Approdo alla
Bellana
Poiché è in corso la procedura di
approvazione del piano regolatore del porto ed il Comune ha adottato una apposita variante anticipatrice
al piano strutturale ed al regolamento urbanistico per l`approvazione di tale
piano regolatore ed inoltre domattina al LEM verrà presentato il
progetto di approdo (o ormeggio) alla Bellana, compreso appunto nel suddetto
piano regolatore portuale, con l’obbiettivo (sottinteso) di spostarvi le barche
di piccole dimensioni attualmente ormeggiate nei “fossi”, appare necessario
porre oggi alcune domande:
•
Chi ha stabilito che le barche nei fossi livornesi
non possono stazionare
?
•
Chi ha stabilito che le barche nei fossi sono una
“bruttura” ?
•
A quale canone estetico i decisori di cui sopra fanno
riferimento ?
•
Dato che i materiali terrosi vengono trasportati
dalle correnti costiere da nord a sud, ed è evidente che provengono per lo più
dal sistema fluviale della valle dell'Arno (a nord) e non dalla costa rocciosa a
sud di Livorno, non si ritiene che la chiusura a sud delle aree portuali
incrementi il loro interramento ?
•
Per quale ragione non può essere destinato all'approdo
turistico l'intero porto mediceo e la darsena nuova opportunamente restaurata
?
•
Se le barche nei fossi sono una “bruttura” per quale
procedimento divengono una “bellezza” trasferite alla Bellana ? Potenza del nome
?
•
Quanti posti auto sono ritenuti necessari a servizio
dell’approdo e dove vengono situati ? continueremo ad utilizzare la passeggiata
a mare lungo riva in un “parcheggio a mare” aumentandone le dimensioni
?
•
Qual è la dimensione dell'investimento finanziario
preventivato per l'approdo alla Bellana ? chi investe tali risorse ed intende
recuperarle ? quanto costerà l’acquisto o il noleggio dei posti barca
?
•
Quanti posti di lavoro continui e non occasionali
possono derivare dall'investimento? Oppure si tratta di una consueta operazione
“mordi e fuggi” per impoverire ulteriormente l'economia livornese (vedi porta a
mare)?
•
Qual è l’interesse della collettività livornese
?
•
Come mai il Comune di Livorno ha così
rapidamente sposato l'iniziativa con una variante (sostanziale) per un progetto
valutato negativamente e abbandonato fin dagli anni '70 ?
•
La La Soprintendenza per i Beni
Architettonici, Paesaggistici,
Artistici, Storici ed
Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno che (stranamente, dopo trenta anni di opposizione )
pare aver approvato l’iniziativa, quali limiti e condizioni ha posto
?
•
Il progetto in
presentazione al LEM è diverso dalle indicazioni contenute nel pano regolatore
portuale ?
•
L’inglobamento
nell’area di approdo dello Scoglio della Regina ne implica l’utilizzo ai fini
delle attività “approdistiche” e la limitazione (o abbandono) delle attività
universitarie attualmente insediate?
•
Non si ritiene opportuno che insieme all’annunciato
(dal Sindaco) stop all’ulteriore consumo di territorio sia posto fine al consumo
di aree marine, non necessarie all’attività portuale, e della relativa linea
costiera ?
L’Osservatorio Trasformazioni Urbane
(OTU) non nasconde che si è da tempo espresso negativamente all’ approdo con
motivazioni paesaggistiche, economiche ed urbanistiche, derivanti dagli elementi
progettuali accessibili, ritiene comunque necessario ottenere risposte puntuali
ai dubbi sopra espressi per un giudizio definitivo.
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