazione alla trasformazione della città, è una buona premessa, oltre che
la realizzazione della promessa elettorale del nuovo sindaco, e la notizia non
può che soddisfare tutti noi dell'OTU.
Semmai la preoccupazione nasce dalle scelte o meglio NON scelte
gestionali, dalla vaghezza dei problemi di sostenibilità economica della nuova
struttura, che per ora appare un ibrido in bilico tra spazio espositivo culturale, ufficio del
piano urbanistico,e laboratori non ben definiti.
Su questo, dopo la proiezione dell'interessante filmato sull'urban
center di Bologna( uno dei migliori e meglio funzionanti del nostro paese
) si è incentrata la discussione, assai
animata e partecipata,dove brillava l'assenza di sindaco, pur invitato ,e
assessore all'urbanistica.
Assenti anche i consiglieri grillini e della sinistra.
Avranno certo il modo e l'occasione di rifarsi, ma non è un buon
auspicio.
Molti e variegati gli interventi,e le proposte iniziali assai
prudenti, individuano un percorso di costruzione partecipata, a partire da una
mostra documentazione sull'analisi del piano Cagnardi e successive varianti,
illustrando i punti realizzati, le parti incompiute o modificate, gli elementi
critici che hanno consigliato la revisione delle scelte adottando un nuovo PRG.
( PS e RU secondo le normative vigenti ). Magari con una presentazione delle
nuove linee programmatiche del piano e della svolta del nuovo strumento di
governo del territorio....che nel frattempo viaggia indisturbato nelle
imperscrutabili stanze dello studio Cagnardi, con qualche gustoso ed
estemporaneo momento di comunicazione, dove si sentono strabilianti proposte i
cui presupposti sono quantomeno poco chiari.
Giustamente i rappresentanti di LAB LAB e i partecipanti al
progetto cisternino 2020, hanno ricordato che una parte delle spese di
ristrutturazione ( la parte finale ) erano legati al progetto giovani, ma si
sono detti disponibili alla costruzione dell'urban center, in quanto
compatibile con un uso partecipato e propositivo della struttura che apra spazi
ai giovani .
Lascia molto perplessi la scelta di ospitare i manufatti artistici
donati al comune dagli autori, già esposti in piazza Luogo Pio, perché gli
spazi paiono poco indicati, vista poi la ricchezza di luoghi espositivi di cui dispone la città, per lo più
inutilizzati o sottoutilizzati.
Apprendere che la esperienza di S Jacopo, si sta estendendo in
altri quartieri, fa ben sperare per una operazione importante e necessaria di
creazione di centri civici di aggregazione svago e
promozione culturale negli edifici in disuso delle ex circoscrizioni,
appare peraltro necessario migliorare la divulgazione di una cultura di base
urbanistica,che risulta assai carente.
Sarebbe interessante approfondire con i giovani questo tema
cruciale.
Per i tecnici è intervenuto a spiegare l'attuale fase di
progettazione e i problemi di coordinamento tra spazi urbanistici culturali ed
espositivi, l'ing Fantozzi,come sempre disponibile al confronto, che non ha
nascosto che i ritardi nell'apertura del cisternino, sono da imputare a problemi irrisolti di gestione più che a
questioni tecniche.
Ci siamo lasciati con l'impegno di costruire nuove occasioni di
incontro pubblico e approfondimento dei problemi in sospeso.
E RIFLESSIONI DI TOMMASO TOCCHINI
Con la riunione
di venerdì 6 / 11 l’OTU ha voluto portare all’attenzione di
tutti il programma dell’AC per la creazione dell’Urban Center e
ritenuto opportuno approfondire il tema della partecipazione e della
Struttura che dovrebbe fornire a questo processo lo strumento per il suo
sviluppo e continuità.
Questo anche perché vi è preoccupazione per le notizie pervenute sulle intenzioni di
utilizzo del Cisternino di città (ex
Casa della Cultura ) indicato come sede dell’UC, il cui intervento di restauro e di funzionalizzazione è in fase di ultimazione.
