martedì 26 marzo 2013

La sfida per una città nuova dell’Osservatorio: l’urbanistica partecipata al posto dell’urbanistica contrattata. di Daria Faggi


L'osservatorio trasformazioni urbane è un laboratorio di urbanistica. Ne possono fare parte tutti i cittadini livornesi che considerano la città un bene comune, da sottrarre a una mercificazione concordata tra amministrazione comunale e gruppi economici, portatori di interessi privati, che attraverso l'urbanistica hanno stravolto il tessuto urbano.
Viviamo in una Livorno irriconoscibile dove il bel disegno della città antica risulta in più punti strappato e sconnesso, a causa delle nuove trasformazioni, episodiche, slegate e banali, e i guasti di una continua variazione nei piani di riassetto della città che hanno prodotto eccessivo e immotivata espansione senza qualità, sacche di periferia interne, fratture nei collegamenti delle varie parti, disservizi etc.
In definitiva un territorio urbano malservito in assenza di piani generali coerentemente realizzati senza nessun progetto di sostenibilità ambientale. Livorno una città disegnata come città ideale del rinascimento, oggi abbandonata al caso e all'interesse privato. Sono quasi assenti le occasioni di socializzazione, le nuove circoscrizioni sono grandi contenitori vuoti che ben poco assomigliano a quei centri civici promessi. Il Cisternino che doveva rappresentare il centro di comunicazione della città nuova e poteva essere l'URBAN CENTER nei processi di pianificazione partecipata, è silente e spento e ben rappresenta il declino della città.  In tutti questi anni abbiamo fatto molte battaglie, alcune vinte molte perse ma tutte di grande importanza.
Che cosa abbiamo fatto.
In questi anni abbiamo fatto molte battaglie, tra l'altro ricordiamo quelle contro la cementificazione della piazza del luogo Pio, la Porta a Terra e la desertificazione del centro, la Porta a Mare stravolta da una realizzazione difforme dal PRG, le varianti disinvolte, i troppi e sconsiderati cambi d'uso, lo spostamento dell'ospedale. Abbiamo incalzato il comune perché iniziasse una nuova stagione di urbanistica partecipata e per la creazione di un Urban center; per avere i dati quantitativi degli interventi realizzati per sapere quanto manca alla saturazione delle previsioni del condizione per poter fare un’analisi critica ragionata dello stato presente e impostare correttamente le linee del nuovo PRG.
Su questi e altri argomenti sensibili sono state scritti interventi pubblici, spesso corredati da schede informative, messi in rete a disposizione delle forze politiche, comitati, associazioni, cittadinanza attiva e quant'altro. Lavoro seguito e apprezzato da centinaia di interlocutori attenti e interessati. Abbiamo progettato un ciclo di film al Kinodessè sulle PERIFERIE DENTRO ovvero sulle aree di periferia in un centro che ha perso le sue funzioni.
Infine abbiamo stampato un piccolo saggio IL MANIFESTO DELLA CITTÀ NUOVA una sintesi delle pratiche necessarie per fare buona urbanistica e una breve analisi critica generale dei misfatti compiuti nel nome dell'urbanistica contrattata, con i grandi e piccoli portatori di interessi privati, al di fuori di ogni pubblico interesse.  Stiamo iniziando una tappa nuova del nostro percorso, con un nuovo ciclo di lavoro di confronto e allargamento degli interlocutori, cercando di portare a sintesi studi e indagini conoscitive per fornire alla città una guida, per leggere la trama del tessuto urbano dopo le trasformazioni. Tra l’altro intendiamo utilizzare le modalità partecipative delle escursioni urbane, percorsi collettivi nella città, per guardare insieme agli urbanisti gli spazi perduti e dimenticati, le fratture che interrompono la buona continuità della struttura urbana ritagliando spazi residuali informali e casuali.
Prospettive
Non siamo nati ieri, sappiamo bene gli appetiti e gli interessi di grandi profitti privati a spese della collettività che sono di ostacolo alla realizzazione di progetti finalizzati alla difesa del benessere collettivo e dell’utilizzo del territorio come bene comune. E tuttavia pensiamo che non a tutti gli amministratori e i politici, siamo chiare le implicazioni delle scelte sbagliate nella pianificazione. Certo non sono chiare alla gran parte dei cittadini consultati di solito solo a scelte già fatte e senza alcuna informazione reale. Per questo la nostra sfida è rivolta anche ai consiglieri e alla giunta comunale, perché partecipino alle nostre camminate urbane, che meglio di seminari e conferenze possono evidenziare i gravi danni prodotti da anni di urbanistica contrattata e di malgoverno del territorio. Una sfida che ci auguriamo tutti i politici che decidono le sorti della città, raccolgano. Per le aziende private si devono aprire altri cantieri non più speculativi e a danno della cittadinanza. C'è molto lavoro da fare per il recupero urbano ecosostenibile, il rifacimento di reti idriche obsolete e la ristrutturazione di edifici abbandonati e in disuso. Contro abusi e speculazioni piccole e grandi bisogna adottare la politica a tolleranza zero.
Livorno 26 marzo 2013


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