Questo edificio storico, inutilizzato per decenni,
posto nel cuore della città, era stato l’oggetto del processo partecipativo
“CISTERNINO 20.20” svoltosi nel 2009 dal quale era scaturito il progetto per
farne un centro civico rivolto principalmente ai giovani ( Laboratorio per
l’Arte, la Partecipazione, l’Innovazione e la Sostenibilità). Concretizzare questo risultato avrebbe
prodotto un primo passo verso la costituzione dell’ UC dando senso al protocollo d’intesa
sottoscritto dal Comune di Livorno e la Regione Toscana, sulla base della
legge regionale 27 dicembre 2007, n.69 “Norme sulla promozione della
partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali” che
afferma, significativamente, all’art. 1 “ la partecipazione alla elaborazione e
alla formazione delle politiche regionali e locali è un diritto…..”.
L’OTU già nel giugno 2011 sollecitava la PA di
allora ad ottemperare a quest’impegno in un momento di estrema opportunità
visto l’avvio della revisione del PS che avrebbe dovuto trovare nella
partecipazione un contributo innovativo per dare forma al futuro della città
condividendo gli obiettivi con chi la abita.
La totale
refrattarietà della vecchia politica a questo tipo di cambiamento di gestione
dei processi di definizione delle trasformazioni urbane, che non portò nessuna
apertura su questo piano, doveva essere superata dalla nuova compagine chiamata
a responsabilità di amministrazione che pone
tra i suoi principi distintivi la
comunicazione diretta con la base (meetup) e quindi ancor più avrebbe dovuto
puntare su queste esperienze innovative, di trasparenza, partecipazione e condivisione nel governare
la città.
Dopo le nostre iniziative che hanno avuto
riconoscimenti , ma non hanno prodotto alcun esito sul dibattito per
l’approvazione del PRP, sulla contraddittoria conferma dell’incarico a Cagnardi
(che non è “Gregotti Associati”, perché questo studio non esiste più) e la
perseveranza nei vecchi metodi di
comunicazione del processo di revisione del PS; e dopo le iniziative unilaterali dell’AP che ha
campo libero nelle decisioni che sovvertono la logica urbanistica e le sue
regole elementari e la persistenza
dell’ombra lunga della vecchia dirigenza che non sembra dissolversi …….
riteniamo sia urgente che il sindaco e
la giunta dimostrino con atti concreti la coerenza con i programmi dichiarati e con le pratiche
professate, e smentiscano i timori che siano
afflitti da mancanza di idee o dal coraggio di esprimerle e che per questo
si appiattiscano sui vecchi programmi che procedono per inerzia.
abbiamo voluto iniziare l’incontro con la proiezione del filmato prodotto dalla Simurg
sull’Urban Center di Bologna, per stimolare al dibattito i presenti, per evidenziare l’importanza della partecipazione
e la sua stretta relazione con la costituzione di un sistema istituzionale di
facilitazione del confronto del governo della città con i cittadini visto che
non vi è stato fino ad ancora uno sforzo da parte dell’AC alla comprensione dell’argomento.
Comunque
l’UC di Bologna è solamente un esempio e non necessariamente da
ricalcare in quanto ogni città ha peculiarità che nascono dalla sua storia,
dalla sua cultura e dal suo corpo sociale e l’UC inteso in senso lato deve
adattarsi alle istanze che nascono da questo contesto; in senso stretto è il
luogo fisico che interpreta la volontà di procedere verso una nuova modalità di
relazioni governo/ territorio è il punto
dove convergono le idee sulla città: quelle di chi la governa e quelle di chi
la vive; svelare le idee che nascono
all’interno del municipio, dare voce alle idee che nascono sul territorio,
dalle associazioni , dai gruppi o dai singoli componenti di quella cittadinanza
attiva che con un UC funzionante può aumentare la sua platea di partecipazione consapevole, quindi
produttiva.
L’efficienza della struttura e della sua rete è
infatti subordinata alla disponibilità di mezzi efficaci (hard e soft), di
personale dedicato che sia competente di responsabili che non siano espressione
di uffici di settore ma che abbiano coscienza della complessità della funzione
di un UC.
Da qui la necessità di un impegno economico
rilevante che l’AC difficilmente potrebbe affrontare senza un contributo
esterno; l’importante è il suggerimento dell’UC di Bologna nel cui comitato
presenta soggetti diversi interessati alla città ed al suo sviluppo.
Livorno 10
novembre 2015
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